LE OPINIONI

IL COMMENTO Perché il turista è disamorato di Ischia

DI ANTIMO PUCA

Disservizi. Ritardi degli aliscafi. Possibile che qualche minuto di ritardo (con aliscafi privati più moderni e accoglienti, e finalmente puliti) segni il disamore tra i turisti e questa isola? La crisi dei consumi non può non incidere sulle vacanze. Internet offre una serie di opportunità: sistemazioni in residence e in b&b sono sempre più interessanti. Riducono il giro degli alberghi, sottraendo almeno i turisti di fascia media. Se c’è un’offerta più conveniente, innovativa, il mercato penalizza chi non si aggiorna. Peggio per gli hotel gestiti all’antica. Peggio per gli albergatori che non assumono i dipendenti secondo i soli test utili: la disponibilità, la cortesia, l’entusiasmo sobrio di chi sa ricevere un ospite. Si perde il conto di camerieri sgarbati, di chef improvvisati e cucine sballate, di piatti stanchi e pesce congelato. Intollerabile poi il gelo di certe reception. 

Ma Ischia sa fare turismo? Amministrazioni Comunali, Albergatori, imprenditori e commercianti hanno davvero incrociato le tendenze? Amministrazioni Comunali, albergatori, imprenditori e commercianti devono conquistare l’ospite. E come? Devono rispondere a tutte le  domande più curiose. Raccontare la storia di piatti e dolci unici al mondo come il coniglio, il migliaccio, fichi secchi imbottiti di noci o mandorle e cotti nel vino rosso e indicare posticini che altrimenti non scoprirebbe mai  per chi non vive sull’isola. Indirizzarlo. Ci sono cantine-museo. Quanti alberghi consigliano di visitarli? Il turista vuol cogliere attraverso i più banali segreti, da una osteria ad una sagra, da gente di campagna e di mare, l’anima dei luoghi scelti per le vacanze. Gentilezza degli isolani. Rispetto per il turista. Mare e paesaggi incontaminati (in molti luoghi turistici è vietato fumare fuori dal centro abitato, a Ischia ancora no), prezzi umani e adatti ad una famiglia. Siamo sicuri che ciò esista a Ischia ? Credo che il deficit culturale e di posizionamento strategico che viviamo nel settore turistico ancora non sia stato colmato.

Le denunce di categorie approdano spesso a stravaganti conclusioni. I tanti soggetti che discutono di turismo affrontano il problema unicamente dal proprio punto di vista (e non poteva essere altrimenti) tracciando un’analisi illuminante ma di ovvia parzialità. Infatti i colpevoli risultano alla fine sempre gli Enti locali (problema rifiuti, mancanza di programmazione, nessuna offerta di eventi, strutture e servizi inadeguati ecc.) e nessuno ammette le proprie inefficienze e la propria impreparazione. Intanto, mi pare di capire che il turismo ricco non è in crisi. E’ il turismo di massa, il turismo fluttuante, quello che rincorre ogni anno i luoghi di moda a creare allarme. Non sappiamo sorridere, non sappiamo/vogliamo essere genuinamente gentili e di aiuto ai turisti. Il turista, soprattutto quello statunitense, più che turista vorrebbe sentirsi cittadino temporaneo del luogo nel quale per un breve periodo ha scelto di soggiornare. Ecco, questo non sappiamo farlo noi a Ischia. 

Credo purtroppo che lo sviluppo del turismo cammini di pari passo con l’amore ed il rispetto per le proprie terre, le proprie origini. La propria cultura. E noi è da tempo che abbiamo smesso di volerci bene. Rispondiamo solo al dio denaro e per lui siamo pronti ad offendere e mortificare tutto, soprattutto il territorio, visto sempre più come mezzo per un facile arricchimento (vedi caso rifiuti) piuttosto che come il luogo in cui vivere e prosperare. Se immaginiamo che in giro per le capitali del mondo, esistono dei driver che accompagnano i facoltosi nei loro ricchi acquisti, capisco che siamo fanalini di coda anche nel settore del turismo che invece qualora colta come opportunità potrebbe fornire una bilancia positiva non solo in termini economici ma anche occupazionale. Penso che Ischia abbia una potenzialità ancora inespressa: l’agricoltura di eccellenza con i suoi romantici vigneti a terrazzo, rivolti al mare. Un panorama fantastico. Le monorotaie portano in cima. Da Ischia si vedono il Circeo e Ventotene nei tramonti di maestrale e grecale.  Quello che soprattutto gli americani cercano: casali e grotte di tufo del ‘700 nel verde squadrato delle vigne di “Casa D’Ambra”, “Perrazzo”, “Mazzella”, “Pietratorcia” e “CenaTiempo” con le loro cantine. Gioielli di enologia. Scintille di modernità e cultura contadina. Ma nei grandi alberghi di Ischia spesso sono trascurati proprio i grandi vini di biancolella e forastera. Un patrimonio che caratterizza Ischia (Eubea) prima colonia della Magna Grecia.

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Imperdonabile: c’è qualche hotel che spinge scadenti pinot. Perché così lievitano i margini di guadagno. 

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Folle autolesionismo nascondere le tipicità del territorio per un euro in più. Ciechi, bugiardi e ricchi. Ci sono anche questi tra i signori del turismo sorpreso dalla crisi. Amministrazioni Comunali, Imprenditori, albergatori e commercianti hanno l’obbligo di raccomandare al mondo le tipicità ischitane, salvaguardandole dalla globalizzazione. Sentinelle che tutelano secoli di agricoltura, pesca, artigianato. Il turista non perdona chi ai turisti vende una Ischia senz’anima e senza identità.

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Altro che anima! I turisti di qualità, e non solo nel senso di ricchezza economica ma anche eco-culturale, sono sconcertati dalla maleducazione, dal caos, dal traffico, dal rumore a tutte le ore, dalla sporcizia delle strade, dall’incuria del verde pubblico ecc.
Le potenzialità dell’isola sono sotto gli occhi di tutti ma la realtà non lascia speranze a medio termine!

gioe'

sig PUCA.—lei non è un libro che dice verita’—Lei è uno scrigno dove ci sono e lei conosce bene le verita-Dal Tribunale d Ischia agli Albergatori -passando……………………………..tantissimA STIMA la Sua stima intellettuale piena di onestà

gioe'

gent-imo sig PUCA-la domanda è ——esistono albergatori ad Ischia ????????? e chi si cela dietro di loro ?????????

Bcastaldi

E mettiamoci pure la musica ad alto volume negli alberghi…..cafoni(fatevi un giro a Forio)

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