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L’Olocausto del Servo di Dio Commissario di Polizia Giovanni Palatucci

Il fulgido sacrificio del giovane martire irpino Giovanni Palatucci, Commissario di Pubblica Sicurezza e dal 2004 Servo di Dio (come Luigi Calabresi) ha irradiato l’imponente mole del Maschio Angioino, simbolo di Napoli, che ha accolto il 166° anniversario della fondazione della Polizia di Stato col Questore Antonio De Iesu e le massime Autorità civili, militari e religiose col Card. Crescenzio Sepe. Anche dall’isola d’Ischia presente una rappresentanza guidata dal Dirigente Vicequestore Alberto Mannelli. Nel segno del motto prescelto “Esserci sempre” e sulle note della marcia d’ordinanza della Polizia di Stato “Giocondità” il Questore De Iesu ha così concluso la sua allocuzione: – Permettetemi di rivolgere un commosso ricordo ai Nostri Caduti, che hanno sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere. La vostra memoria sarà sempre viva nei nostri cuori ! Viva la Repubblica italiana, viva la Polizia di Stato – . E il Cardinale di Napoli Sepe ha sottolineato: – La prevenzione è un aspetto molto importante per evitare questa escalation di violenza a cui assistiamo negli ultimi tempi. La violenza fa male a tutti – . Certo, lo poetava il grande spirito di Ugo Foscolo quando nel carme sui ‘Sepolcri’ così scriveva al letterato veronese Ippolito Pindemonte: – A egregie cose il forte animo accendono/l’urne de’ forti, o Pindemonte, e bella/ e santa fanno al peregrin la terra/che le ricetta -. Cioè le tombe degli uomini grandi per virtù o per ingegno, onde si resero benemeriti della patria, ispirano negli animi generosi il desiderio di emulare quegli esempi con opere altrettanto insigni. E la presenza di queste urne famose fa apparire più bella e sacra la terra che le ospita al visitatore forestiero. Quindi, la memoria, la prevenzione formativa rappresentano effettivamente il sole, la fortezza per alimentare in famiglia, a scuola, nelle varie agenzie sociali, ovunque, il senso dello Stato, della Repubblica, della Polizia di Stato posta significativamente sotto la strepitosa protezione di San Michele Arcangelo. E il giovane 36enne Giovanni Palatucci (Montella-Avellino, 31.05.1909 – Dachau, 10.02.1945) così è descritto dalla Repubblica Italiana che il 15 maggio 1995 gli ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione: “Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita”. In occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio Duemila, il Papa San Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i Martiri del XX secolo e nel 2004 si è conclusa la fase diocesana del processo di canonizzazione ed è stato proclamato Servo di Dio. Numerose opere pubbliche, scuole e perfino un film-miniserie tv  ‘Senza confini’ del 2001 della Rai gli sono stati dedicati. Ma già il 17 aprile 1955 gli venne concessa la Medaglia d’Oro alla memoria dall’Unione delle Comunità Israelitiche italiane e il 12 settembre 1990 lo Yad Vashem lo riconosce ‘Giusto tra le nazioni’. Abbondanza di esemplari elementi: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”(Gv 8,32), perché il Magistero della Chiesa nella Enciclica di Papa San Giovanni Paolo II “Veritatis splendor”, 93, afferma: “Il martirio è un segno preclaro della santità della Chiesa”, martirio (dal greco=testimone) “sino al dono totale di sé, come ha fatto Gesù sulla croce”, op.cit. 89. E ancora: “Le anime dei martiri, sotto l’altare, invocano il Signore gridando a gran voce: – Fino a quando, Sovrano, non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?(Ap 6,10) -. A loro, in realtà dev’essere fatta giustizia, alla fine dei tempi. Signore, affretta, dunque, la venuta del tuo Regno!”(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2817). I Martiri, da subito santi testimoni, non hanno bisogno di raccomandazioni settarie e rappresentano la Radice universale e immutabile di prevenzione formativa!

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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