15 giorni per la verità
Condominio Igea a Piazza Bagni, dopo le ombre sollevate dal nostro giornale arriva il decreto firmato dal commissario straordinario Giovanni Legnini: per l’opera che prevede lavori per circa 7 milioni nominato un collegio (composto da Pirulli, Capuano e Fico) chiamato a valutare in tempi brevi se il consorzio costituito ha raggiunto o meno il quorum

È uno dei casi più controversi dell’intera ricostruzione post-sisma sull’isola d’Ischia, e non solo per l’entità del contributo pubblico coinvolto – quasi 7 milioni di euro – ma per la fitta rete di revoche, contestazioni legali e tensioni assembleari che da mesi paralizzano ogni iniziativa. Un rompicapo, una sorta di labirinto nel quale perdersi è davvero un qualcosa di molto semplice. Stiamo parlando (e non è la prima volta che lo facciamo su queste colonne) del Condominio Edificio IGEA, un aggregato immobiliare nel cuore di Casamicciola Terme, nella zona di Piazza Bagni che tra l’altro nelle intenzioni dell’amministrazione guidata da Giosi Ferrandino dovrebbe presto cambiare volto. Diventando, considerata la storicità dell’area, una sorta di simbolo della ricostruzione di un paese martoriato dalle calamità naturali. Ebbene con il decreto n. 2464 del 4 giugno 2025, il Commissario Straordinario Giovanni Legnini ha compiuto un passo decisivo per dirimere una incredibile controversia, istituendo un collegio tecnico chiamato a determinare, una volta per tutte, se il consorzio costituito per accedere ai fondi pubblici sia legittimamente rappresentativo. Ma il nodo resta: il consorzio esiste davvero secondo legge? O è il prodotto di un’amministrazione contestata e di una maggioranza solo apparente? E anche il lettore meno attento impiegherà poco a capire che i quesiti sono tutt’altro che irrilevanti.
Il caso prende forma ufficialmente con il decreto n. 2181 del 25 novembre 2024, con cui viene concesso al condominio un contributo di 6.874.662,89 euro, destinato al ripristino con adeguamento sismico delle unità immobiliari danneggiate dal sisma del 21 agosto 2017. A rappresentare i proprietari, l’amministratore Antonio Canitano, figura già nota nel panorama ischitano, a cui erano state conferite le procure speciali per operare a nome del condominio. Ma proprio queste procure diventano presto oggetto di un’ondata di revoche, con comunicazioni formali da parte di diversi proprietari che mettono in dubbio la validità della rappresentanza e, con essa, l’intero impianto su cui poggiava il contributo. Un effetto domino che porta l’architetto Maurizio Pirulli, progettista incaricato, a scrivere al Commissario per chiedere chiarimenti su come procedere in presenza di una delegittimazione formale dell’amministratore. Il Commissario Legnini prende atto della situazione e sospende l’efficacia del decreto di contributo. La motivazione è chiara: se il mandato dell’amministratore è stato revocato da una parte dei proprietari, e se non tutti aderiscono al consorzio, allora la base giuridica su cui si fonda il contributo viene meno. In assenza di un condominio unitario, la soluzione normativa è prevista dall’Ordinanza Speciale n. 8/2024, che consente la costituzione di un consorzio obbligatorio tra i diversi proprietari. Tuttavia, anche questa strada si rivela tutt’altro che priva di ostacoli.
Il 7 marzo 2025 viene costituito il “Consorzio Aggregato IGEA”, con la nomina dell’avv. Vito Manna a presidente. Ma le contestazioni arrivano subito. Le più rilevanti giungono dall’avv. Angelo Perrino, in rappresentanza della sig.ra Bilancio Concetta, e dalla sig.ra Scardinale Concetta, entrambe proprietarie nell’edificio: entrambe mettono in dubbio la validità del calcolo delle superfici utili ai fini del quorum necessario per la costituzione del consorzio. Un aspetto tecnico, certo, ma con ricadute legali enormi: se il consorzio non raggiunge la maggioranza richiesta (50% delle superfici totali dell’aggregato), allora è giuridicamente inesistente. E di conseguenza, il contributo è illegittimo. Il Commissario incarica formalmente l’arch. Pirulli di procedere a una valutazione oggettiva. Il 13 maggio 2025, la sua relazione parla chiaro: il consorzio raggiunge solo 1.366,52 mq su 2.788,52 mq totali, cioè meno del 50% richiesto. Il consorzio, quindi, non è validamente costituito. L’avv. Manna reagisce con forza, contestando i criteri di calcolo e parlando apertamente di “azioni ostruzionistiche” da parte dei proprietari dissidenti. Pirulli, però, risponde punto su punto, ribadendo la fondatezza del proprio metodo. La spaccatura è ormai totale. In un clima sempre più teso, con accuse incrociate e immobili ancora in rovina, arriva il decreto n. 2464, che istituisce un collegio tecnico con il compito di dirimere la questione. Ne fanno parte l’architetto Maurizio Pirulli, già redattore della relazione tecnica; l’ingegnere Pasquale Capuano, consulente tecnico di parte per Canitano e Manna; l’ingegnere Raffaello Fico, esperto esterno e presidente del collegio. Il loro compito è stabilire, entro 15 giorni, se il consorzio abbia raggiunto o meno il quorum necessario. Se sì, il finanziamento sarà sbloccato. Se no, verrà nominato un commissario ad acta, figura terza incaricata di portare avanti i lavori di ricostruzione.
L’intera vicenda era già stata oggetto di un’inchiesta del quotidiano Il Golfo dal titolo eloquente: “Le ombre sul condominio”. Nell’articolo si faceva riferimento non solo ai dubbi sulla validità delle assemblee e delle deleghe, ma anche a un clima opaco nella gestione delle comunicazioni tra i condomini, tra notifiche via PEC e verbali assembleari poco trasparenti. Secondo quanto riportato in un precedente articolo, sarebbe stata proprio l’assenza di trasparenza ad aver minato la fiducia reciproca tra i proprietari, aprendo la strada a un conflitto intestino che ha messo in discussione l’intero iter ricostruttivo. Il caso IGEA si colloca all’interno di un contesto più ampio: la difficoltà strutturale di far coesistere ricostruzione pubblica e proprietà frammentate, con una burocrazia che, pur semplificata dagli strumenti straordinari, non riesce a risolvere le divisioni tra privati. Le norme introdotte dal Commissario Legnini, tra cui la possibilità di consorzi obbligatori e la nomina di commissari ad acta, sono strumenti avanzati ma si scontrano con una realtà sociale difficile: piccoli proprietari, deleghe incerte, interessi non sempre convergenti, e spesso assenza di una vera cultura condominiale condivisa. Cosa succederà adesso? Beh, tutto sommato appare abbastanza scontato. Il destino del Condominio IGEA è ora nelle mani del collegio tecnico. Due gli scenari possibili: Se viene accertato il raggiungimento della maggioranza il consorzio sarà legittimato, e il decreto di contributo potrà riprendere efficacia. Se invece la maggioranza non viene raggiunta, il Commissario nominerà un commissario ad acta per rappresentare l’intero aggregato e procedere ai lavori, tagliando fuori l’attuale consorzio. Ma comunque andrà a finire, il caso IGEA resterà ad essere una sorta di icona della necessità di agire con trasparenza in nome della buona amministrazione. E per farlo, mai come in questo caso, serviva fare chiarezza.