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San Rocco fra i baranesi di Mar del Plata più popolare di San Sebastiano

San Rocco vince su  San Sebastiano Martire a Mar del Plata in Argentina. per via di una maggiore popolarità che gode fra i baranesi emigrati residenti in Sud America. Infatti a Mar del Plata i baranesi devoti del Santo francese di Montpellier sono riuniti in comitato e nel giorno della sua solennità gli fanno festa. Sede del loro concentramento è da sempre la  chiesa della Sagrada Familia dove la statua del santo è venerata e nelle occasioni particolari esce in processione fino al porto  insieme alle statue di San Giovan Giuseppe della Croce di Ischia, di San Giorgio del Testaccio e della Madonna di Montevergine dello Schiappone. Stranamente, di San Sebastiano non v’è alcuna traccia. Quindi San Rocco e basta, che secondo i baranesi di Mar del Plata, durante la processione grande, in sfilata, deve occupare sempre il posto davanti a quello della Madonna di Montevergine dello Schiappone. Una volontà fino ad oggi colà discussa, ma mai cambiata. Il culto di San Rocco a Barano è antico quanto lo  sono le acque della sorgente di Nitrodi. Si racconta che già nel XVII ai baranesi affetti da malattie corporale veniva data un’acqua particolare che lenisse le ferite. La chiamavano l’acqua di San Rocco. In pratica era l’acqua della sorgente di Nitrodi a Buonopane, fatta arriva alla chiesa al centro di Barano in appositi rudimentali contenitore. Quell’acqua che veniva distribuita ai fedeli presentava poteri medicamentosi  e guariva le ferite. Per la storia, tutte le antiche fonti scritte concordano sul fatto che Rocco sia nato da una famiglia agiata di Montpellier, in Francia, anche se per la verità mancano adeguati riscontri documentari.

Resta il fatto, comunque, che questo dato, ormai tradizionale, non è mai stato messo in discussione, né sono state avanzate proposte o ‘rivendicazioni’ alternative. Anche della sua famiglia si conosce ben poco, ed i tentativi di individuarla non hanno dato alcun frutto. Per alcuni studiosi, peraltro, Roch non sarebbe il nome, bensì il cognome; ma nonostante alcune ingegnose genealogie, l’ipotesi è risultata ben poco fondata. Tuttavia, la tesi più fortunata – ancor oggi – è quella che chiama in causa la famiglia Delacroix, ma anche in questo caso non esiste alcuna prova certa; anzi, Pierre Bolle ha fatto opportunamente notare, come importante documento a contrario, una contestazione addirittura di epoca seicentesca]. Il problema, dunque, rimane insoluto. Comunque sia, secondo la tradizione, Rocco nacque, festeggiatissimo, come un dono miracoloso che veniva al mondo quando i genitori Jean e Libère, molto avanti negli anni, avevano perso la speranza di avere un erede per l’antico casato. Ricevette un’educazione molto religiosa da parte della pia madre, che lo indirizzò verso una profonda devozione alla vergine Maria – a cui è associato in tutta l’iconografia che lo riguarda – e che lo spinse sin dalla nascita a diventare un “servo di Cristo”, ossia a seguire Cristo nelle sofferenze terrene prima di accedere alla gloria celeste, come si può notare dalla croce rossa marchiata sul suo petto come simbolo di vocazione eterna. Il suo sentimento religioso, i suoi comportamenti abituali (consolare il pianto dell’orfano, prestare assistenza all’infermo, dare da mangiare all’affamato), il suo carattere amabile nonostante le sue ricche origini, ricordavano a distanza di un secolo Francesco d’Assisi a cui Rocco era devoto[5]. A siffatte qualità d’animo con armonia si univano mirabili doti della mente grazie alla formazione sino all’età di vent’anni presso l’università di Montpellier, a cui affluivano giovani da ogni angolo della Francia. Perduti i genitori in giovane età, distribuì i suoi averi ai poveri e s’incamminò in pellegrinaggio verso Roma.

Michele Lubrano

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