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Troppi morti sulle strade, anche Ischia dice “sì” all’omicidio stradale

Di Sara Mattera

Sono tante le persone che ogni anno finiscono per restare vittime di incidenti stradali. Solo lo scorso anno, stando ai dati Istat, 3.330 sarebbero stati i morti sulle autostrade e 2.48.200 le persone rimaste ferite. Un numero che, seppure in netto calo rispetto agli anni precedenti, fa comunque girare la testa. Rimane, infatti, alto il numero di coloro che si mettono alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’uso di sostanze stupefacenti o di chi, semplicemente, a causa di una  distrazione o manovre azzardate, diventa un pericolo non solo per se stesso, ma anche per gli altri. E spesso, tanta anche è la disperazione da parte di chi resta in vita, specie i familiari delle vittime della strada, che sentono il bisogno che sia fatta giustizia nel nome dei loro cari perduti a causa dell’incoscienza altrui. Giustizia che, non sempre è possibile, dal momento che in Italia, manca una specifica fattispecie penale che punisce chi, guidando, causa la morte di altre persone. Sembra, però,che qualcosa stia per cambiare. Lo scorso 28 Ottobre, infatti, la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge sull’introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali. Molte sono le novità previste dal nuovo disegno di legge che sancisce pene più severe, soprattutto per chi causa la morte di una persona durante la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Chi, infatti, uccide una persona guidando con un tasso alcolemico superiore a 0.8 grammi per litro rischia dai 5 ai 10 anni di reclusione. Medesima pena anche per chi abbia adottato condotte pericolose al volante, quali eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio. Prevista una reclusione dagli 8 ai 12 anni, invece, per coloro alla guida, il cui tasso alcolemico superi gli 1,5 grammi per litro e  abbiano fatto uso di droghe. Se l’omicidio è di più persone la pena sale a 18 anni.  Medesimo discorso anche per i casi di lesioni stradali: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Per chi ha bevuto, soglia 0,8 g/l  o abbia causato l’incidente con manovre pericolose, scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. L’ipotesi più grave di omicidio stradale e di lesioni si applica anche ai camionisti e ad autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l. Prevista anche una pena per chi fugge dopo l’incidente, che non potrà essere inferiore ai 5 anni in caso di reato di  omicidio stradale e 3 anni per le lesioni. In caso di condanna  per omicidio o lesioni stradali, verrà, inoltre, revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni  in caso di omicidio e 5 anni in caso di lesioni. Tale termine è, però, aumentato nelle ipotesi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca.  Continua,invece, ad essere prevista la reclusione dai due ai sette anni, nei casi di omicidio colposo stradale con la violazione del codice della strada. Il disegno di legge,dunque, rappresenta una novità significativa dal momento che, fino a questo momento, la normativa italiana prevedeva che la morte a seguito di un incidente stradale fosse punita come omicidio colposo, il che comportava che la condanna  potesse arrivare  solo massimo fino a quattro anni di reclusione.  Il ddl in questione, approvato dalla Camera dei Deputati, tornerà ora al Senato che dovrebbe darne l’ok definitivo per trasformarlo in legge effettiva entro la fine del 2016. In pratica si ricorrerà al reato di omicidio colposo non tutte le volte che c’è un morto sulle strade, ma nei casi in cui la condotta dell’automobilista risulti chiaramente azzardata o figlia di un comportamento che si sapeva essere potenzialmente rischioso per soggetti terzi. Una legge,quindi, che, se approvata, farà sicuramente contenti anche tanti cittadini della nostra isola, dove, purtroppo, quasi ogni anno sulle strade, qualcuno perde la vita, proprio a causa di comportamenti imprudenti assunti alla guida.  A tal proposito abbiamo chiesto l’opinione proprio di chi in questi anni è stato molto vicino alla tematica inerente la sicurezza stradale. Sergio di Meglio, presidente di Gaia, associazione nata nel 2008 con l’intento di attuare pratiche di prevenzione e sensibilizzazione per gli incidenti stradali, ci ha detto: «E’ positivo che venga introdotta questa legge. Avrebbe sicuramente dei risvolti positivi anche qui sul territorio isolano. Attualmente la situazione sulle strade di Ischia, infatti, non è delle migliori. Ci sono ancora troppe morti causate da guide spericolate». L’associazione Gaia, infatti, proprio qualche settimana fa, in merito alla problematica sicurezza stradale,  aveva richiesto una maggior politica preventiva e di controllo da parte delle amministrazioni Comunali di Ischia. «Dovrebbero esserci- ci ha detto Di Meglio- maggiori controlli all’uscita dalla discoteca e i locali si dovrebbero attrezzare di un etilometro da utilizzare sui ragazzi, prima che essi si mettano di nuovo alla guida. Oppure accompagnarli a casa».  Simile opinione anche quella di Celestino Vuoso della fondazione Opera Pia Avellino Conto, promotore negli anni scorsi di iniziative inerenti la sicurezza stradale e la viabilità del territorio isolano che ci ha detto: «Sono favorevole all’introduzione di questa legge sul reato di omicidio stradale, perché la gente deve anche capire che guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droga o guardando magari il cellulare, ha delle conseguenze. È giusto che ognuno si assuma la responsabilità dei propri atti. Certo ovviamente bisogna valutare sempre caso per caso. Può accadere, infatti, che a volte, per esempio, un pedone si butti  in mezzo alla strada senza tenere conto che ci sono anche le macchine. Certo è che, comunque, legge a parte, credo che bisognerebbe in generale attuare una politica preventiva. Chi controlla il territorio dovrebbe fare le ronde, non i posti di blocco, perché è normale che in prossimità dei posti di blocchi chi sta alla guida, diventa più cauto. Bisognerebbe fare anche più multe e le amministrazioni locali dovrebbero fare dei programmi seri sul territorio, portando i cittadini a  rispettare le regole stradali. Non si può vivere costantemente nella paura. Per esempio, io vado spesso in bicicletta e, a volte, ho paura di andarci perché è capitato che qualche automobilista abbia investito qualcuno dei miei amici. Ho paura anche quando  attraverso la strada.  Ci sono poi anche altri aspetti da valutare. A volte, infatti, le macchine si parcheggiano a filo delle strisce pedonali. Come può un pedone attraversare la strada se magari ha un’ auto davanti che gli impedisce di guardare bene la strada? Nessuno presta attenzione a queste piccole cose a cui invece bisognerebbe davvero fare caso».

Si spera,quindi, che una volta approvata in maniera definitala legge sull’omicidio stradale, questa possa essere un monito anche per i guidatori isolani che, nonostante tutto, continuano a guidare in modo incosciente. E ne sono la prova le tante vite spezzate sul ciglio di una strada: da Alfredo Francescon a Marianna di Meglio,da Vincenzo Mazzella ad Emanuele Dotto. Una lista di nomi,che si aggiorna di anno in anno, con un unico comune denominatore: quello di aver incontrato il proprio tragico destino per incoscienza propria o per mano altrui.

 

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