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Pascale il “maratoneta”: Lacco Ameno tornerà a correre

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. A quasi  dieci mesi dall’insediamento della sua compagine amministrativa, e alla vigilia dell’apertura della nuova stagione turistica, abbiamo chiesto al sindaco di Lacco Ameno di illustrarci il suo punto di vista su alcune criticità che il paese del Fungo sta affrontando, e sui possibili sviluppi futuri.

Iniziamo con una vicenda che ha sovente reso difficili i primi passi dell’amministrazione da Lei guidata e che tutt’ora è in attesa di una soluzione: l’approvazione del bilancio riequilibrato 2014. Il consigliere d’opposizione Giovanni De Siano aveva pronosticato vita breve alla maggioranza, ipotizzando che forse non sarebbe arrivata a Natale. Egli oggi afferma che in qualche modo aveva visto giusto, dal momento che, senza la proroga del Prefetto dello scorso dicembre, il consiglio sarebbe stato sciolto..

«Come a volte ripeto ai miei consiglieri, spesso ho la sensazione che si voglia continua a suonare sul ponte della nave mentre essa sta affondando. Oggi il Comune di Lacco Ameno è quasi un comune-fantasma: carenza di personale in organico, servizi carenti. Ma la vera domanda da farsi è questa: se domani il consiglio venisse sciolto, oppure se io rassegnassi le dimissioni, con l’arrivo di un Commissario prefettizio (e Lacco oggi di tutto ha bisogno, fuorché di un nuovo commissariamento) e nuove elezioni, che cosa cambierebbe? Se il quadro politico non muta, rivinciamo le elezioni. Se invece cambia, arriva un nuovo sindaco, ma egli non potrà non ripartire dalle stesse identiche difficoltà che oggi io sto affrontando, a cominciare proprio dal famigerato bilancio riequilibrato 2014. Quindi non riesco a comprendere certe ostilità: oggi noi dovremmo mettere da parte le animosità e le pur legittime contrapposizioni politiche, e dovremmo prima di tutto collaborare per rimettere in piedi il paese, facendo ripartire la macchina amministrativa: solo allora potremo riaprire le “ostilità”. Altrimenti parliamo soltanto di aria fritta, senza alcun collegamento con la realtà. I miei predecessori, Tuta Irace e Carmine Monti, avevano una “macchina” amministrativa con qualche punto di ruggine, o con qualche marcia non funzionante. Oggi io non ho nemmeno la macchina! Stiamo cercando quindi di fronteggiare una situazione d’emergenza».

Tuttavia diversi cittadini ritengono che la Sua amministrazione sia comunque responsabile del dissesto, avendo governato Lacco Ameno per decenni, anche insieme all’attuale opposizione, guidata dall’ex sindaco Carmine Monti.

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«Vede, io tutti i giorni incontro per strada albergatori, commercianti, cittadini. Potremmo pure rimanere qui a lambiccarci il cervello sulle responsabilità, sugli errori, le colpe, ma ciò sarebbe un esercizio mentale sterile. Ciò che le persone mi chiedono è: “Bene, siamo in questa situazione per vari motivi, ma oggi e domani cosa farete per rimediare?”. Quindi la mia necessità è quella di dare risposte concrete e di guardare al domani. Comunque, quello che secondo me andava necessariamente fatto, era di evitare a tutti i costi la dichiarazione di dissesto finanziario. Non tanto e non solo per evitare certe situazioni di oggettiva difficoltà, ma soprattutto perché tutti i numeri dimostrano che Lacco non meritava il dissesto. E spero che ciò riusciremo a dimostrarlo, se ci lasciano lavorare, nel bilancio previsionale 2016».

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Ma resta ancora da vedere se sul riequilibrato 2014 il Ministero accetterà i vostri chiarimenti.

