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Alla riscoperta del borgo di Ischia Ponte con gli Igers Napoli

di Isabella Puca

Foto Enzo Rando

Ischia – Si sono dati appuntamento alle 10:00 di ieri mattina in piazzetta Mazzella, nel pieno centro di Ischia Ponte. C’erano Raffamuffin, Bionditudine, Gaebal, Biasinho_g, sono questi solo alcuni degli instagramer napoletani giunti a Ischia per l’Ischia Art Igers Day, il primo raduno di igers napoletani e igers ischitani a Ischia Ponte. Cosa sono gli igers? IG sta per InstaGram, l’applicazione con la quale grazie alla fotocamera di uno smartphone è possibile scattare foto, modificarle e condividerle in rete con milioni di utenti, IGer sta appunto per chi usa Instagram e IGers sta per il plurale di IGer ovvero un gruppo di persone che usano Instagram. L’evento è stato organizzato da Ischia Ponte comunità, un profilo sotto il quale si celano Elena Mazzella e Sebastiano Balestrieri, due commercianti del borgo che, insieme ad altri e grazie al consorzio borgo di Ischia Ponte presieduto da Giovan Giuseppe Lanfreschi hanno voluto fortemente quest’evento. L’obiettivo? Mandare immagini degli scorci più belli del borgo di Ischia Ponte nel mondo grazie alla rete e a un hashtag ossia #borgoischiaponteinarte.  Arrivati a Ischia grazie alla Medmar che ha offerto loro l’andata e il ritorno in nave, gli igers napoletani si sono riuniti con quelli ischitani andando così a conoscere dal vivo diversi amici che condividono la stessa passione per la fotografia. Riunito il gruppo e indossato il badge riconoscitivo dell’evento, si è partiti alla volta della prima tappa: il centro culturale della Marina di Sant’Anna; ovviamente non poteva mancare una foto di gruppo scattata sulle scale di Via Soronzano. Una volta giunti nella sala multimediale di Aenaria il gruppo è rimasto affascinato dalla storia che si cela nella baia di Cartaromana. A raccontarla Giulio Lauro e l’archeologa Alessandra Benini. «Ischia era famosissima per il periodo greco, – ha detto loro l’archeologa – si supponeva un insediamento romano, ma non si sapeva dove fosse. Con alcuni studi, iniziati negli anni ’70, si iniziò a ipotizzare ci fosse qualcosa; grazie al vincolo della Soprintendenza iniziarono gli scavi subacquei, era sei anni fa, ma procedono a rilento a causa del mare e delle correnti, tuttavia il gruppo è da sempre paziente e tenace». E proprio grazie alla cooperativa Ischia Barche Marina di Sant’Anna che per la prima volta è stato localizzato l’insediamento romano sull’isola, partendo da quattro sassi è stata ritrovata la banchina portuale che, in epoca romana, aveva una conformazione diversa con almeno sei metri in più d’acqua. «Quando si parla di città sommersa ho i brividi, ma abbiamo trovato tegole, cocci, tessere di mosaico e cornici architettoniche, un pettine di legno e finanche un braccio di una statuina testimonianze del fatto che,  alle spalle di un punto di approdo, ci fosse un mondo molto più esteso. Lo stato dei luoghi ci fa pensare a un evento traumatico, un cataclisma un terremoto o un’eruzione che ha distrutto questo insediamento». Dopo la spiegazione, un souvenir per tutti, un ciondolo rappresentante la lucerna, simbolo ripreso dalla cooperativa per identificare la città di Aenaria, che a sua volta riprende un disegno presente su di un tipo di ceramica che si presume arrivi dall’Africa. Salutata la Benini, tra una fotografia e un paio di curiosità sullo scavo subacqueo, il gruppo è risalito per via Soronzano.

Tantissimi gli scatti al castello e alla cupola della nostra Cattedrale; il borgo visto da Soronzano acquista un aspetto davvero magico. È qui che gli instagramer hanno avuto la fortuna d’incontrare uno dei personaggi più famosi del borgo, parliamo di Topolino d’Ischia che, proprio in via topolino d’Ischia, si è presentato ai giovani con tutta la sua simpatia.  Il giro è poi ripreso con una visita alla chiesetta di Sant’Anna, lì dove risiede un’altra delle nostre tradizioni più antiche, quella delle partorienti in processione su gozzi addobbati con bandierine e piante di ogni tipo, quella che poi divenne la nostra festa a mare agli scogli di Sant’Anna del 26 di luglio. Non sono mancate pillole storiche sul cimitero sconsacrato, quello che probabilmente ispirò Arnold Böcklin per il suo dipinto “L’isola dei morti”. Ad attendere il gruppo nel piazzale delle Alghe c’erano alcuni artisti ischitani: Massimo Venia, Antonella Buono, Annamaria Di Meglio e Francesco Mazzella. Per loro, pittura dal vero, in estemporanea, niente di più bello complice anche una splendida giornata di sole. Pranzo per tutti grazie alla disponibilità di Ischia Salumi e poi tutti su al Castello Aragonese a fotografare ogni angolo nascosto, grazie soprattutto alle famiglie Mattera. Da ieri, girano in rete, ancora più foto del solito dell’isola, condivise e apprezzate da tantissimi che, da ogni parte del mondo, sono riusciti, anche se virtualmente, a rivedere l’isola in autunno. A qualche altro, invece, è venuta una gran voglia di visitare la nostra splendida isola, d’altronde oggi il turista è così che sceglie la sua vacanza, innamorandosi di una foto postata sul social network e prenotando per il primo weekend disponibile un soggiorno in un’isola che, vista attraverso un filtro, anche per noi che ci viviamo, sembra riuscire a essere ancora più bella.

 

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