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PENSIERI IN LIBERTA’, Forio? Come al solito non si è fatta mancare nulla

Non sarebbe stata Forio se, per una volta, le cose e gli eventi avessero assunto una pur minima parvenza di normalità. Ma all’ombra del Torrione la parola “normalità” è ormai bandita da tempo dal dizionario ed anche la presentazione delle liste conclusasi ieri mattina a mezzogiorno (oddio, si fa per dire, ci sono voluti i tempi supplementari ma su questo tutto il mondo è paese) non ha voluto essere da meno. Partiamo da un assunto, che non può che far riflettere. I candidati al consiglio comunale sono addirittura 320, un vero e proprio esercito, una roba assolutamente inimmaginabile appena qualche annetto fa. E’ il segno di una politica malata, malatissima, in preda a una deriva che anche sull’isola sta prendendo una piega devastante ancor più che preoccupante. I primi segnali, le prime avvisaglie, si erano registrate lo scorso anno a Ischia quando gli aspiranti consiglieri furono 256. Chi scrive all’epoca dei fatti ebbe modo di appurare personalmente che qualcuno era stato tirato per la giacchetta, a qualcun altro era stata chiesta la cortesia e proprio non si poteva dire di no, qualcun altro ancora nemmeno sapeva che quella firma posta per l’accettazione della candidatura si sarebbe realmente tramutata in un’investitura. Un quadro desolante, che più desolante non si può.

O meglio, non si poteva. Perché ieri Forio ha voluto rimarcare ancora una volta la propria primogenitura: per la serie, come noi nessuno mai. E’ una deriva, dicevamo, colpa anche di un sistema elettorale drammaticamente “masochistico”. Un primo cittadino viene eletto, ma magari per farlo – con un vero e proprio esercito al seguito – è costretto poi a pagare una serie infinita di cambiali elettorali ed a rimanere schiavo anche di qualche soggetto che ha magari contribuito alla causa con poche decine di voti. Pensare che si possa andare avanti così è francamente impensabile, così come riuscire a governare un paese assume le sembianze di una “mission impossible” perché si è incatenati e vincolati a centinaia di cose e naturalmente anche persone. E così un’amministrazione locale vivacchia, senza mai riuscire ad andare lontano. Siamo seri, con tutto il rispetto e senza voler fare “discriminazioni territoriali”, non potevamo certamente aspettarci che l’inversione di tendenza arrivasse da Forio, e le impressioni dell’ultimo mese e anche dell’immediata vigilia avevano già tracciato il solco in maniera chiara e netta. Vedere tanta gente costretta a prestarsi a biechi giochi del genere (perdonatemi, ma a 320 volontari non ci credo nemmeno se me lo vengono a confermare in fila indiana) è uno spettacolo tristissimo: verrebbe voglia di raccogliere da tutti quanti loro l’idea che hanno di paese, immagino che almeno nella maggioranza dei casi ci sarebbe da ridere.

Il resto è il clima che si respirerà. Inutile appellarci al “galateo”, le prime schermaglie sono terrificanti. Qui c’è gente che si sta mandando a fare in culo da ieri pomeriggio sui social discutendo di chi non si è candidato e chi invece lancia i suoi primi proclami elettorali sparando letame sull’avversario. Non proprio il miglior messaggio, considerato che qualcuno finirà col vincerle queste elezioni. Ma in fondo, se ci pensate, non è nulla di diverso da quello che ha caratterizzato la politica foriana negli ultimi anni, anche in una sede istituzionale come il civico consesso. Insomma, si parte con la campagna elettorale in attesa del 10 giugno. Ci sarà tanto da raccontare e di cui parlare. A Forio una virtù ce l’hanno e nessuno gliela può toccare: in certi casi non si fanno mancare davvero nulla. E le elezioni sono proprio uno di quei casi…

gaetanoferrandino@gmail.com

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