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Sant’Anna 2017: tra religione, fascismo e massoneria

 Non tutti ci hanno fatto caso, ma intorno alla festa di S.Anna, non si intrecciano solo mire politiche di alcuni amministratori comunali, per accaparrarsene gestione e meriti. La conferenza stampa del 18 luglio, la cui cronaca è stata riportata da Isabella Puca sul Golfo, dimostra l’importanza politica che l’Amministrazione annette all’evento, tanto da temere le reazioni popolari rispetto all’attuale situazione di degrado in cui versa la chiesetta di S.Anna e di tutto il contorno ambientale e sacrale.

Al di là del protagonismo politico però, è in corso anche un tiro alla fune tra visione laica e istituzione ecclesiastica per dare alla manifestazione una connotazione orientata nel senso più gradito a ciascuno dei contendenti. Devo,per esempio, ritenere che un amministratore come Luigi Di Vaia sia più orientato verso un taglio laico della festa, mentre il dinamico Don Carlo, che in passato ha anche diretto la Festa, escogita continuamente stratagemmi (ma il suo è un legittimo tentativo di proselitismo religioso, anche se l’attuale Papa non ama molto il termine “proselitismo”) per mettere il marchio a tutto ciò che ad Ischia Ponte si muove. Per esempio, l’amplificazione e valorizzazione di tutte le ricorrenze religiose nelle Chiese e zone immedatamente vicine al Borgo: Madonna del Carmine, la Festa della Bambenella alla Mandra, la Festa dell’Addolorata e la Festa ( più grande di tutte) di S.Giovan Giuseppe della Croce.

A mio avviso, meglio che ci sia fermento e attivismo di qualunque matrice ( anche se contrastanti tra di loro) anziché registrare disamore e disinteresse. Ben vengano i tentativi di accaparramento ideale-spirituale. Il compito difficile,però, di assemblare le varie e contrapposte spinte, spetta al Direttore artistico e al delegato comunale. Ebbene, la Festa a Mare agli scogli di S.Anna 2017 si dibatte tra la visione religiosa di Don Carlo, la visione laica di Valentino e la tematica di Totò. Ergo, la Festa 2017 si dibatte tra cattolicesimo, fascismo e massoneria. E qui ci tocca svelare perché l’inserimento del terzo fattore. Non posso sapere se, quando l’Amministrazione comunale ha varato il tema che deve ispirare le Barche, ha pensato a Totò creatore di logge massoniche che, ovviamente, non è un aspetto negativo dell’artista, ma una sua libera espressione di pensiero. Certo, il rapporto di Totò con la massoneria non è uno dei 5 impegnativi paragrafi a cui le barche si devono ispirare. Meglio e più tranquillo ispirarsi al rapporto dell’artista con il cinema ( barca di Forio), con la musica ( barca di Casamicciola), con la maschera ( barca di Lacco Ameno), con la poesia ( barca di Ischia-Mandra). Totò massone avrebbe posto una pesante ipoteca sulla Festa. Il progetto elaborato dal Comune d’Ischia, col coordinamento di Consiglia Baldino, per il reperimento dei fondi ( 168.441 euro iva compresa) si chiama “ Ischia Paravise ‘e giuventù, viaggio attraverso la storia, le tradizioni e i luoghi di un’isola unica al mondo”.

