26 Luglio: Santi Anna e Gioacchino genitori della B.V. Maria
di Pasquale Baldino e i suoi Tralci
Sant’Anna nacque a Betlemme in umile dimora, e fu predestinata da Dio ad andare sposa a Gioacchino. Entrambi erano della stirpe di David. I due sposi scelti dal Cielo a darci l’Immacolata da tanti anni sospiravano un figlio e pregavano con lacrime l’Onnipotente affinché esaudisse i loro desideri. Come l’antica Anna, madre di Samuele, effondeva presso il Signore le sue preci e faceva voto di consacrargli interamente il figlio che le avrebbe mandato, così la madre di Maria prometteva di consacrare a Dio la prole che le avrebbe concesso. Avanzata ormai d’età e sterile, il suo stato era allora considerato come un castigo del cielo, come un’esclusione dal partecipare alla nascita del Messia. Anna però seppe pazientare e soffrire la ignominia e il compatimento delle donne nazaretane e Iddio le preparò la più grande consolazione, eleggendola a genitrice della Madre del Salvatore.
I due si ritirarono in disparte per pregare e ottenere da Dio la grazia che arrivò con l’annuncio di un angelo: « Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo ». « Veramente beata, e mille volte beata sei tu, o Anna, esclama il Damasceno, che hai messo al mondo quella bambina che Dio ricolmò di beatitudine, Maria, che il suo nome stesso rende singolarmente veneranda; la quale ha prodotto Cristo, il fiore di vita: la Vergine, la cui nascita fu gloriosa, e il suo parto sarà ancor più sublime. Noi pure, o beatissima donna, ci felicitiamo con te d’aver avuto il privilegio di darci la speranza di tutti i cuori, la prole cioè della promessa. Sì, sei beata, e beato è il frutto del tuo seno. Le anime pie glorificano il tuo germe, ed ogni lingua celebra con gioia la tua maternità. E certo, è degno, sommamente degno, lodare colei che Dio favorì di un oracolo e diede a noi il meraviglioso frutto, donde è uscito il grazioso Gesù ». La santità di Anna fu certamente in rapporto con la sua dignità. La fede, l’amore vivissimo a Dio, l’intima unione con Lui, l’esattissima osservanza della legge divina, la purità, la carità, la prudenza, la fortezza, tutte le virtù si intrecciarono in lei. La santità eccelsa della figlia doveva pure esser per lei un continuo stimolo per crescere ogni giorno nella virtù. E se la Vergine, col visitare S. Elisabetta e col trattenersi con lei per tre mesi, riempì di benedizioni quella casa, chi può mai dire quanto abbondantemente fosse ricolma di grazia Anna, che per più anni visse con la Vergine e l’ebbe soggetta ed ubbidiente? Maria contava tre anni ed allora Anna con Gioacchino, suo santo sposo, condusse la figliuola al Tempio e l’abbandonò nelle mani di Dio. Fu grande dolore per lei, ma lo seppe sopportare con la serenità dei giusti che vedono in tutti gli eventi un disegno della Provvidenza per il bene delle anime. La missione a lei assegnata era ormai compiuta ed ella spirava in Gerusalemme tra le braccia della figlia benedetta. Pare che morisse all’età di 56 anni.
Ad Ischia Sant’Anna viene venerata in diverse Chiese: a Fiaiano, Lacco Ameno, Casamicciola e Ischia.
Dove il 18 gennaio 1301 esplose, per una colata di circa due mesi, l’ultima eruzione dell’Epomeo, oggi sorge la Chiesa di S. Anna, nella frazione di Fiaiano (dal latino ‘flagatus’=esploso, incendiato) del comune di Barano d’Ischia, uno dei sei dell’isola. E’ questa la suggestiva Chiesa detta dal popolo di S. Anna, ma dedicata a S. Giuseppe. Quattro altari di marmo. La Deposizione è di Bernardo delle Notti. Edificata da Carlo Maria Santucci De Magistris nel 1758. Nel 1886 si costruì il bel campanile e l’orologio, oggi fermo. Le due lapidi in latino fanno facile memoria della sua origine: “d.o.m./templum/divo Iosepho/ patrono prestantissimo sacrum/patronum prestantissimo sacrum/Carolus Maria Santuccius De Magistris/super extinctis vulcanicis conflagrationibus/aere suo extruxit/dote locupletavit/atque ad publicam utilitatem addictum/dedicavit/die 6 junii 1758”. L’altra dice: “d.o.m./hic jacent corpora/Caroli Maria Santuccius De Magistris/et Mariae Raphael Siniscalchi/qui ob caritatem apud Deum et homines/hanc ecclesiam divo Josepho dedicaverunt”. La Chiesa, quindi, ricca di storia, sorge circondata da una stupenda pineta voluta dal re borbonico Ferdinando II per coprire lo scuro ammasso lavico chiamato Arso e si vuole che questa colata abbia seppellita la città di Geronda o ‘villa plana’: la lava si estese per una lunghezza di oltre tre km fino al mare (P. Molino) e per un km di larghezza e si nota dalla salita per la Chiesa di S. Pietro (Madonna delle Grazie) a quella della Chiesa dell’Addolorata in via Vittoria Colonna. “Multi homines et quamplurima animalia perierunt…multi ad Prochiten, Capreas, Baias, Puteolos, et Neapolim confugerunt”(Can. F. Lombardi). La polvere giunse a Cava dei Tirreni. S. Anna venerata anche a Casamicciola in Via dei Cittadini (erano i Cittadini quei Patrizi ischitani discendenti da quei 400 catalani che lo spagnolo Alfonso I d’Aragona portò a occupare l’Isola e ricolmò di titoli, come Cervera, Lanfreschi, Mancusi, Manzo, Pesce, Taliercio, Scotti, Turris, Zabatta, Calosirto, Cossa, Albano, Carafa, Capece, Di Meglio, Arcamone, Gargiulo, ecc.). Infatti nella Chiesa dedicata dalla famiglia Mancusi a S. Pasquale Baylon (francescano spagnolo alcantarino) per volontà di San Giovan Giuseppe della Croce -anch’egli alcantarino e parente dei Mancusi- vi è la Congrega di S. Anna con una bella tela. Ancora a Lacco Ameno: usciti sulla piazza del Rosario e, volgendosi a sinistra, lo sguardo è subito attratto dalla facciata della Chiesa di San Rocco e Congrega Pio Monte di S. Anna. Gode anche della rappresentazione a Pasqua della cosiddetta “Corsa dell’Angelo”. E infine in località “Cartaromana” è possibile visitare la Chiesetta di Sant’Anna, raggiungibile dalla stradina pedonale Antica di Cartaromana. Gode di uno dei panorami più belli dell’isola. Un tempo meta di tutte le donne in attesa o di chi desiderava diventare mamma.
Queste memorie e tradizioni di Fede durano ormai da tempo, oltre il consumismo.