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Rotolando sempre più giù

La scorsa settimana l’argomento trattato è stato l’attenzione che i nostri politici locali riservano agli atti amministrativi che pur approvano nelle assemblee elettive, anticipandovi i disastri finanziari che sono alle porte. Questa settimana gli effetti della disgregazione del nostro “sistema isola”, mi determinano a riproporvi, da queste colone, altri virtuosismi nostrani per i quali come in una partita di briscola provo ad aumentare il carico. Martedì 8 mi sono imbarcato sul traghetto per Pozzuoli delle 6,20, con la macchina di sempre. Allo sportello mi han chiesto se facevo il biglietto andata e ritorno e, come sempre, non sapendo con quale compagnia sarei tornato, ho detto di no. Mi è stata chiesta la somma di € 30,90. Essendomi apparso maggiorato il costo, sono andato a controllare i pregressi titoli e, in effetti, era così. La stessa compagnia aveva fissato sulla tratta da e per Pozzuoli lo stesso prezzo che aveva da e per Napoli. Messomi a sedere in una saletta inondata da quei fastidiosissimi rumori delle macchinette mangiasoldi, prive di controllo e delle obbligatorie informazioni di legge a tutela dei minori (ove tanti operai vi lasciano il salario della intera giornata), chiedo ad un trasportatore da quanto tempo il costo del biglietto è aumentato. Vengo a sapere che la compagnia  ha fatto una “rivoluzione copernicana”. Il costo del biglietto è sì aumentato ma, se acquisti (nel mio caso credo fosse € 40,00) il titolo per l’andata e per il ritorno, da utilizzare nella stessa giornata, puoi rientrare sia da (e per) Pozzuoli che da (e per) Napoli, con lo stesso biglietto. Il principio in sostanza è: chi alla mattina va in continente con l’auto e acquista il biglietto andata e ritorno, quando ritorna può farlo a sua  scelta sia da Pozzuoli che da Napoli. Appare una concessione benevola per l’ischitano pendolare in quanto ti consente con un unico prezzo di fare tratte di diversa lunghezza. Tradotto in pratica è cosa diversa. Prendendo innanzitutto atto che la stessa compagnia, non si sa in base a quale autorizzazione, non ha ridotto il costo della tratta maggiore a quello della minore ma viceversa, succede che la stessa compagnia, pur avendo incassato il costo, non assicura e non informa in nessun modo se, in effetti, puoi partire per utilizzare la seconda corsa. Esempio: in possesso del titolo andata e ritorno, penso di prendere l’ultima partenza da Porta di Massa per Ischia. Vado alla biglietteria a validare il titolo (30 minuti prima) e mi dicono che non c’è più posto o che le condizioni meteo non consentono di partire da Napoli. Caso mai era possibile da Pozzuoli. Non ho il tempo per correre (a tentare) a Pozzuoli e ho perso non solo la possibilità del rientro ma anche il titolo in quanto non utilizzato nella giornata. E’ un’agevolazione o una truffa?.Per farsene una idea, basta leggere il retro del biglietto che viene consegnato all’utente, di poi il regolamento che la società di trasporto s’è dato (che dovrebbe, non lo è, essere portato a conoscenza dell’utente) e, con maggiore attenzione, è da leggere il Regolamento UE n. 1177/2010 che le società non utilizzano nemmeno come accessorio nelle toilette di bordo. Ritenendo che non si può, in un ritaglio giornalistico, spiegare i dettagli tecnici per definire, con i giusti aggettivi, certi comportamenti, ritengo che della vicenda se ne debbano interessare, le organizzazioni preposte ai controlli a partire dalla guardia costiera, dalla guardia di finanza e via via salendo ai quali indirizzerò un dettagliato esposto. Non potendosi tollerare oltre certe esagerazioni. Altro argomento, di cui nessuno sembra volersene interessare, è il costo dei carburanti. Sull’isola d’Ischia, nonostante il calo vertiginoso del prezzo del petrolio, benzina e gasolio mantengono aliquote record rispetto a quelle nazionali. La differenza oscilla tra i 40-50 centesimi e oltre a litro che, per chi percepisce uno stipendio, ancora in equivalenza con le vecchie lire, corrispondono alle 800 – 1000 lire in più per ogni litro erogato. Gli autotrasportatori dell’isola vanno a fare il pieno a Giugliano ove un distributore fornisce il gasolio ad € 1,02 a litro. I possessori di veicoli, invece, devono per forza far rifornimento sull’isola, patendo un salasso non giustificabile. A prescindere dal legittimo aumento di 5 cent. a litro per il trasporto, qualcuno è disposto a spiegare, al lettore, come si giustifica l’ulteriore differenza? E’ uno stato di fatto che impone una verifica seria dell’intero comparto e di come è possibile che, compagnie diverse che sul continente hanno prezzi diversi sull’isola hanno un solo prezzo. Non penso che ci si debba interessare del sistema di distribuzione dei carburanti solo quando qualcuno nota che, alla pompa, l’erogazione parte con oltre mezzo litro di ritardo. Che fanno le varie associazioni (consumatori, antitrust, commercianti, albergatori) e i tutori della fiscalità sul punto?. Si guardano allo specchio o si succhiano le dita? Io spero che intervengano prima che saremo costretti a fermare le auto o andare a Napoli a nuoto.

 

 

 

 

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