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Stanziola al gip: ho sempre agito nell’interesse del Comune di Barano

di Marco Gaudini

BARANO –  «Non ho mai preso un euro per me, ma ho sempre agito nell’interesse di Testaccio e del comune di Barano», queste le prime parole di Antonio Stanziola interrogato ieri mattina nel carcere di Poggioreale, alla presenza del Pubblico Ministero, del Gip e del suo difensore, l’avvocato Cesare Patroni Griffi. L’interrogatorio è durato circa un’ora e il Tenente, incalzato dalle domande dei magistrati, è apparso teso, ma fermo e determinato.  Secondo il suo legale, Stanziola ha fornito la sua versione dei fatti in ordine alle vicende che lo vedono a vario titolo imputato in questa inchiesta. Il Tenente, è accusato di numerosi reati, in merito a diversi episodi, pertanto non è stato semplice l’interrogatorio dell’indagato. Stanziola ha delineato, un quadro complesso, ma fermo su un principio: l’uomo, detenuto a Poggioreale da venerdì, ha difeso il suo operato dichiarando che è stato sempre finalizzato all’interesse della frazione di Testaccio e del comune di Barano. Per i fatti emersi dalla complessa attività investigativa svolta dai Carabinieri ed avviata nel novembre 2013 a seguito di una dettagliata denuncia sporta dal venditore ambulante Alessandro Slama, che ha consentito di tracciare la sussistenza di una sistematica illecita gestione della cosa pubblica ad opera del funzionario della Polizia Municipale del Comune di Barano d’Ischia, responsabile dell’organizzazione e controllo delle attività connesse a mercati, fiere e manifestazioni nonché dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, il Tenente ha precisato di “non aver mai intascato soldi”. I magistrati, hanno infatti chiesto spiegazioni delle sua attività di raccolta di somme di denaro durante le varie fiere e Stanziola in merito a questa condotta, ritenuta illecita dall’accusa, ha risposto che nella maggior parte dei casi, questo denaro serviva al pagamento delle spese per i generatori di corrente, mentre con riferimento al video, che lo ritrae intascare una parte dell’incasso delle bancarelle della fiera, il Tenente ha spiegato che i soldi raccolti servivano per pagare la COSAP, ovvero il canone di occupazione di suolo pubblico. In quanto, Stanziola ha precisato ai giudici, che dal 2008 non veniva mai pagata la COSAP. La sua presenza attiva, in queste operazioni di raccolta delle quote di denaro, infatti, è stata spiegata dalla difesa e dallo stesso indagato in questo modo: visto che vi erano alcuni commercianti ambulanti, che non volevano pagare (come – secondo la tesi accusatoria di Slama –  lo stesso che con la sua denuncia ha fatto scattare le indagini), in quel caso interveniva il Tenente Stanziola, per chiedere la riscossione del canone, ma solitamente questa pratica era esperita dai componenti del comitato. Secondo la difesa, in tale condotta non si ravvisano degli aspetti di carattere penale ma emerge senza dubbio, un atteggiamento molto superficiale, un dato inequivocabile che è stato sottolineato dal difensore.

Per quanto riguarda, invece, la vicenda, maggiormente delicata relativa alla pensione “Casa Bianca”, il Tenente ha specificato che non ha trasmesso né redatto gli atti. Stanziola, secondo la tesi dell’accusa, per indurre la proprietaria della struttura alberghiera a venderla (o comunque a continuare a cederne l’uso in locazione) per una cifra sensibilmente inferiore a quella indicata, nella sua qualità di dirigente dell’Ufficio Tecnico, avrebbe emesso un’ordinanza di demolizione (la n.70 del 20.12.2013) con conseguente dichiarazione d’inagibilità che colpiva l’intero edificio, proprio per poi trattarne l’acquisto per una cifra molto basso, stante il comprensibile deprezzamento causato dal provvedimento.  Su questa complicata faccenda il Tenente è stato abbastanza chiaro, ed ha comunicato ai giudici: “sulla pratica in questione vi era stata una valutazione tecnica dell’Ing. Benito Trani che riteneva fosse conforme”. Inoltre Stanziola ha dichiarato: “Non ho trasmesso io, personalmente, gli atti in Soprintendenza” e così quindi per quanto riguarda i falsi e gli imbrogli contestati che, secondo la difesa non sono stati commessi dall’allora Dirigente del Servizio Tecnico. “La pratica è stata trasmessa e “lavorata” da un impiegato dell’ufficio tecnico” ha messo a verbale Antonio Stanziola. Durante l’interrogatorio l’uomo ha  inoltre riferito, in merito all’ordinanza di demolizione, che: “questa è stata redatta dal geometra comunale, ed è stata solo sottoscritta successivamente da me, in qualità di Dirigente”. In merito a queste dichiarazioni, ed alla chiamata in causa fatta durante l’interrogatorio in carcere dal Tenente Stanziola,  abbiamo sentito l’Ing. Benito Trani che ha commentato: «mi era stato chiesto un consiglio proprio da Maria Di Scala su come impostare la pratica di sanatoria (per la pensione Casa Bianca, ndr), null’altro. Alla fine però  – ha aggiunto l’Ing. Trani – per quanto mi è stato riferito è andata in maniera difforme da come avevo detto io». Al momento per il Pubblico Ministero una misura alternativa al carcere per il Tenente della Polizia Municipale di Barano,  non è possibile e quindi la difesa punta al Riesame, al quale chiederà,  molto probabilmente una revisione della misura cautelare a carico del proprio assistito.

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