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Quando una scuola è essere casa senza confini

Da bambina immaginavo sovente passaggi nascosti fra mondi lontani e sconosciuti e ne cercavo gli accessi: dal sottoscala in casa di mia nonna, dalla cappa della cucina, dalla fenditura sotto una montagnella di roccia nella pineta sita dietro casa … Non ho mai ipotizzato che quello attorno a me fosse l’unico mondo possibile. Poi, con la fantasia, completavo il passaggio e nascevano storie fantastiche e avvincenti da raccontare a coetanei o più piccoli, i quali rimanevano sbalorditi e desideravano emularmi. Per i bambini le diversità costituiscono motivo di fascino, il nuovo è continuamente ricercato, risponde alla curiosità, a un dilagare della mente verso nuovi orizzonti, processo che è alla base di ogni crescita. Il bambino istintivamente non conosce confini.

L’infanzia è continuata fra avventure e giochi nella pineta e letture di ogni tipo (imparai precocemente a leggere e scrivere) da libri, che mi venivano copiosamente regalati da tutti i miei cari. Ben presto, sempre durante l’infanzia, cominciò l’altra mia attività, quella che non avrei più abbandonato: insegnare. Ai più piccoli, a parenti, ai figli di amici dei miei familiari. Un insegnamento – intrattenimento, che nasceva dal desiderio di condividere e dalla curiosità di sperimentare reazioni e conseguenze. Poi divenne anche la risposta a un’altra esigenza, l’autonomia economica, un fattore di orgoglio, che mi portava a non chiedere ciò che desideravo. Leggere, insegnare, ma anche raccontare, immaginare, arrampicarmi, mettere alla prova fisico e mente, “cercare”, sono stati sempre facce della stessa voglia di raggiungere mondi sconosciuti e di interagire.

Oggi sono al Mattei, insegnante di Lettere. Oggi, ma non da oggi. Sono oramai una veterana. Quando al mattino giungo di fronte all’istituto, mi meraviglio sempre che sia un parallelepipedo, dai volumi così scolpiti e definiti. Poi entro e dimentico. Il Mattei è un porto di mare: colleghi che affluiscono da tante realtà diverse, un fare laboratoriale che si è affermato sempre più nel tempo, ragazzi dei vari comuni isolani, ma anche, come ormai è normale e meraviglioso in una società multietnica, di origini lontane. Come tutte le scuole, certo, ma anche in un modo unico che viene riconosciuto da chiunque vi approdi. C’è uno stile “Mattei”, un essere assieme, una condivisione affettuosa, favoriti, negli anni, da un gruppo di docenti, “antiche glorie”, alcuni ormai in pensione, alcuni che ci hanno lasciato fisicamente per entrare nella storia della nostra comunità, alcuni ancora in piena attività. Un brio, un’atmosfera intensa vivacissima, frenetica, lavoro e stare assieme, accoglienza, aiuto operativo reciproco, un relazionarsi costante favorito anche dai mezzi che la tecnologia offre. Il salutarsi con calore, ogni giorno, come se non ci si vedesse da tempo, un abbracciarsi, la vicinanza nei momenti problematici, ma anche in quelli di festa: i tavoloni centrali delle sale di adunanza sono spesso ricchi di offerte deliziose per il palato e per lo spirito.

Parlavo di sale di adunanze: arredi e spazi sono stati trasformati. Anche nell’androne di ingresso sono stati disposti tavoli, sedie, fra i libri riposti negli armadi lungo le pareti. I ragazzi, prima del suono della campanella che annuncia l’inizio delle lezioni, vi si siedono, trovando riparo dal freddo e dalle intemperie, si relazionano, ripetono i compiti … I professori talora vi ricavano spazio per lezioni alternative, per attività favorite dalla destrutturazione degli ambienti canonici… E poi i laboratori, dei vari indirizzi, gli indirizzi stessi che si moltiplicano a sperimentare e venire incontro a molteplici esigenze, i progetti per uscire e incontrare quei mondi che ai ragazzi appaiono ancora “altro”. Il Mattei, nella piccola, benché incantevole Casamicciola, è immenso, non ha pareti, come diceva una vecchia canzone di Paoli: dalle sue finestre adulti e ragazze si perdono talora a guardare cielo e mare, sulla terrazza all’ultimo piano l’anima si dilata: lì abbiamo festeggiato l’anno scorso, in un radioso giorno di primavera, il ritorno “a casa”, dopo il sisma: siamo tornati presto, prestissimo rispetto alle previsioni, e abbiamo brindato gioiosi. Noi, la comunità del Mattei, un terremoto di energia positiva, infinitamente superiore a quello che ogni tanto ci minaccia.

La scuola comunità, casa senza pareti, senza confini, è la risposta alla ricerca di altri mondi, li raggiunge, li mostra alla conoscenza e all’esperienza, senza barriere, senza pregiudizi, ma con la curiosità e il desiderio di incontrarsi e interagire. Con la certezza che si può fare sempre di più e meglio.

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* DOCENTE ITCG E. MATTEI

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