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Serrara Fontana comune virtuoso? La svolta green di Rosario Caruso

Gianluca Castagna | IschiaLa difesa dell’ambiente naturale, il ripristino degli habitat, i programmi di sviluppo sostenibile e ogni altra attività che mira a recuperare un equilibrio ecologico quanto più stabile possibile. Sono temi caldi per ogni amministratore del territorio, in particolare per i rappresentanti delle comunità che vivono in aree dove dominano prevalentemente il verde dei boschi e zone agricole (più o meno) coltivate. Rosario Caruso, al secondo mandato da sindaco per il comune di Serrara Fontana, ha il compito non facile di raccogliere tutte le energie positive e ridare voce alla parte più autentica del suo territorio. Per rispondere concretamente alle sfide sociali e turistiche di oggi, che non guardano più alla sola perla costiera di Sant’Angelo, ma richiedono interventi e politiche di sviluppo anche sul patrimonio rurale. Il Golfo lo ha incontrato in occasione del 3° Convegno mondiale sui Paesaggi Terrazzati.
Come valuta la situazione complessiva del paesaggio isolano in termini di sicurezza, integrità e manutenzione?
«Credo che i paesaggi dell’isola d’Ischia vivano una condizione di salute cagionevole. Molti terreni sono stati abbandonati, negli anni, con erbacce e parracine che non vengono curate e quindi crollano. Tutto questo non fa che aumentare il rischio idrogeologico e il rischio incendi»
Come rimediare?
«Un impegno serio passa per le risorse che la Regione Campania mette a disposizione nel recuperare i paesaggi terrazzati, metterli a sistema, non solo da un punto di vista agricolo ma anche turistico e sociale».
Foto secondaria in bassoEppure, proprio in merito ai paesaggi terrazzati dell’isola d’Ischia c’è stata una certa resistenza da parte dei sindaci alla proposta di iscriversi al Registro nazionale dei paesaggi rurali storici. Come mai?
«La resistenza era dovuta a una questione molto semplice. Avevamo l’errata convinzione di andare a istituire un ulteriore vincolo rispetto a quelli che già ci sono, e non sono pochi. Con tutto il pericolo di distorsioni che tali vincoli possono generare. Una volta compreso che l’iscrizione, più che un vincolo, diventa un’opportunità per valorizzare e diffondere la nostra cultura e le nostre tradizioni, ci siamo convinti, anche con il sindaco di Forio Francesco Del Deo, che era una strada giusta da percorrere. Infatti la stiamo percorrendo approvando le delibere che ci permetteranno di iscriverci al Registro».
L’isola sembra riscoprire la sua identità contadina, le tradizioni legate alla terra, al cibo e alla vite. Poi però i genitori non iscrivono i loro figli all’indirizzo agrario della scuola superiore.
«L’errore sta nel fatto che molti genitori pensano che iscriversi a una scuola di Agraria, o con indirizzo agrario, significhi automaticamente finire per dover zappare la terra. Oggi non è più così. Significa invece formare dei tecnici, periti, consulenti. Fondamentali per aiutare l’imprenditoria agricola a emergere e diventare competitiva. Possono loro stessi diventare imprenditori. Il settore agricolo è da tempo in forte ascesa, c’è un interesse rinnovato e buone prospettive, sia per l’impiego che per il trattamento economico. Il mercato vuole prodotti ecologici, a kilometro zero, richiede rispetto e conoscenza della biodiversità: studiare agraria è una strada non solo percorribile, ma auspicabile, non tutti possiamo o dobbiamo fare gli avvocati, i medici, gli ingegneri o i notai».
pida_2016_lucia_de_luise-24Quali sono le aree più a rischio nel comune di Serrara Fontana? Dove vorrebbe intervenire?
«Anzitutto vorrei sottolineare il grandissimo lavoro che stanno facendo molti concittadini sul territorio che amministro. Recuperando i terrazzamenti, sottraendoli all’incuria e all’abbandono. Anche con un considerevole investimento economico. Molte aree sono state poi recuperate e rivitalizzate grazie alle aziende d’Ambra e Pietratorcia; un lavoro di recupero straordinario è stato fatto anche da Benedetto Migliaccio nella Tenuta di Mille Anni, in località Iesca. Ci sono, in altri termini, segnali decisamente positivi. Certo, bisognerebbe intervenire anche nella parte più alta e impervia, difficile da raggiungere non solo con i mezzi meccanici, ma anche con quelli agricoli, dal furgone al trattore. Qui la sfida è molto più impegnativa, perché gli investimenti sono considerevoli e potrebbero, alla fine, non rivelarsi convenienti».
Com’è la situazione nel suo Comune dal punto di vista dell’assetto idrogeologico e dei rischi naturali e antropici ad esso connessi? Sull’isola, ad esempio, manca una rete pluviometrica che possa monitorare i fenomeni ambientali.
«Il problema non è la mancanza di una rete pluviometrica. I disastri che fa l’acqua sono dovuti al fatto che prima veniva convogliata nelle cisterne, mentre oggi finisce tutta in strada. La cementificazione selvaggia ha aggravato il rischio, per cui quando le precipitazioni sono fuori dall’ordinario, accade quello che accade. A questo aggiungiamo la carenza di un sistema di smaltimento delle acque bianche. Le condotte non ci sono. Questo è vero il problema, non l’assenza di una rete pluviometrica».
(photo: Lucia De Luise)

 

 

 

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