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Sisma, i sindaci scrivono al premer Conte: «Prorogare lo stato di emergenza»

ISCHIA. Si potrà obiettare che forse la cosa non piacerà tanto al prefetto Carlo Schilardi (ne parliamo in altra parte del giornale) fatto sta che dopo un copioso gruppo di cittadini anche i sindaci dei Comuni colpiti dal sisma del 21 agosto dello scorso anno chiedono a gran voce la proroga dello stato di emergenza e dunque la permanenza del commissario ad hoc, l’architetto Giuseppe Grimaldi. E così, all’insegna del “Peppino, resta con noi”, i primi cittadini di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio (Giovan Battista Castagna, Giacomo Pascale e Francesco Del Deo) hanno indirizzato una nota e un appello congiunto ad un altro Giuseppe, ben più autorevole: si tratta infatti del presidente del Consiglio Conte, il documento per la cronaca è stato indirizzato anche al sottosegretario Vito Crimi ed al capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli. L’oggetto è inequivocabile: “Richiesta proroga dello stato di emergenza a causa del sisma che ha colpito l’isola d’Ischia in data 21 agosto 2017”.

La lettera dei sindaci è chiara ed esplicita nei contenuti e non sembra ammettere repliche di qualsivoglia natura. I tre “rinnovano la propria richiesta di proroga di un ulteriore anno dello stato di emergenza in relazione al sisma che ha colpito l’isola d’Ischia nel 2017, persistendo tuttora tutti i presupposti”. E poi Castagna, Pascale e Del Deo scendono anche nei dettagli per motivare la loro richiesta: “Invero, come è noto, in data 21 agosto 2017, l’isola d’Ischia è stata colpita da un eccezionale sisma che ha determinato due vittime, numerosi feriti e una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone colpite e della loro sicurezza, con crolli di edifici e lesioni al patrimonio immobiliare pubblico e privato e conseguente dichiarazione di inagibilità totale o parziale di scuole, chiese, municipi, alberghi, B&B, ristoranti, negozi, bar, palestre, civili abitazioni e studi professionali”. La nota prosegue con i sindaci che scrivono: “Sin dalla notte del 21 agosto 2017, peraltro, l’economia locale, quasi interamente basata sul turismo e sul relativo indotto, ha subito una devastante battuta d’arresto a causa del timore generato nei potenziali ospiti dell’intera isola d’Ischia, prima considerata quale paradiso del benessere e del relax, oggi identificata quale terra di probabile eventi tellurici e quindi da non preferire ad altre mete, con ingenti danni sia alle tante famiglie che, oltre alla casa, hanno perso il lavoro, sia agli imprenditori locali, in taluni casi orfani delle proprie attività ma pur sempre asfissiati dalle scadenze di pagamenti cui non possono più far fronte”.

Castagna, Pascale e del Deo proseguono: “Con il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri in data 22 agosto 2017 è stato originariamente dichiarato, ai sensi di quanto previsto da…. lo stato eccezionale di rischio di compromissione degli interessi primari in conseguenza dell’evento sismico che ha interessato i territori di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio il giorno 21 agosto 2017. Con delibera del 29 agosto 2017 è stato dichiarato, per centottanta giorni, lo stato di emergenza adottato per fronteggiare situazioni che per intensità ed estensione richiedevano l’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, successivamente prorogato fino al 21 febbraio 2019 con delibere del consiglio dei ministri del 22 febbraio 2018 e del 3 agosto 2018”. La nota poi arriva alle conclusioni dei tre sindaci isolani: “Solo a seguito della visita del presidente del consiglio dei ministri nei territori dell’isola d’Ischia colpiti dal sisma, in occasione del primo anniversario dell’evento in data 6 settembre 2018, è stato adottato il dl 109 del 28 settembre 2018, convertito con la legge n. 130 del 16 novembre 2018, contenente i primi provvedimenti per avviare la ricostruzione del patrimonio immobiliare pubblico e privato distrutto o lesionato dal sisma, nonché per la ripresa dell’economia turistica”. Ma c’è poi la chiosa conclusiva, quella che rende l’idea della richiesta delle istituzioni locali: “Allo stato – si legge – non può essere ancora garantito il rientro degli sfollati presso le proprie abitazioni in quanto la ricostruzione è stata appena avviata. Ringraziando per la cortese attenzione e confidando in un positivo riscontro, inviamo i più cordiali saluti”.

Gaetano Ferrandino

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