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Noi siamo sindaci, e vinceremo

 

di Graziano Petrucci

Premessa 1. Terremoto atto 6. «Ringrazio di cuore a nome della mia comunità il Sindaco Rosario Caruso il Vice Cesare Mattera e l’Amministrazione tutta di Serrara Fontana per quanto stanno facendo per Lacco Ameno e Casamicciola Terme sin dal primo momento dopo il sisma. Le somme raccolte ieri sera nell’ambito dei festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo e devolute alla nostra gente testimonia qualora ce ne fosse bisogno una solidarietà vera e concreta». Ѐ il commento del Sindaco di Lacco Ameno, subito dopo la festa di San Michele Arcangelo a Serrara Fontana organizzata dal Comitato nel fantastico borgo di Sant’Angelo ( a fine settembre, ndr). La dichiarazione del Sindaco Pascale la “corregge” però Rosario Caruso: «Ci siamo dimenticati di chi a pochi chilometri da noi ha perso tutto? No, perché il comitato di San Michele ha coinvolto il comitato Risorgeremo Nuovamente che ieri sera ha ricevuto un assegno di € 10.000, somma raccolta grazie alla collaborazione di tutti i fornitori della festa e dei cittadini. Senza l’evento molto probabilmente tale somma non si sarebbe raggiunta. A questi vanno aggiunti i soldi raccolti nei punti allestiti a S.Angelo dal Comitato Risorgeremo Nuovamente e i 5.000 € che il Comune tedesco di Waldchirken, gemellato con Serrara Fontana, ha raccolto per i comuni di Lacco e Casamicciola, in virtù del fatto che lo scorso anno l’Amministrazione di Serrara Fontana ha donato un cospicuo contributo per gli alluvionati di Waldchirken». Dalle dichiarazioni dei sindaci, per certi aspetti sembrano gemelli e rischiano l’incriminazione per “appoggio strumentale e populista”, si deduce che i quasi 10 mila € a favore del “Comitato Risorgeremo Nuovamente” sono stati raccolti dalla beneficienza e dal buon senso del Comitato di San Michele, mentre – secondo quanto si è appreso- Caruso e il “vice” Mattera sembrerebbero entrarci poco, pochissimo, in questo buon senso che Pascale, invece, evidenzia nell’affermazione affidata al social. Proprio Caruso e Mattera nei momenti successivi al terremoto del 21 agosto avrebbero avuto qualche piccolo litigio sulla tipo di partecipazione, attiva o “passiva”, di Serrara Fontana a favore di sfollati e terremotati. Infatti, secondo i più informati “mandare aiuti” agli sfollati avrebbe significato “ammettere” che c’era stato il terremoto. Addirittura – sussurrano sempre alcune voci- si stava quasi per assistere alla trasformazione del “vice sindaco” Mattera in «Vigile del Fuoco – supereroe» cui sarebbe bastato armarsi “con pala e zappone” e, dopo aver preso al soldo altri tipi come lui, a capo della squadriglia d’assalto ” avrebbe liberato dalle macerie la popolazione del Maio”. A questo punto l’assenza di buon senso è chiara. Come si deduce l’orgoglio, diciamo di stampo politico, che di solito offusca la visione della realtà. Non soltanto per le presunte affermazioni, e se fossero verosimili sarebbero pure fantastiche, che compongono il “crono dramma” recente dell’isola intera. Ѐ l’ennesima dimostrazione che la devianza assume i tratti netti della strumentalizzazione – in senso ampio – rispetto a quello che ha già preso i tratti di un problema economico e sociale che travolge Ischia. Sì, Ischia. Perché la divisione tra porzioni in cui il terremoto s’è sentito e in altre in cui non c’è stato alcun sisma, oltre a gonfiare una spaccatura tra parte “buona” e “cattiva” che ha finito per prendere quota e attendibilità pure nelle persone, non ha senso perché garantisce una diseguaglianza. Non tanto in fatto di guadagni e ricchezze, poiché il colpo all’economia “ischitana” lo abbiamo sentito, lo sentiamo e lo sentiremo, quanto nell’uso continuo di un modello che rappresenta il nostro boom, o per meglio dire un cavallo di battaglia. La strategia di andare ognuno per se, l’ha dimostrato il consiglio comunale congiunto tra Casamicciola e Lacco Ameno ma sono mancati gli altri comuni – pure Serrara Fontana – rischia di non risolvere niente. Grazie, Sindaci, per esserci. Alcuni di voi manifestano la propria presenza forse più di altri. Tuttavia si potrebbe gridare al successo se ci fosse qualcuno capace di costruire a tutti noi l’immagine di quell’affidabilità collettiva che non può sopravvivere nutrendosi soltanto di una sotto specie di populismo. Perché i cittadini, adesso, specie tra loro chi ha perso tutto, hanno bisogno di chiarezza in grado di promettergli un mondo migliore, oggi non domani, in cambio della sconfitta e di quel male che ha sempre colpito la struttura sociale: la solitudine delle persone, e tra loro.

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