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Il parcheggio ex Jolly, le “leggerezze” e i progetti di basso profilo

«Parcheggio Jolly avanti tutta: da decenni il copione standard delle grandi opere “made in Ischia”»,  così titola Quischia.it in riferimento all’incontro pubblico promosso dal Pciml contro  l’ennesimo scempio ambientale che la mano pubblica propone per l’isola d’Ischia e, naturalmente, sempre con l’avvallo della Soprintendenza napoletana.

Esso dà spunti per richiamare alla memoria collettiva le tante strutture abbandonate mangia soldi che costellano il paesaggio dell’isola : la Caserma CC che doveva sorgere al Capizzo a Forio, la “ pompa di benzina” che doveva sorgere sulla costa a stretto contatto con l’eliporto  nei pressi dell’ospedale Rizzoli e dalla locale Caserma CC, la Caserma della Forestale che doveva sorgere nel Bosco della Maddalena/ Castiglione a Casamicciola Terme e .. se a tante strutture rimaste incomplete ci aggiungiamo l’intervento privato all’ingresso di Ischia Ponte per un parcheggio che si allaga di  mare e langue da tempo nell’abbandono più assoluto per responsabilità pubbliche o e private, si ha un quadro certamente non esaustivo e neanche lusinghiero, ma abbastanza significativo, di come l’isola sia vittima di “ leggerezze” istituzionali lasciandosi imbrigliare da politiche progettuali  di basso profilo che incidono sulla qualità ambientale e sull’identità e ricchezza delle singole realtà locali.

L’intervento  pubblico in discussione oggi, quello che si vuole realizzare ad Ischia a pochi passi dal porto e dall’Antica Reggia, interessa un’area sterrata da tempo destinata a parcheggio che in quanto tale accoglieva in via provvisoria e precaria le macchine della zona e quelle provenienti da ogni dove dell’isola. Ora quell’area, sulla base di studi progettuali tecnicamente perfetti ma sicuramente non in sintonia con le potenzialità e le aspirazioni di un paese che può  crescere nella qualità,  vedrebbe la sua “ riqualificazione” nella costruzione di un parcheggio sotterraneo ed uno ad esso soprastante leggermente rialzato rispetto al  livello stradale con una residuale area a verde. Un uso del sottosuolo e del preesistente con aggravi aggiuntivi rispetto al passato che sostanzialmente definiscono un nuovo degrado urbano ed anche un’occasione perduta per la città e per l’isola.

Se si esclude l’impatto visivo che sicuramente sarà migliorativo e che comunque andrebbe bene in una zona periferica, niente di più scandaloso sta per realizzarsi. La protesta degli ambientalisti va oltre l’impatto visivo e guarda al sito ed al suo contesto, non trascurando una riflessione critica sulla ricchezza termale della zona ritenendo insufficiente anche le rassicurazioni corali che attestano comunque la salvaguardia delle preziose acque termali che rendono ricca la zona. E’ evidente una inopportunità di detti interventi di scavo nel sito e nel centro abitato per l’incidenza negativa esso ha circolazione viaria, sulla qualità dell’aria e sulla vivibilità negata che verrebbe a realizzarsi.

Sono proprie queste le critiche che essi sollevano sollecitando un progetto alternativo al parcheggio anche se fosse solo a livello zero per avere una grande piazza libera da passaggi viari obbligati, sia pure dei soli residenti ( ? ) come dice il Sindaco; libera da residui di sostanze inquinanti da combustione, sia pure invisibili ed impercettibili e da rumori dove nel silenzio della natura e nel rispetto della stessa natura si possa sviluppare una felice simbiosi tra la città dei residenti di ogni età e quella degli ospiti per termalismo: un’area a misura d’uomo con tutta la ricchezza culturale e sociale di cui l’uomo sapiens è capace.

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Ma tutto ciò, a quanto pare, ancora non è maturo nella mente di tanti amministratori che, pur di dare contentini e fare consensi, seguono la via più breve, quella del disimpegno intellettuale. Ma ad Ischia,qualcosa già si muove contro: a quanto pare il Sindaco Ferrandino  è già alle strette con i suoi, certamente per motivi diversi di quelli degli ambientalisti, dal momento che una solida ed armoniosa alleanza tra diversi interessi e di tante avventure politiche sta per rompersi con il ricorso che i termalisti limitrofi all’area in discussione dicono di aver presentato al Tar per garantire i loro interessi, con probabili ricadute anche in Consiglio Comunale da poco eletto.

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Nicola Lamonica, coordinamento VAS Campania

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