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Salute Mentale: c’era una volta la SIR

di Sara Mattera

Essere la voce di chi voce non ne ha. Questo è stato l’invito lanciato, Giovedì pomeriggio, dai membri del Comitato di Cittadinanza attiva, in un incontro, presso l’episcopio di Ischia Ponte, che ha avuto come protagonista l’ormai ex centro di Salute Mentale di Ischia. Un incontro organizzato sia per dare luogo ad una piccola festicciola pre-natalizia per quei pochi pazienti psichiatrici rimasti qui sull’isola dopo lo smantellamento della Sir di Ischia, sia per celebrare, con una cerimonia religiosa la memoria  di uno dei pazienti della ex Struttura Residenziale isolana, Giovan Giuseppe Trani, venuto a mancare, recentemente, per un’insufficienza cardiocircolatoria.  Ed è proprio la  sua scomparsa,  avvenuta improvvisamente ad Ottobre,  nel periodo successivo alla chiusura del Centro di Salute mentale di Ischia,  ad essere stata, forse, l’ultima goccia del lento ed inesorabile declino dei servizi igienico sanitari dell’isola. Giovan Giuseppe, infatti, il cui quadro clinico non aveva mai destato particolari preoccupazioni nei mesi scorsi, non ha retto, probabilmente, alle vicissitudini  che hanno visto protagonista la Sir di Ischia ed è  morto a Napoli, lontano dalla sua isola e da chi, per anni, lo aveva tenuto in cura. E come lui, anche gli altri ospiti del Centro di Salute mentale di Ischia che, sballottati a destra e manca da una sede all’altra nell’ultimo anno, non hanno sopportato la situazione, tanto che il loro quadro clinico si è aggravato. Le scellerate decisioni di spendig review adottate dall’ Asl Napoli2 Nord, hanno, quindi, rappresentato il colpo di grazia per chi già era in condizioni di salute poco stabili e hanno portato via uno dei pochi luoghi in cui i pazienti, affetti da problemi psichiatrici, potevano trovare “rifugio”e affetto. Ed è proprio per riportare alla luce la drammatica situazione dei pazienti all’indomani della chiusura della Sir, il motivo per cui è stato organizzato l’incontro di giovedì e nel quale, i membri del Comitato di Cittadinanza attiva hanno voluto ripercorrere, alla presenza di una quarantina di persone, i momenti più salienti che hanno interessato il Centro di Salute Mentale di Ischia, negli ultimi mesi: dall’incendio di Villa Stefania allo smantellamento della Sir, al trasferimento di alcuni pazienti in strutture sulla terraferma e di altri invece, considerati, improvvisamente dalle perizie dell’Asl, con un quadro clinico non grave,   in una Comunità Alloggio, qui sull’isola, dove, però, come già detto in altre occasioni,  i servizi garantiti sono ridotti al minimo storico. Tutte decisioni prese dall’ex commissaria dell’Asl, Agnese Iovino, che, nei mesi scorsi, hanno destato le polemiche e le preoccupazioni di chi, per oltre un decennio,ha vissuto a stretto contatto con i pazienti psichiatrici e sapeva che lo  smantellamento della Sir avrebbe solo aggravato la situazione. Nessuno però a potuto fare nulla per contrastare tutto ciò, meno che mai i Comuni dell’isola che si sono ritrovati, improvvisamente,  non solo a dover gestire una simile emergenza sanitaria, ma anche a dover fare i conti con le spese di degenza dei pazienti psichiatrici che l’Asl ha improvvisamente deciso di addossare loro: somme pari a circa il 70% delle spesa totale. Motivo questo, come già detto in precedenza, del ricorso al Tar, avanzato, circa un mese fa, dal  Comune di Ischia che ha richiesto l’ intervento della giustizia amministrativa affinchè si facesse luce sugli aspetti più contrastati del della chiusura della Sir. Oltre il danno, anche la beffa, insomma. Alla luce di tutte queste vicende, il Comitato di Cittadinanza attiva, che non ha mai smesso di stare al fianco dei pazienti, delle loro famiglie ma anche degli stessi operatori del settore, ha deciso, quindi, di  indire, per le prossime settimane, una conferenza di servizi, alla quale sono state invitate a partecipare tutte le istituzioni, sia locali che regionali. “Abbiamo deciso- ha detto Luciana Zabbatta- di indire questa conferenza dei servizi con la partecipazione dei Comuni, dell’Asl e della Regione, prendendo spunto dall’incontro, avvenuto lo scorso settembre, con Lello Topo, che ci ha sollecitato a portare avanti un’ azione del genere. Vogliamo un tavolo di confronto nel quale possiamo mettere in chiaro quali siano le esigenze del nostro territorio e trovare, insieme, delle soluzioni. “La Conferenza dei Servizi in questione è stata ampiamente appoggiata dal vicesindaco del Comune di Ischia, Enzo Ferrandino, che, presente all’incontro ha ribadito la sua piena disponibilità nel portare avanti questa battaglia in nome di chi non ha la forza per poter combattere per i propri diritti. “Dobbiamo avere la capacità- ha detto il vicesindaco-di non spegnere la luce su questa tematica e sono convinto che lottando tutti insieme potremo avere risposte positive.”   Società civile e istituzioni sono, quindi, pronte a scendere in campo ancora una volta in nome della Sir Isolana e di tutti quei pazienti che stanno vivendo questa situazione in uno stato di profonda solitudine. “Le persone- ha aggiunto Antoniella Manzi- sono disorientate e confuse e non hanno più un punto di riferimento a cui rivolgersi.  Noi del Comitato vogliamo proporci come spazio di confronto e fungere da supporto e aiuto affinchè questa situazione non cada nell’oblio”.  Ed è in fondo proprio  questo aspetto a preoccupare di più: che la situazione del Centro di Salute Mentale cada nel dimenticatoio perché, in fondo, per gran parte della società civile, forse, “i pazzi non fanno rumore”.  Ad intervenire sulla vicenda, anche il vescovo  di Ischia, Pietro Lagnese che ha celebrato il rito religioso in memoria di Giovan Giuseppe e che ha rivolto una preghiera a tutti coloro che, come i pazienti psichiatrici non hanno le forze per combattere da soli e che sono stanchi di dover affrontare queste conseguenze devastanti. Proprio come Elena, la più affezionata residente della ex Sir isolana che, ha voluto prendere la parola: “Stavamo a Villa Orizzonte, poi a Casamicciola, poi accà allà, e accà e allà. Non ce la faccio più, mi hanno levato la casa, mi hanno levato tutto. Sono  anziana, e questi ti mandano allà, allà, allà…Voglio stà calma, tranquilla e serena. Non ce la faccio più”. Una testimonianza, certamente, che da piena voce a chi come lei, continua ogni giorno a sentirsi disorientato e che, spera che, il prossimo Natale, ci sia di nuovo un posto accogliente,  proprio come in passato, pronto ad ospitarlo.

 

 

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