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Potere al Popolo pronto alla sfida, a Forio la presentazione del progetto

Gianluca Castagna | Forio – Popolari, radicali e di sinistra. Convinti che l’antidoto migliore contro la disaffezione alla politica e la crisi della sinistra non risieda tanto in promesse, parole o nel ritualismo democratico dell’urna elettorale, quanto nella prosecuzione di quell’impegno sociale che tutti i giorni portano avanti gli attivisti di questo nuovo progetto che rischia di entrare in Parlamento o, perlomeno, fare molto male ai partiti di centro-sinistra, rovesciandone il tavolo delle ambiguità.
Un piede nelle istituzioni (se ci si riesce), mille nelle strade.
Uguaglianza sociale, redistribuzione del reddito, lavoro, welfare, spesa pubblica, parità di genere, difesa dell’ambiente, assemblee popolari, antifascismo, lotta per i deboli. Compresi gli immigrati, i capri espiatori per eccellenza. Proprio loro, quelli che agitano le notti di chi lotta per la salvezza della razza bianca dall’invasione allogena.
Potere al Popolo elabora i suoi progetti con forte convinzione ideologica e nessuna disponibilità a venire a patti con i modelli economici dominanti. Tiene duro e propone le sue ricette. Tutte, anche quelle fuori tempo massimo, senza compromessi.
Forse non entreranno in Parlamento ma se non provi ora a proporre un modello autenticamente alternativo dopo la crisi economica più lunga degli ultimi cento anni, allora quando?

Potere al popolo nasce per iniziativa del centro sociale napoletano Ex Opg – Je So Pazzo all’indomani del “fallimento del Brancaccio”, quando, di fronte all’ennesimo tentativo di riunire la grande famiglia di Sinistra, a una moltitudine di assemblee di cittadinanza attiva riunite per cercare di creare un’alternativa dal basso, i capi politici fuoriusciti dal PD calavano dall’alto la lista elettorale “Liberi e Uguali”, il cui referente veniva indicato nell’uomo immagine istituzionale, Pietro Grasso. Meglio sbaraccare ma non fermarsi.
L’iniziativa presa dai militanti dell’ex-OPG napoletano di proporre una lista autonoma e indipendente raccoglie subito l’adesione di tanti collettivi sparsi nel Paese, sindacati di base, movimenti, associazioni e partiti come Rifondazione Comunista. Servono le firme per presentare le liste? Via ai banchetti. Contro ogni previsione, e a dispetto delle lagnanze di Emma Bonino («è impossibile raccoglierle in così breve tempo»), la raccolta supera tutte le aspettative. Ne bastano 25.000, ne arrivano oltre 40.000. Passo successivo, la composizione delle liste. Senza “paracadutati”, con il cento per cento dei candidati scelti sul territorio da migliaia di persone in libere assemblee. Insomma, guardarli con troppa sufficienza proprio non si può. Se non altro perché, nei deliri della campagna elettorale, sembrano più seri loro di tutti gli altri partiti impegnati a estorcere il voto con i “pacchi di pasta” (vi tolgo l’Imu, vi tolgo il canone, vi tolgo il bollo auto, vi tolgo l’Iva, vi tolgo le tasse universitarie, vi tolgo Irap).

Potere al Popolo ha presentato il suo progetto politico domenica mattina nella sede dei Marinai d’Italia di Forio. Presenti, tra gli altri, Michele d’Ambra, segretario sezione isola d’Ischia di Rifondazione Comunista, e Aniello Nasti, il candidato alla Camera nel nostro collegio uninominale.
«Potere al Popolo è scesa in campo da poche settimane», spiega Michele D’Ambra, «ma grazie alla sua presenza sui territori, è riuscita a intercettare categorie di persone lontane dalla politica che nemmeno Rifondazione, anche per un problema generale di crisi dei partiti, riusciva più a intercettare. Penso ai tanti giovani, dai 20 ai 25 anni lontani dal partito e dalla politica. Ho partecipato a diverse assemblee, in queste ultime settimane, tutte affollatissime e piene di entusiasmo».
«Il punto – prosegue D’Ambra – non è tanto raggiungere il 3% per entrare in Parlamento, ma tessere una rete politica prima di un partito che voglia vincere la sfida delle elezioni. L’obiettivo di una sinistra degna di questo nome nasce il 5 marzo, quando si tratterà di tenere unite le realtà della sinistra territoriale, tornare a quella “connessione sentimentale” di cui parlava Gramsci, avviare un processo organizzativo più ampio, qualunque sia il risultato nelle urne. Mi auguro fortemente che la Sinistra dimostri coraggio e intelligenza nel saper continuare questo percorso».
Con o senza Rifondazione? «Sono anni che promuoviamo liste unitarie, dove non c’è più il nostro simbolo», ricorda D’Ambra. «Purtroppo abbiamo verificato che dopo il passaggio elettorale, al di là del risultato positivo o negativo, quelle liste si sono sciolte. Se dopo il 4 marzo, Potere al Popolo riuscirà a restare unito proseguendo con convinzione un percorso politico, prima ancora che elettorale, allora si potrebbe anche prendere in considerazione di sciogliere il partito e far diventare Potere al Popolo un’organizzazione. E’ presto per parlarne. Con Potere al Popolo abbiamo a Ischia una grande chance e non vogliamo sprecarla».