«Va precisato che la mia amministrazione non c’entra nulla con l’esercizio 2014. Paradossalmente, io mi sto sforzando di dimostrare che il comune poteva essere in equilibrio in un momento in cui governava una diversa amministrazione. Io devo necessariamente guardare al domani cercando di creare una programmazione per il futuro, mentre invece quell’atto contabile mi costringe a tenere la testa girata verso il passato. È quindi una situazione che speriamo di chiarire in tempi brevi. Stiamo dialogando col Ministero, al quale abbiamo prodotto i documenti necessari e le integrazioni richieste. Guardi, paradossalmente il punto non è quello di integrare o correggere l’atto contabile, ma addirittura di trovare materialmente colui che scriva i documenti stessi! Questo è il vero problema del comune di Lacco Ameno. E di qui nasce l’esigenza dell’estensione della pianta organica».

Parlando di questa carenza di personale, il Ministero non sembra molto ben disposto ad avallare un’estensione della pianta organica.

«Al di là delle notizie errate riportate da qualcuno, non vogliamo certo procedere ad assunzioni “clientelari”. La realtà è costituita dalle difficoltà provocate dall’insufficienza di personale, in termini di quantità e di preparazione, per portare avanti l’amministrazione. Noi abbiamo cercato di far comprendere al Ministero che il comune di Lacco ha i numeri e la capienza per avere 33 dipendenti più un segretario comunale con doppia funzione, mentre oggi abbiamo 18 unità, quindi ben sotto la soglia, e abbiamo evidenziato che i comuni d’Italia in media spendono il 50% del bilancio per il personale, mentre noi non raggiungiamo il 30%. Quindi non dobbiamo fermarci al dato eminentemente burocratico della dichiarazione di dissesto, che in realtà nel nostro caso ha un altro nome: “disorganizzazione amministrativa”. Se proprio non vogliono permetterci di assumere le tredici unità, potrebbero comunque dare il via libera per alcune unità in deroga nei ruoli-chiave necessari per far funzionare il Comune: tributi, servizio finanziario e ufficio tecnico. Con tali aree adeguatamente coperte, riusciremmo a ben operare, perché l’amministrazione annovera già tra le sue file consiglieri e assessori molto ben preparati. L’auspicio è che l’autorità preposta non resti su posizioni eccessivamente fiscali, ma che tenga nel dovuto conto i reali numeri di Lacco Ameno. Contiamo di trovare la strada per reperire maggiori entrate, mentre le spese sono ridotte al minimo».

E come pensate di reperire maggiori entrate?

«Si pensi ad esempio alla tassa di soggiorno, e a una maggiore azione contro l’evasione: già in tal modo Lacco può tornare ad avere un avanzo di bilancio».

Se però il Comune non riscuote i crediti, difficile ottenere avanzi…

«Non sempre i crediti accertati corrispondono a quelli incassati. E ciò in parte è dovuto alle sacche di evasione e in parte alla materiale difficoltà di riscuotere. Fra l’altro, fino a tutto il 2013 si tratta di crediti inclusi nel dissesto, per i quali il commissario D’Angelo concorda con noi le azioni adeguate per recuperarli. Noi abbiamo provato vari modi di riscossione: in proprio, tramite legali, affidando il ruolo a Equitalia, e preoccupandoci di non far prescrivere i crediti del 2010 predisponendo anche grazie al consigliere Leonardo Mennella tutti i necessari atti interruttivi. Non è nel mio stile scaricare le responsabilità del dissesto su coloro che mi hanno preceduto alla guida del paese. Anzi, con grande senso di responsabilità, insieme alla mia squadra, penso solo a come far uscire Lacco Ameno da questa situazione».

I lavori di ristrutturazione fognaria hanno ricevuto varie critiche. C’è forse il rischio di perdere i finanziamenti, visto che i fondi FESR non prevedevano deroghe al termine perentorio del 31 dicembre scorso?

«Le critiche sono state a mio parere eccessive. Questa era un’opera che il paese attendeva da cinquant’anni. Mi sono trovato nella difficile condizione di scegliere se “rischiare” nell’appaltare l’opera per non perdere il finanziamento, o magari di aspettare un altro mezzo secolo. Ho preferito la prima soluzione. Va detto che oltre la metà dei comuni campani si è trovato nella nostra situazione. Il presidente De Luca è intervenuto con una missiva ai sindaci dei comuni interessati da opere finanziate dai fondi europei, garantendo la rendicontazione di tali fondi al 31 dicembre, mentre per le somme a saldo la Regione ha individuato un capitolo di bilancio, dove sosterrà questi interventi per far sì che i lavori vengano completati in tutti i comuni della regione, e che i comuni stessi non rischino pesanti conseguenze per aver messo mano alla realizzazione di importanti opere infrastrutturali. Non ho alcun motivo di dubitare delle intenzioni della presidenza della Regione Campania. Non dimentichiamo che abbiamo dovuto subire vari rallentamenti, compreso un sequestro, per fortuna temporaneo. Ora non resta che completare le vasche di sollevamento. Il corso è stato già riaperto».

