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SCOPPIA IL CASO DELL’ESTATE: QUI’ POTREBBERO “RUBARCI” LA STORIA ISCHIA E FRANCAVILLA, GEMELLAGGIO “SOSPETTO” IN NOME DI COSTANZA D’ AVALOS

DI ANTONIO LUBRANO
Francavilla a Mare chiama Ischia per un fatto storico di cui forse dobbiamo preoccuparci ?. Si è svolto domenica 1 luglio, in occasione della XIV edizione della passeggiata Ottocentesca, l’evento di gemellaggio tra Ischia e la cittadina abruzzese. Nella Piazza Adriatico di Francavilla al mare, provincia di Chieti e nono comune d’Abruzzo, luogo dell’evento, ha partecipato anche una delegazione ischitana composta dal vice sindaco Luigi Di Vaia, dall’assessore Paolo Ferrandino e dall’ ex Comandante della Polizia Municipale ischitana Giovan Giuseppe Pugliese. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale le Franche Villanesi, ha visto una sfilata in abiti d’epoca alla quale ha preso parte anche Ischia con i colori del proprio gonfalone. Il gemellaggio, voluto tre anni fa dall’ex assessore Giosué Mazzella, si rinnova così nel segno di Costanza d’Avalos, governatrice di Ischia e principessa di Francavilla. Ma la storia di Costanza D’Avalos, è per lo più tutta ischitana. Francavilla a Mare c’entra con Costanza solo per un titolo conquista per il suo prestigio. Poiché la storia che qui di seguito racconto, è prezioso patrimonio del nostro passato, non vorrei che se ne impossessassero alla fine per farla propria. L’ “ischitana” Costanza D’Avalos è stato un personaggio di punta della storia di Ischia. Con Vittoria Colonna aveva magnificato l’ambiente regale in cui era titolata in cenacolo di cultura, ove si radunavano ospiti sapienti di vario ingegno e dell’arte della guerra, essendo la nobildonna anche una coraggiosa combattente. Era figlia di Innico I d’Avalos , conte di Monteodorisio, e dell’ereditiera Antonella d’Aquino. Venne data in sposa nel 1477 a soli 17 anni a Federico del Balzo principe di Altamura e duca di Venosa, figlio di Pietro Del Balzo e fratello della regina di Napoli Isabella. Dopo essere rimasta vedova senza figli, Federico I di Napoli le concesse il ducato di Francavilla. Seguì il fratello Innico II d’Avalos e sua moglie Laura Sanseverino a Ischia. Nel 1503, dopo la costruzione della Torre, nel Giardino delle Ninfe, che gli ischitani chiameranno poi Torre di Michelangelo, lottò contro i francesi, ottenendo l’anno dopo il governo del Castello e dell’isola. A Ischia stabilì la sua corte, frequentata dai maggiori umanisti napoletani del suo tempo e da altre personalità che dal nord e dal centro dell’Italia arrivavano
fino ai territori del napoletano dominati dagli aragonesi. L’isola d’Ischia e il Castello ne facevano parte a pieno titolo. Costanza nel suo aspetto di donna statuaria e forte, era bella e colta ed era circondata da diversi ammiratori che non le davano tregua nell’arte del corteggiamento che Lei sapeva bene gestire senza doversi impegnare oltre il lecito. Insomma la sua bellezza ed il suo fascino come si vedrà appresso, ebbero un punto fermo nella storia della sua vita. Infatti alcuni uomini di cultura e studiosi famosi compreso Benedetto Croce, che fece addirittura uno studio particolare sul caso che lo intrigava tanto, hanno visto ritratta ne La Gioconda di Leonardo da Vinci al Louvre di Parigi, il volto non della fiorentina Lisa Gherardini, ma quello decisamente più somigliante della “nostra” Costanza D’Avalos. L’argomento delicato, che nella sua diversa e forse più attendibile interpretazione, potrebbe rivoluzionare i tracciati ed i responsi della storia, visto che a tempo viene riproposto e dato in pasto ad una certa critica di giudizio fra le più disparate, sarebbe quanto mai interessate, se proprio da Ischia venisse rilanciato e posto al centro di nuove discussione per venire a capo di una vicenda i cui presupposti per meglio sviscerarlo ci sono tutti e sono tanti. A cominciare da quanto scrive l’ italiano Angelo Paratico, ricercatore storico, residente a Hong Kong con una propria pagina su fb. Il Paratico riesuma Paolo Giovio (1486-1552), medico, storico, collezionista d’arte e vescovo di
Nocera dei Pagani, che quando fu studente di medicina a Pavia, ebbe modo di conoscere Leonardo Da Vinci. Il Giovio nel tempo del Sacco di Roma fu provato molto dal brutto accadimento ed entrò in depressione A sollevarlo dalla depressione scrive il ricercatore Paratico, giunse un invito da Vittoria Colonna, con la quale aveva contatti. La nobildonna gli chiedeva di andarla a trovare ad Ischia per recuperarvi la salute e il coraggio. A Ischia Giovio restò parecchi mesi, decidendosi ad abbandonarla solo nell’autunno del 1528, chiamato a raggiungere il papa che era rientrato a Roma. Mentre soggiornava sull’isola, Paolo Giovio sentì che con il Sacco di Roma il mondo era cambiato, e avvertì il bisogno di lasciar traccia dei grandi uomini e delle grandi donne che aveva conosciuto. Così scrisse nel suo latino aulico dei frammenti biografici di uomini e donne di lettere, il “De viris et foeminis aetate nostra florentibus”.Passò poi ai pittori e agli umoristi, ma questa parte non la completò. L’opera rimase incompiuta e fu pubblicata a Modena solo nel 1781 dal Tiraboschi, sotto il titolo di “Fragmentum Trium Dialogorum Pauli Jovii. Dialogum virium illustrium cui in calce sunt additae Vincii, Michelis Angelis, Raphaelis Urbinatis vitae”: ed è proprio qui che si trova la parte riguardante Leonardo Da Vinci. Ad Ischia il Giovio si legò d’amicizia non solo con Vittoria Colonna, ma anche con Costanza d’Avalos, duchessa di Francavilla (1461-1541) e con Alfonso, marchese del Vasto. Un ulteriore punto di contatto tra Ischia e Leonardo Da Vinci può essere visto proprio in Costanza D’Avalos la quale, secondo il grande studioso Adolfo Venturi, fondatore della disciplina universitaria di storia dell’arte in Italia, fu addirittura la modella di Leonardo per la Gioconda, che ora si può ammirare a Parigi, al museo del Louvre. Lisa Gherardini del Giocondo non avrebbe dunque nulla a che vedere con quel dipinto famosissimo, e questa è un’opinione condivisa da molti. Ma nel tempo sono staiti altri insigni studiosi ad accostare l’”ischitana”Costanza D’avalos alla famosa opera di Leonardo Da Vinci che non si esclude possa essere approdato ma Ischia, (gli acculturati del Sadoul escluderanno che Leonardo DA Vinci possa essere giunto sull’ isola come hanno fatto pregiudizievolmente con Michelangelo) nei suoi vari viaggi in Campania per incontrare la bella Costanza e dipingerne i lineamenti e la veletta nera segno della sua recente vedovanza.

antoniolubrano1941@gmail.it

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