Dal Laboratorio politico Kamo e dall’esperienza dell’occupazione del centro sociale Je so’ pazzo (ex ospedale psichiatrico giudiziario nel quartiere Materdei) arriva Aniello Nasti, 28 anni, di Marano, ex Rifondazione (tesserato fino al 2013), ma soprattutto attivista sul territorio nella periferia dell’area nord di Napoli. Lotte contro la devastazione ambientale dell’area a partire dall’inceneritore a Giugliano, la discarica di Chiaiano, gli ecomostri collegati alle direttive dello Sblocca Italia. Soprattutto tante iniziative di lavoro mutualistico. Solidarietà dal basso contro i meccanismi di desolidarizzazione imposti dall’alto.
«Non siamo l’ennesimo partitino che si accomoda a sinistra», precisa Nasti. «D’altro canto, la selezione dei nostri candidati è avvenuta nelle molteplici assemblee territoriali. I criteri di selezione sono l’appartenenza alle lotte sociali per il territorio, le vertenze che riguardano il lavoro, la difesa dell’ambiente. Candidature che vengono dalla lotta, radicate nel loro tessuto militante e non certo calate dall’alto. Non siamo i cartonati espressi dall’attuale sistema parlamentare. Per questo l’esperienza di Potere al Popolo dovrebbe rappresentare un motivo di riflessione per i quadri dirigenti che hanno portato la sinistra a questo scempio, votando il Jobs Act o il pareggio di bilancio in Costituzione».
32 ore settimanali, ripristino della scala mobile e dell’art. 18 Statuto dei Lavoratori, nazionalizzazione della Banca d’Italia. rottura del vincolo di subalternità alla NATO e rescissione di tutti i trattati militari. Ma anche patrimoniale, matrimonio egualitario, tetto per gli stipendi e le liquidazioni dei grandi manager. Utopie fuori dal tempo o traguardi a portata di mano? «All’interno di questa cornice istituzionale può sembrare certo un’utopia» osserva Nello Nasti, «ma non ci dimentichiamo che la sinistra è anche un sogno collettivo di trasformazione sociale, per cui bisogna guardare al di fuori e oltre questa cornice e partecipare. Sappiamo che ripristinare l’art 18 o eliminare il pareggio di bilancio in Costituzione non sono scelte compatibili con il sistema, come non lo è la piattaforma Rifiuti Zero. Ma siamo per una trasformazione sociale, ribaltare i rapporti di forza che vigono in questo paese».

Il popolo che vuole rappresentare (e riunire) sembra un po’ quello dei 5Stelle, al lordo di un impianto ideologico. «Di certo non ci interessa convincere Marchionne. Guardiamo ai lavoratori, a chi subisce vessazioni, chi non ha lavoro, ma anche il popolo degli astensionisti. La politica oggi è autoreferenziale: un mio coetaneo non vota perché il teatrino politico che è costretto a seguire non parla dei suoi bisogni materiali». «A Di Maio – continua Nasti – direi: ok, l’onestà è una pre-condizione, ma che ne pensi della questione lavoro? Vorrei che se ne occupassero più spesso nelle loro riflessioni, che ci parlassero di sfruttamento, è una parola che non sento mai nei loro interventi. Potere al Popolo è sceso in campo anche per evitare una compagna elettorale schiacciata tra un populismo che guarda a destra (Lega, M5S) e un Pd che ha contribuito a realizzare questo scempio. Liberi e Uguali non li considero, perché non sono altro che un cartello elettorale. D’Alema lo sta dicendo chiaramente: sono anti-Renzi, non anti-PD. Liberi e Uguali è solo un’operazione per riprendersi il partito».
Un invito agli isolani che vogliono partecipare al progetto. «Uscite allo scoperto, unitevi, parlate con le persone che sentono le vostre stesse cose Vedete come si può essere incisivi politicamente. Bisogna partire dalle istanze del territorio, difendere i diritti che ci hanno tolto. Cominciare con il presidiare la Sanità pubblica, ad esempio. Controllare cosa succede all’interno, offrire pratiche di mutualismo per entrare nella concretezza dei problemi».
Inevitabile la fatale domanda: Potere al popolo sarà presente alle prossime elezioni comunali a Forio? «E’ prematuro», afferma Michele D’Ambra. «Ci sono stati dei contatti (con Franco Monti), ovviamente è troppo presto valutare l’opportunità di partecipare, in ogni caso sarà l’assemblea a decidere. Per ora continua e si rafforza l’impegno sul territorio, che è la nostra vera sfida, in parte sganciata dai prossimi appuntamenti elettorali. Se alle Politiche del 4 marzo riuscissimo a confermare i 700/800 voti espressi dagli isolani per la lista Tsipras alle Europee, potremmo dirci soddisfatti». Tanto da tentare l’avventura foriana? Non si va oltre un sibillino “Vedremo”.

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