Tale contenitore comprende, oltre che la Festa a mare agli scogli di S.Anna, il corteo di S.Alessandro ( 8.000 euro per noleggio abiti d’epoca) e la Festa del Porto ( 31.900 euro di cui 13.500 per fuochi pirotecnici e 15.000 per servizi audio-visivi). Ischia Paravise ‘e giuventù, come tutti sanno, è la canzone che, col titolo “Ischia Mia”, Totò dedicò a Ischia, cantata dal grande Giacomo Rondinella. A fine giugno, all’Hotel Regina Isabella, per iniziativa del deputato del PD Lorenzo Becattini e con la collaborazione musicale di Fabio Fabbri, si è voluto degnamente celebrare il 50° dalla scomparsa di Totò, presentando un interessante riarrangiamento della canzone dedicata alla nostra isola. Ma Totò fu anche il compositore della famosa poesia “ ‘A livella”, più volte magistralmente recitata dall’attore napoletano Patrizio Rispo. Ebbene pochi sanno che “ ‘A livella” ha chiare componenti massoniche. Sì, Totò fu “ libero muratore” della massoneria , iscritto il 9/4/1945 alla Loggia Fulgor di Napoli della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, praticò il Rito Scozzese Antico e fu, a sua volta, creatore di altre logge massoniche.

Non è dunque una nostra forzatura ritenere che l’edizione 2017 della Festa agli scogli di S.Anna, si dibatte tra religione,fascismo e massoneria. A corredo di questo articolo, pubblichiamo uno stralcio dal libro di Benedetto Valentino “ Ischia, l’isola di Mussolini”, libro molto venduto, con molti inediti storici. Il Direttore artistico Pietro Di Meglio, in arte Cenzino dal nome del papà ( mio antico amico e compagno da baby calciatori) avrà di che riflettere e assemblare. Ricordando però una cosa ( e questo è un mio modesto e personale consiglio): S.Anna è pur sempre una festa di popolo, non carichiamola di troppi significati e di eccessivi orpelli intellettualistici. Lo scontro, da me evocato, tra religione, fascismo e massoneria, alla fine ,vuole essere solo una sottile provocazione per ravvivare il clima di attesa e dare un pizzico di verve in più. E Festa sia!

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LA FASCISTISSIMA SAGRA DEL MARE

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“La ricostruzione ufficiale nega ogni radice “ fascista” della festa, facendo risalire la sagra ad un’antica tradizione popolare. In realtà la Festa di S.Anna è nata da una precisa volontà del potere locale fascista che organizza, con scientifica precisione, il tempo libero e soprattutto le attività di intrattenimento dei turisti. Negli anni della riforma podestarile, a partire dal 1926, le identità locali e le loro tradizioni vengono esaltate come piccole patrie che nutrono e compongono la grande patria fascista. In questa prospettiva, il localismo municipale si coniuga agevolmente col nazionalismo fascista e con esso anche le tradizioni locali”. E’ quanto scrive Benedetto Valentino, nel suo libro “ Ischia, l’isola di Mussolini”. Aggiunge che in realtà il Podestà dell’epoca, cav. Vincenzo Iacono non voleva che la Festa, nel 1933, si svolgesse. Fu piuttosto il Comandante della Capitaneria di Porto, un certo Bollo, a imporsi, essendo in suo potere. Ma il quotidiano Il Mattino del 6 agosto 1932 testimonia che la prima edizione della Festa ( dal 26 al 29 luglio) fu in onore di San Giovan Giuseppe della Croce, non di S.Anna e in essa i fuochi pirotecnici, tra Soronzano e il Castello, costituivano il simulacro del combattimento avvenuto, nel 1806, tra i difensori del Castello di Gerone e i francesi fortificati sulla collina di Soronzano. Nel 1933 fu estromesso il Comitato religioso della Sagra del Mare e l’organizzazione fu affidata al Dopolavoro fascista ( OND) col coordinamento di Luigi Mazzella. Per la prima volta furono unificate le manifestazioni che avvenivano a Villa dei bagni, nel Porto d’Ischia, con barche addobbate e quelle che si svolgevano già nella baia del Castello. Dal 1936, con Sorrentino, la barca assume un valore scenico-teatrale, con anche la banda musicale. Qui Valentino è categorico: “ Possiamo quindi affermare che il racconto dei pescatori che andavano con barche addobbate sotto la chiesetta della Santa il 26 luglio, altro non è che una fiaba per turisti”.

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