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1968, l’alba cominciò di sera

Il 1968 fu l’anno della “ contestazione giovanile”. Cominciò in Francia dove tutto il Mondo Moderno comincia.  Il  Maggio francese o Maggio ’68 – lo dice Wikipedia –  designa in maniera globale l’insieme dei movimenti di rivolta verificatisi in Francia nel maggio-giugno 1968. Questi eventi costituiscono un periodo ed una cesura significativi nella storia contemporanea francese, caratterizzati da una vasta rivolta spontanea, di natura insieme sociale, politica e anche filosofica indirizzata contro la società tradizionale, il capitalismo, l’imperialismo e, in prima battuta, contro il potere gollista allora dominante. Scatenati da una rivolta della gioventù studentesca di Parigi che si estese al mondo operaio e praticamente a tutte le categorie della popolazione sull’intero territorio nazionale, gli eventi del ’68 restano il più importante movimento sociale della storia di Francia del XX secolo.

Nel corso degli eventi si mischiarono un movimento studentesco e un movimento operaio, entrambi di eccezionale ampiezza. Al di là delle rivendicazioni materiali o salariali, e della rimessa in questione del regime gollista dominante dal 1958, si trattò di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità. Una parte del movimento degli studenti delle scuole superiori e delle università rivendicò particolarmente la «liberalizzazione dei costumi», e al di là di questo contestò la «vecchia università», la società dei consumi, il capitalismo e la maggior parte delle istituzioni e dei valori tradizionali. Il maggio francese s’iscrive d’altra parte in un più vasto insieme di avvenimenti che attraversarono i movimenti operai e studenteschi di un gran numero di paesi, in un contesto di fermento sociale generale sorto da una parte e dall’altra della “Cortina di ferro” – dalla Germania all’Italia agli Stati Uniti, Giappone, Messico, Brasile, fino alla Cecoslovacchia della Primavera di Praga e alla Cina della Rivoluzione culturale.

In Francia queste manifestazioni acquistano un tono particolare perché a importanti manifestazioni studentesche si aggiunse il 13 maggio 1968 il più importante sciopero generale della V Repubblica, che superò quello del giugno 1936. Il  movimento paralizzò completamente il paese per diverse settimane, accompagnandosi ad una generale frenesia di discussioni, dibattiti, assemblee generali e riunioni informali, che si svolgevano ovunque – in strada, all’interno di organizzazioni, imprese, amministrazioni pubbliche, e poi nelle scuole superiori e nelle università, nei teatri, nei luoghi di aggregazione giovanili e nelle case della cultura. Si trattò di un’esplosione sociale, spesso confusa e complessa, a volte anche violenta, ma ancor più spesso ludica e festosa: il maggio ’68 apparve come un momento di illusione rivoluzionaria lirica, di fede ardente e utopistica nella possibilità di una trasformazione radicale della vita e del mondo. Un riflesso di questo clima fu la proliferazione di graffiti e slogan fantasiosi: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c’è la spiaggia), «Il est interdit d’interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove), e così via.Considerato a volte una “rivoluzione mancata”, e malgrado l’ampio ricorso alla retorica e ai simboli delle precedenti rivoluzioni francesi – barricate, bandiere rosse e nere – nel maggio ’68 non vi fu in realtà alcuna volontà di conquista illegale del potere né di slittamento verso la guerra civile.”.

Fin qui l’ Enciclopedia Telematica ma alcune considerazioni personali sono necessarie. Vissi il ‘ 68 – che era in “ embrione” già da alcuni anni – nella primavera del ‘ 69 a Napoli alla Facoltà di Economia e Commercio dove ero iscritto al primo anno. La “ Goliardia” era finita. Non si faceva più il “ papiello” dove i “ venerabili anziani concedevano alla Molto Fetentissima Matricola di entrare  all’ Università”.Entrai comodamente ma le discussioni fino all’ “ occupazione” della Facoltà furono a casa loro. Cominciò allora la passione “ latente” fino ad allora della partecipazione politica per cambiare il mondo e la vita “ contestando” tutto a partire dalla famiglia con il  genitore nostalgico del fascismo e la madre cattolicissima. Ma come fu l’ estate del 1968? Segnò quella estate la “ contestazione” anche qui nell’ isola d’ Ischia? Forse il 1968 segnò la fine del dominio politico della Democrazia Cristiana nei sei Comuni e l’ affermazione come “ forza di alternativa” del Partito Socialista guidato da Francesco Scalfati che in quelle elezioni  politiche non riuscì ad essere eletto senatore per pochi voti .Insomma anche da noi cominciava a nascere un certo ‘ 68 ma d’ estate anche le discussioni politiche si fermavano.

Il 1968 fu l’ anno in cui mi diplomai “ragioniere e perito commerciale”. L’ ultimo della vecchia generazione con l’ esame di stato tradizionale della “ riforma Gentile”. Tutte le materie del triennio professionale in esame, tutta la commissione di esterni ed un sol “ membro interno” con il presidente che era il docente universitario Domenico Napolitano. Gli esami iniziavano il 1 luglio e terminavano alla fine del mese con gli orali. Finii il 23 luglio e la mia estate cominciò allora. La canzone di moda era proprio “ Luglio” di Riccardo  Del Turco che vinse il “ disco per l’ estate”. Dopo l’ esame di stato cominciai a conoscere il “ Night Club” e quell’ anno il Night alla moda era il “ Castillo de Aragon” che si trovava proprio ai piedi del Castello Aragonese. Il complesso base era  di Vito Russo e quasi a testimonianza del declino il secondo complesso era quello di Peppino di Capri che restò al Castillo per 15  notti con i “ Rockers” che erano diventati “ New” perché Gabriele e Mario si erano ritirati e furono sostituiti dalla chitarra di Piero Braggi e dall’ organo Hammond di Gianfranco Ranfaldi che avevano suonato con Fausto Leali.

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Andai a sentire Peppino più di una volta con 2mila lire di ingresso e consumazione praticamente un euro di oggi .Peppino partecipava al disco per l’ estate con una canzone scritta dal giovane autore Claudio Mattone ( che poi diventerà un grande autore e musicista)  intitolata “ E’ sera” ma cantava anche “ un colpo al cuore” di Mina e “ words” dei Bee Gees  che non incise mai ma erano due canzoni alla moda dell’ anno. Scoprii anche la “ taverna” sulla Riva Destra del porto di Ischia con il gruppo di amici del dottor Giulio De Marco, medico napoletano ma innamorato dell’ isola d’ Ischia,uomo colto e raffinato, scrittore, paroliere e cantante chitarrista che divenne mio “ Maestro di vita” e con il quale passai le estati  fino al 1979. “E’ sera” di Peppino di Capri non riscosse un successo immediato .Anzi aggravò il momento  di crisi di Peppino. Ma per me costituì l’ alba delle mie serate al Night fino a quando la discoteca – credo intorno al 1972 –lo  soppiantò chiudendo un’ epoca durata almeno 20 anni.

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2 – continua

gmazzella@libero.it

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