Avete messo a gara il servizio di raccolta e gestione rifiuti. A che punto è la procedura?

«La procedura di gara è ormai in dirittura d’arrivo. Eravamo in regime di proroga, e quindi bisognava necessariamente indire una nuova gara. Nell’arco di una o due settimane credo che si potrà conoscere il nome della ditta vincitrice».

Parlando di rifiuti, inevitabile riferirsi allo scoppio della recente inchiesta sull’asse Forio-Lacco, che ha visto coinvolto anche il Senatore De Siano insieme a un alto dirigente lacchese:

«Voglio essere franco: spesso alcuni giornalisti parlano di me e della mia amministrazione come se fossimo soltanto dei burattini pronti a prendere ordini dal senatore. Non ho mai risposto a queste affermazioni, ritenendole fuori luogo ma soprattutto davvero poco rispettose delle persone che ogni giorno cercano di svolgere al meglio delle proprie possibilità il ruolo per il quale sono state elette democraticamente. Non penso che si possa fare politica senza un partito e senza un leader di riferimento: per quanto mi riguarda, da molti anni il mio partito è Forza Italia, e il mio leader politico di riferimento è Domenico De Siano, che ricopre anche a livello regionale l’importante ruolo di coordinatore. Tutto qui: non ha alcun senso parlare di una presunta sudditanza personale. Per quanto concerne l’inchiesta, io sono convinto che De Siano riuscirà a dimostrare la sua innocenza: l’ho già ribadito, lo conosco molto bene e mi riesce così difficile pensare che egli abbia potuto essere autore di fatti come quelli che gli vengono contestati. Il responso del Senato nei giorni scorsi, seppur in termini politici e non ancora giudiziari, conferma il mio pensiero. Auguro al senatore di veder archiviata quanto prima la sua posizione, vedendo così riconosciuta la completa estraneità rispetto alle accuse. Di sicuro De Siano è un politico che non aveva alcun bisogno di ricorrere a certi mezzucci per finanziarsi o addirittura finanziare il partito come ho letto da qualche parte».

Qual è la sua opinione sulla prospettiva del Comune unico per l’isola d’Ischia?

«Il Comune unico è una necessità. Sarei soddisfatto anche se esso venisse realizzato “per decreto”. Oggi non ha alcun senso l’apparato amministrativo isolano,  vista la situazione dei vari Comuni che vivono le stesse problematiche, a partire dal turismo e dalla mobilità. Anche facendo un esempio isolato, non capisco perché Lacco e Casamicciola siano due comuni separati: di fatto, essi costituiscono un territorio unico, senza barriere fisiche. Il campanilismo esasperato oggi è sintomo di una visione fuori dalla realtà: nessuno dei sei comuni versa in una situazione agevole, sia dal punto vista del personale sia da quello economico, e soprattutto nessuno riesce più a erogare servizi di uno standard qualitativo adeguato per attrarre nuovi turisti. Se le decisioni restano ancora così frammentate è evidente che  non si riuscirà mai in tempi brevi a concretizzare l’enorme potenziale. Tuttavia noto che in questo momento esiste una buona intesa tra i sindaci isolani, anche se ciò non significa ancora poter affrontare concretamente i problemi con una visione unitaria. Resto convinto che il Comune unico possa essere l’alternativa a questo sterile frazionamento, ecco perché credo che sia ormai necessario un intervento “dall’alto”, non solo e non tanto dalla Regione, ma da Roma stessa, per arrivare all’unione amministrativa. In altre zone d’Italia si è arrivati spontaneamente a tale accorpamento, dal basso, evidentemente perché sono riusciti a fare un percorso culturale diverso dal nostro. Noi invece negli anni non siamo mai stati capaci di realizzare efficaci tappe intermedie, come delle valide unioni di servizi, che avrebbero potuto mostrare concretamente ai cittadini i vantaggi di un’unione amministrativa, permettendoci così di arrivare in modo “naturale” a tale traguardo».

