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Nuova tegola sul porto di Forio: è inagibile, chiudetelo

FORIO – Le vicende o meglio vicissitudini, in una sola parola la telenovela, legate al porto di Forio, si arricchiscono di un nuovo capito nell’ambito di quella che sembra sempre più assumere i contorni di una faida a volti celata ed altre volte che, come nel caso di specie, emerge in superficie. A scendere in campo stavolta è Aniello Morgera che ha indirizzato un atto di diffida stragiudiziale e messa in mora per lo sgombero del porto di Forio per carenza di certificazione di agibilità. Insomma, un’iniziativa pesante nell’ambito di quello che è diventato un vero e proprio braccio di ferro con le autorità competenti, Comune di Forio in primis. Il documento è stato indirizzato proprio al sindaco pro tempore, Francesco Del Deo, al dirigente dell’ufficio tecnico comunale e per conoscenza al presidente della Giunta regionale della Campania all’Autorità Nazionale Anticorruzione ed al dirigente dell’Asl Na 2 Servizio Igiene e Sanità Pubblica. Il Morgera ricorda la concessione del porto alla Marina del raggio Verde, ricorda di essere portatore di posizione differenziata e aggiunge di aver segnalato più volte l’assoluto stato di degrado in cui versa la struttura, che metterebbe in pericolo anche la pubblica e privata incolumità.

UNA PRECEDENTE DIFFIDA E LE RISPOSTE EVASIVE DEL “PALAZZO”

L’iniziativa era stata preceduta da un’altra diffida dello scorso mese di giugno, nella quale si rilevava che i pontili e le altre opere realizzate all’interno del porto non fossero confermi alle normative e che lo stesso porto fosse sprovvisto di agibilità e pure perché i manufatti non avrebbero i cosiddetti titoli abilitativi. Ma questo atto non aveva avuto esito perché con nota dello scorso 3 luglio il responsabile del I Settore, nel riscontrare la diffida, comunicò ad Aniello Morgera che “non sussistono le motivazioni riportate nell’atto di diffida propedeutiche alla adozione dei provvedimenti sanzionatori richiesti”. Una risposta troppo vaga, senza le necessarie documentazioni allegate, insomma poca roba. E nulla cambia nemmeno quando il 6 agosto all’intimante vengono trasmessi copia dei certificati di collaudo tecnico relativi al progetto per la riqualificazione del porto turistico. Nemmeno dinanzi ad una consulenza “di parte” ed all’avviso di rivolgersi alla Procura della Repubblica, la musica cambia: arriva qualche carta in più, ma nulla di chiaro e definitivo.

TUTTE LE MAGAGNE DEL PORTO TURISTICO

Ma quali sono le magagne e le anomalie che renderebbero il porto turistico? Davvero tante, a leggere l’atto di diffida. In primis lo stesso presenterebbe diverse lesioni su tutta la sua estensione e poi mancherebbe la posizione terminale (oltre cinquanta metri), mai ricostruita e ripristinata dopo la violenta mareggiata del 1999. A riguardo si legge anche che “il molo di sopraflutto del porto di Forio non risulta collaudato alla data del 15.11.2002 in seguito ai danni subiti dalla mareggiata del 28.12.1999 per circa 50 metri della diga frangiflutti. E per terminare il paragrafo vogliamo ricordare cos’è il molo? Esso è opera portuale di difesa collegata con la terra ferma; quello di sopraflutto è l’opera più esposta di difesa dai mari dominanti; quello di sottoflutto è l’opera più riparata a ridosso del sopraflutto. Quest’ultimo, nel porto di Forio si presenta, a vista, inclinato alla testa, sotto al fanale. Quali gli interventi eseguiti per sanare la pericolosa anomalia? Ricordiamo, inoltre, che la parte esterna del molo sopraflutto (quella che guarda il mare) deve sostenere l’impeto delle onde mentre quella interna può servire come banchina di ormeggio. Il molo di sopraflutto del porto di Forio, ripetesi, è distrutto nella parte terminale e permette al mare di irrompere nella bocca del porto che, come abbiamo detto, si presenta, di conseguenza, limitata nei suoi dimensionamenti dai massi, per la maggior parte affioranti, quali esiti della distruzione”. Problemi non da poco laddove si sottolinea che tra i due moli si propende un pontile per l’approdo di navi da passeggeri, aliscafi e mezzi veloci di linea anche di oltre quaranta metri di lunghezza con forse decisamente frequenti da e per la terraferma nel corso della giornata, in particolare durante il periodo di alta stagione.

