In una fase particolarmente delicata, ed a pochi giorni dalla discussione dinanzi ai giudici del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania del ricorso proposto dalla Ambrosino srl dopo i provvedimenti della Prefettura di Napoli che ha negato l’iscrizione nella cosiddetta white list (e su cui è giunto il provvedimento di sospensiva), arriva la notizia – invero precedente dal punto di vista cronologico – di una nuova tegola per il colosso dei carburanti sull’isola d’Ischia, che per alcuni rappresenta una diretta conseguenza proprio delle decisioni adottate dall’ufficio territoriale di governo. La notizia, che sotto certi aspetti ha davvero del clamoroso, risalirebbe di fatti ad almeno un paio di settimane orsono ma si è appresa soltanto nei giorni scorsi: l’Eni, infatti, ha revocato il contratto di comodato per il distributore che l’azienda ischitana gestisce in via Iasolino, quello ubicato per intenderci in località Pagoda. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, pare che anche nella missiva spedita agli amministratori della società siano indicate le motivazioni di una revoca certamente pesante e che sarebbero da ricercare proprio nei provvedimenti presi a seguito dei cosiddetti controlli dettati dalla normativa antimafia. Tutto quanto vi abbiamo appena esposto, peraltro, pone dinanzi ad un primo “giallo”: la pompa di benzina, di fatto, avrebbe dovuto essere chiusa ma per quanto risulta continua ad esercitare tranquillamente la propria attività. E’ probabile che l’Eni abbia trasmesso la missiva per mettersi al riparo e salvaguardare la propria posizione, senza curarsi però che dalla teoria si passasse alla pratica. Ci può stare, o in ogni caso non riusciamo a formulare un’ipotesi diversa da questa per giustificare quanto… non è successo.
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