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Forio, ecco la stangata: Del Deo ne chiude quattro Teresa: «Colpa dei politici e dei loro amici»

Revocata l’occupazione di suolo pubblico a due pub, un bazar e all’edicola della piazza di Citara. Siamo andati a parlare con Teresa, 69enne e combattiva ristoratrice di Citara: «Se la sono cercata, tutto quello che volevo era riaprire il mio locale»

Siamo nel locale di Teresa, che affaccia nella piazza di Citara. Il locale è rifinito, ma completamente vuoto. Mi accoglie Teresa , che mi aspettava. Molto cortese, mi fa accomodare e mi offre un caffè. Da qualche ora è trapelata la notizia della revoca del suolo pubblico a quattro attività da parte del comune di Forio. A finire sotto la tagliola di Francesco Del Deo i due pub presenti in piazza, il bazar e l’edicola.

Teresa, da quanti anni sei a Citara?

«Dal 1957, con la mia famiglia, avevo dieci anni. A quell’epoca, non esisteva la strada di oggi, ci si fermava alla sbarra della Safen posta poco dopo l’incrocio dell’Imperial. La strada fu fatta nel 1961 e solo nel 63/64 abbiamo avuto acqua e luce, prima usavamo le lampade a cherosene e l’acqua si prendeva nella cisterna del parcheggio della Safen, oggi dei Poseidon. Il locale era l’Onda Marina».

E questo locale di oggi?

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«Solo dal 1991. Nel 1988 comprai il terreno. Tanti debiti, sempre onorati. Inizialmente il locale era molto grande, ma poi ho venduto quello che ho potuto e sono rimasta in quello che vedete oggi.

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La Guerra di Citara, perché?

«Perché sono sempre stata scomoda, da quando ho comprato. Sempre le stesse famiglie, mi fecero causa, durata 10 anni. Dispetti, offese e tante cattiverie. Poi è iniziata la guerra commerciale, con il figlio del mio vicino, quando decisi di riaprire di nuovo il locale, ossia, quando ho rinnovato il locale che vedete oggi. Mi è stato fatto di tutto, anche cattiverie su mio figlio, unica ragione di vita. Due giorni fa ho compiuto i miei 69 anni e li ho festeggiati sola con mio figlio».

Auguri, non li dimostri. Perché non hai aperto?

«Perché anche la più stupida delle mie richieste al Comune, diventava un problema, mentre agli altri è stato concesso di tutto e anche di più. Mentre a me facevano abbattere dei muretti, a loro ingrandivano le concessioni di suolo pubblico».

Come è possibile?

«In questa Piazza i politici hanno fatto quello che hanno voluto, per i loro amici o parenti. Io non ho ne amici e ne parenti sul comune».

E allora?

«Pure di aprire ho cercato un accordo, che mi è stato negato. Un giorno, che ero scoraggiata, sotto il Comune, ci siamo incontrati. Già ti conoscevo dall’epoca dei problemi con la vasca delle fogne di Citara, vasca che si trova proprio di fronte al mio e ad altri locali. Da quel momento, mi hai aiutata a esaminare la documentazione del mio vicino, che avevo acquisito con una istanza di accesso agli atti, fatta dal mio avvocato Bruno Molinaro. Mi hai ascoltata e spiegato molte cose. Inizialmente ti sei interessato anche tu per cercare un accordo. Grazie a te ci siamo incontrati prima con il Vicesindaco e poi con il Presidente del Consiglio Comunale. Siamo stati in tutti gli uffici a spiegare e cercare di fare valere le nostre ragioni, ma niente da fare».

Un muro di gomma?

«Peggio, di mattoni! Ricordo il giorno in cui ti arrabbiasti e mi promettesti che ci saremmo fermati solo quando la legalità sarebbe stata ripristinata. E così dovrà essere. Volevo solo uno spazio per rendere visibile il mio locale, un poco di suolo pubblico per mettere qualche tavolo e qualche ombrellone».

Sai che oggi hanno revocato il suolo pubblico a tutti?

«Sì, l’ho saputo ieri. Ma degli altri non mi sono mai interessata. Vorrei che il mio vicino togliesse i bagni dal mio muro, vicino al mio ingresso e  la costruzione, che ha fatto sul suolo pubblico, a due metri dal mio confine!».

Andrà a finire molto peggio per tutti, anche per gli altri , non solo il tuo vicino.

«Ho capito, ma il casino, lo ha creato lui e i politici. Lo ripeto, a me degli altri, non importa niente!».

Che farai ora?

«E che devo fare, mi hanno fatto perdere un’altra stagione, la seconda. Loro hanno lavorato e io no.  Vi pare giusto?».

Mi pare di no. Ma alla fine hai avuto ragione.

«Sì, dopo che Augusto mi ha portato alla Guardia di Finanza a fare una denuncia documentatissima e mi ha preparato le diffide per gli uffici. Poi si vedrà. Intanto, da tempo, si presentano persone conosciute che mi chiedono perché non vendi? perché non fitti? Sei una donna sola. Teresa, non vende e non fitta, ora faccio il cartello. Teresa vuole solo lavorare! E un mio diritto, che mi hanno negato, ne ho ancora le forze e la determinazione. se finirà male è perché sono scemi e arroganti. Oggi è venuto a trovarmi anche Augusto, che si preoccupa per me e mio figlio e per la verità, mi preoccupo anche io. Mi ha detto di non cedere alle provocazioni. Ma da oggi denuncio tutto, perché il mio vicino ha precedenti penali e mi aspetto di tutto».

 

 

 

 

 

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