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TUTTE LE ANOMALIE DELLA MARINA DEL RAGGIO VERDE

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Si ricorda inoltre che “Il porto di Forio è soggetto a rapido insabbiamento che interessa in particolar modo, il pontile riservato ai pescherecci. Il porto di Forio contiene l’area riservata ai pescherecci che occupano – generalmente – tutta la banchina borbonica che è impervia e pericolosa per il camminamento anche per gli stessi pescatori che la devono praticare per necessità. E infatti, spesso, si verificano incidenti dalle gravi conseguenze”. Si passa poi a quella che costituirebbe a tutti gli effetti un’altra nota dolente, e cioè la nautica da diporto. Relativamente alla Marina del Raggio Verde si ricorda che lo stesso è tenuto “con ormeggi ai pontili galleggianti, ai gavitelli e alla banchina che corre depressa e parallela rispetto alla via Provinciale Lacco dalla banchina MAVM- F.P. Colella fino allo scoglio degli impiccati”. Dall’arteria cittadina predetta, per mezzo di tre discese, si può accedere direttamente sulla banchina in parola come si verifica sempre. In particolare nessuna delle tre discese presenta pala di divieto di accesso. Dunque la banchina e tutto il camminamento e fino alla sbarra che delimita il percorso non sono riservati. La Marina del Raggio Verde srl può ospitare, complessivamente, n. 318 natanti di dimensioni diverse (da m. 6,5 a oltre 21 m) come si evince dal sito della predetta, ovvero n. 512 imbarcazioni come riferiscono sul luogo mentre l’intervento ipotizzato dallo studio di fattibilità (SdF) della Giunta Regionale della Campania per la riqualificazione del porto turistico di Forio, ipotizza che il porto di Forio può dimensionarsi intorno ai 450 posti barca nel massimo periodo di esercizio contro la soluzione dello studio che mira all’offerta di circa 336 posti barca per la migliore qualità a discapito della quantità. In pratica il numero dei posti barca realmente utilizzabili per lo stallo di lungo periodo, tenuto conto della riserva di posti destinati ai transiti non potrà superare i 300 posti.

LE FOGNE E LA QUESTIONE IGIENICO-SANITARIA

C’è poi anche la questione igienico-sanitaria. Nella sua diffida, Aniello Morgera sottolinea che “E’ stato, tuttavia, accertato che nel porto di Forio, a pochi metri dal porto turistico, v’è lo sbocco di una grande fogna (i Vigili Urbani la chiamano alveo) che scarica direttamente sull’arenile e, dunque, sulla battigia le acque luride e, probabilmente, liquami di deiezioni della città (rifiuti organici) con la conseguenza che le acque del mare si colorano di giallo mentre lo sversamento produce odore nauseabondo. E quanto alle linee elettriche, esse non sempre sono protette e salvaguardate meccanicamente. Quanto basta per concludere che il solo stato precario in cui si trovano il molo di sovraflutto e sottoflutto del porto a definire inagibile il porto, ed a riguardo il ricorrente ribadisce con forza che “che basta l’inagibilità dell’imboccatura di un porto per poterlo definire tale con la conseguenza che nessun natante, grande o piccolo che sia, commerciale o da diporto può entrarvi. A che serve che in un porto non agibile vi sia un’area riservata alla nautica da diporto dichiarata agibile, dopo i collaudi? Ma supponiamo che in spregio a quanto sopra evidenziato, specie circa il molo frangiflutti, dovesse valere eventuale atto che ne permettesse invece l’agibilità, dovremmo concludere che gli ‘altri’ si sono serviti pedissequamente de ‘l’Arte di ottenere ragione’ operando con uno degli stratagemmi. Ma questa è solo filosofia. Noi diciamo, invece, che gli ‘altri”’sarebbero privi dei cinque sensi e, dunque, non relazionati con la realtà che ci circonda. Menomale, però, che c’è una valida documentazione fotografica che dimostra, in modo inequivocabile, lo stato precario e le deficienze delle strutture oggetto di attenzione (protezione e funzionamento). E ciò che ci rattrista non poco è che – nell’attesa che si verifichi ‘la tragedia annunciata’ – si soggiaccia nella più profonda imperturbabilità!”. Concetti che, stavolta, vengono esternati in maniera molto chiara e diretta, con un gergo più pratico che giuridico, come in fondo è anche giusto che sia.

“IL PORTO DI FORIO NON PUO’ RITENERSI AGIBILE”

La conclusione a cui arriva in estrema sintesi Morgera per il tramite dell’avv. Bruno Molinaro è che “sul piano tecnico giuridico, la conseguenza di tutto quanto sopra riportato è che il porto di Forio, alla luce delle accertate anomalie e norme varie, non può ritenersi agibile”. E poi si passa all’elencazione di una serie di articoli e normative tra i quali quello che rimarca come “il certificato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati valutate secondo quanto dispone la normativa vigente”. Per poi aggiungere che “è noto, peraltro, che il rilascio della predetta certificazione di agibilità è prescritto dalla nomativa vigente con riguardo non soltanto agli immobili ad uso strettamente abitativo, ma anche a quelli adibiti (o da adibire) a scopi diversi, purchè l’attività che vi si dovrà svolgere preveda comunque un uso che comporti la frequentazione da parte delle persone, appunto, in un’area portuale”. Pensiero ribadito ancora quando si afferma che “è innegabile che allo stato non sia consentito alcun utilizzo delle strutture portuali per difetto assoluto delle condizioni di igienicità, sicurezza ed assetto strutturali e comunque per mancanza del certificato di agibilità di cui all’art. 24 del dpr 380/2001”. Di conseguenza, va poi evidenziato secondo Aniello Morgera “che la mancanza del certificato di agibilità fa sì che anche in caso di accertamento di opere abusive, queste non possono affatto ritenersi ultimate, con la conseguenza che non può dirsi nemmeno cessata la permanenza del reato e maturata la relativa prescrizione”. E sul punto, come viene riportato nell’atto di diffida, la Corte di Cassazione si sarebbe espressa in maniera inequivocabile. Da qui la richiesta al Comune di adottare una ordinanza di inagibilità del porto di Forio con interdizione e sgombero dell’area oggetto della concessione demaniale, per carenza assoluta delle condizioni di igienicità, sicurezza ed assetto strutturale e comunque per mancanza del certificato di agibilità.

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