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Tifosi isolani in “ritardo”, il comandante della Medmar li lascia sulla banchina

La storia che ci accingiamo a raccontarvi è talmente surreale da sembrare inventata di sana pianta, ma purtroppo è realmente accaduta. Protagonisti della spiacevole disavventura quindici tifosi del Napoli, che sabato pomeriggio hanno raggiunto lo stadio San Paolo di Fuorigrotta per assistere all’atteso match di campionato tra gli uomini di Maurizio Sarri e l’Inter di Luciano Spalletti. Dopo la partita – terminata a reti bianche – i supporters provenienti dall’isola d’Ischia hanno lasciato la struttura sportiva di piazzale Tecchio per raggiungere il porto di Pozzuoli, dove li attendeva il vettore messo a disposizione dalla compagnia Medmar per permettere ai tifosi di far ritorno a casa.

Durante il tragitto verso Pozzuoli, i taxi con a bordo i tifosi ha accumulato un sensibile ritardo, giungendo sulla banchina a mezzanotte, orario di partenza del traghetto della compagnia di navigazione. I sostenitori della squadra azzurra sulla banchina, per evitare che il mezzo mollasse le cime, hanno contattato telefonicamente gli amici già presenti sul traghetto, chiedendo di riferire al comandante di attendere qualche altro minuto. Ma quest’ultimo – secondo le testimonianze che abbiamo raccolto – non avrebbe voluto sentire ragioni, ordinando ai suoi sottoposti di alzare il portellone e partire alla volta di Ischia.

Nonostante le proteste di due ragazzi – che sono rimasti fermi sul portellone per impedire al mezzo di partire – il traghetto della Medmar ha lasciato il porto di Pozzuoli tra le proteste di coloro che, loro malgrado, sono stati costretti a rimanere sul porto fino alle sette di ieri mattina, quando hanno avuto l’opportunità di prendere il mezzo che li ha finalmente riportati a casa dopo una notte passata sostanzialmente all’addiaccio.

Nel primo pomeriggio di ieri – per cercare di ricostruire la vicenda – abbiamo preso contatti con Pasquale, uno degli isolani rimasti a terra. «Nell’andare al porto – ha esordito Pasquale – io e altre quattordici persone siamo rimaste bloccate nel traffico. Siamo arrivati al porto a mezzanotte e due minuti, abbiamo fatto una corsa fino al traghetto e c’erano due persone sul portellone: il comandante, infischiandosene della loro incolumità, lo stava alzando. Adesso non è mia intenzione alimentare polemiche, ma ricordo che in occasione di Napoli-Nizza un amico del comandante arrivò in ritardo, e il traghetto partì ben oltre la mezza: insomma, due pesi e due misure».

«Se ciò non bastasse – ha proseguito Pasquale – nel nostro gruppo c’erano anche persone di una certa età e alcuni minorenni – un bambino di dodici anni si è messo a piangere – e siamo stati costretti a trascorrere la notte a Pozzuoli e a ripartire alle sette del mattino. Per fortuna era sabato, quindi c’era parecchia gente. A scanso di equivoci, voglio sottolineare che noi eravamo già in possesso dei biglietti per il ritorno. Ovviamente siamo tutti molto arrabbiati per quello che è successo, e un mio amico adesso rischia il posto per non essersi presentato in tempo a lavoro. Abbiamo pagato quindici euro, li abbiamo pagati prima e tu comandante che fai? Lasci a terra quindici persone? Ripeto: siamo arrivati in ritardo per via del traffico, non per altro: il comandante avrebbe potuto aspettarci».

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Intanto, nel tardo pomeriggio di ieri, i quindici tifosi amareggiati si sono recati presso gli uffici della Medmar per chiedere chiarimenti e ottenere il rimborso, su cui Pasquale però nutre seri dubbi: «Non credo che ci sarà concesso, ma tentar non nuoce…».

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LA PROTESTA CORRE ANCHE SUI SOCIAL. Tra i protagonisti della disavventura di sabato sera c’è anche Silvio, che ha pubblicato un duro post sul suo profilo Facebook: «Stasera (sabato per chi legge, ndr) si è verificato un fatto quanto mai increscioso! Il capitano della nave Medmar Rosa D’Abundo (messa a disposizione dalla compagnia per effettuare una corsa speciale Pozzuoli-Ischia al costo di 15 euro con partenza alle 24.00) ha lasciato il porto di Pozzuoli alle 24 precise (ogni tanto capita anche la precisione), lasciando però a terra più di venti persone che avevano preventivamente avvisato del leggero ritardo che avrebbero fatto! Nel mio caso appena due minuti!».

«Non è per i 15 euro già pagati – ha precisato Silvio – ma è il gesto beffardo e senza cuore di un uomo che ben sapeva che saremmo dovuti restare per più di sette ore al freddo in piena notte sul porto di Pozzuoli! Non chiedevamo la luna e neanche le stelle, chiedevamo a quest’individuo appena tre squallidi minuti della sua miserabile vita per poter tornare a casa tranquillamente! Il capitano ha scelto di fare altro! Non gli auguro male perché peggio del suo squallore non può stare! Chiedo solo alla compagnia Medmar di riflettere su chi hanno a libro paga perché alla fine questa era solo e unicamente una questione di buon senso avendo già comunque tutti il titolo di viaggio!».

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