 

Villa Arbusto: il gruppo di maggioranza sembra orientato a utilizzare un avviso a evidenza pubblica per cercare idee adatte a valorizzare il complesso della villa. Molti però già intravedono il pericolo di una sostanziale “privatizzazione” di un bene pubblico di importanza strategica e di grande valore economico e simbolico.

«Sono stato vittima per mesi di una vile aggressione da parte della stampa, non solo locale ma anche nazionale e internazionale, che mi ha dipinto come il sindaco che “vuole vendere Villa Arbusto”, ma come tutti hanno potuto constatare non c’era alcun atto che segnalasse tale assurda intenzione. Una vera bufala, che sotto certi aspetti è stata anche positiva perché ha provocato un grande aumento di visitatori, nell’ordine del 50%, quindi è stata una utile pubblicità. E anche gli attuali timori di una presunta “privatizzazione” sono assolutamente infondati. Innanzitutto va ringraziata l’assessore Cecilia Prota per tutto quanto sta facendo a Villa Arbusto. Abbiamo sottoscritto la convenzione con i Giardini La Mortella, un accordo importante ove si pensi all’importanza di quest’ultima nel circuito turistico isolano. Altra convenzione è quella stipulata con l’istituto Mennella per l’alternanza scuola-lavoro. Stiamo inoltre lavorando  a un progetto proposto proprio dall’assessore Prota circa una serie di manifestazioni da aprile a ottobre, di valenza soprattutto culturale, sempre incentrate su Villa Arbusto. L’intenzione di utilizzare l’avviso di evidenza pubblica va proprio nella direzione di individuare qualche privato che abbia un progetto interessante per Villa Arbusto. Tale procedura mette al corrente ciascun cittadino del fatto che un eventuale privato presenti un’idea-progetto per la villa, e permette all’amministrazione  di valutare l’eventuale bontà di tale progetto. Al di là delle chiacchiere, potremmo così verificare se c’è davvero qualcuno che ha la reale volontà di agire concretamente».

Le sue idee-guida per un autentico rilancio turistico.

«Io ho in mente un grande percorso turistico di natura museale-culturale. Lacco Ameno ha tre poli che rappresentano altrettanti tesori: oltre alla citata Villa Arbusto, esistono gli Scavi di Santa Restituta e quelli in località Mazzola. Con un’opportuna intesa con la Curia e  con la Soprintendenza ai Beni archeologici, credo che Lacco Ameno possa inaugurare una “terza via”, quella di una nuova nicchia nel panorama turistico che vada oltre il solito dualismo “balneazione-termalismo”. Penso che Lacco Ameno abbia siti d’interesse tali da riuscire a centrare tale obiettivo. Ovviamente è necessaria un’adeguata regia e la collaborazione di tutti. Finora ho registrato la massima disponibilità da parte di Sua Eccellenza il Vescovo, Monsignor Pietro Lagnese, e della Soprintendenza ai beni archeologici. Anche la politica dovrà fare la sua parte, e mi sto adoperando affinché tutto ciò possa trovare concreta attuazione già nell’ambito del mio mandato, anche perché sui nuovi assi prioritari del POR Campania 2014-2020 (Programmi Operativi Regionali, ndr) c’è un asse legato ai beni culturali. Io penso che Lacco Ameno, per poter ambire alla realizzazione di idee del genere, debba prima munirsi di un serio, concreto e fattibile progetto, e successivamente, insieme agli altri soggetti istituzionali, trovare la via per farlo ammettere ai finanziamenti. Sono tre i “pallini” principali che voglio portare avanti: la mobilità sostenibile, il ripascimento degli arenili e il percorso culturale che le ho appena esposto. Sono soltanto sogni? Beh, le dico che io continuo non solo a sognare, ma mi adopero quotidianamente per realizzarli, nonostante le molte difficoltà che dobbiamo affrontare».

 

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