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180.000 euro di costi in meno all’anno, il Cisi vara la sua spending review

L'azzeramento dei costi pe rle spese legaliCe ne siamo occupati nei giorni scorsi, e ci eravamo ripromessi di ritornare sull’argomento in maniera più approfondita. E’ balzato infatti di recente agli onori delle cronache la questione del cosiddetto “mutuo” (che è in realtà, come già spiegato da Il Golfo, è un accordo transattivo) di circa 9 milioni di euro contratto dal CISI con la Cassa Depositi e Prestiti, e di cui tanto si è parlato sui mass media dell’isola d’Ischia negli ultimi tempi, ma su cui vanno fatte una serie di doverose precisazioni a beneficio del cittadino lettore.

Per finanziamenti concessi tra il 1988 ed il 1999 il “Consorzio Intercomunale Servizi Ischia”, altrimenti detto CISI, risulta attualmente debitore verso la Cassa Depositi e Prestiti per circa 4,6 milioni di euro e verso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per circa 2,1 milioni di euro. La somma di partenza, quindi, non è di 4 o 5 milioni di euro, come si è letto e come in diversi hanno affermato, ma di ben 6,7 milioni di euro. E’ quindi evidente che sia nella natura delle cose finanziarie, considerando gli interessi, le more e gli anni trascorsi, arrivare a 9,2 milioni di euro complessivi partendo da 6,7 milioni piuttosto che da 5. Ed il dettaglio, come capirete, non è affatto trascurabile.

L'abbattimento dei costi per il segretarioIn effetti la Cassa Depositi e Prestiti ha applicato al CISI – come anticipato nei giorni scorsi dal nostro giornale – un tasso di interesse annuo pari ad appena il 2,66 %: un tasso estremamente agevolato, come si capisce facilmente. Inoltre, il debito è stato spalmato sulla lunghezza temporale di trent’anni: è un’agevolazione di riguardo, enorme, difficile da ottenere in qualsiasi altra situazione, come sa chiunque si sia trovato a dover accedere ad un prestito. Quindi è vero che il CISI dovrà pagare fino al 2045, ma pagherà somme che, frutto di lievi interessi e distese su trent’anni, sono relativamente esigue e perfettamente sostenibili dal bilancio del Consorzio. Bilancio il quale, detto per inciso, è in attivo da anni…

Il calo delle spese per i revisoriInoltre dagli uffici di via Leonardo Mazzella ci tengono a precisa che la Cassa Depositi e Prestiti ha promosso contro il CISI, dal 2006, azione giudiziaria per il recupero delle somme erogate fino al 1999. Non era perciò in nessun caso possibile evitare di dover restituire i finanziamenti! E’ stato con la gestione Ghirelli e con il totale appoggio dei Comuni dell’isola d’Ischia che, già dal 2012, con apposita delibera, il CISI ha chiesto alla Cassa di sospendere le azioni esecutive avviate ed ha iniziato una contrattazione per il ripiano del debito che si è conclusa qualche settimana fa con una ipotesi transattiva presentata dalla stessa Cassa.

In definitiva, date le disastrose premesse, l’accordo raggiunto è indubbiamente soddisfacente al di là di ogni più rosea aspettativa: è stato versato un anticipo pari al 15% del debito complessivo (un milione di euro) ed il CISI pagherà una rata semestrale pari a circa 139mila euro complessivi. Al Cisi, detto per inciso, proprio non ci stanno nel sentire affermare che questi soldi saranno pagati dai cittadini dell’isola d’Ischia e, segnatamente, dagli utenti del servizio idrico con la bolletta, è pura demagogia ed è un’affermazione totalmente priva di fondamento. In nessuno modo il bilancio del CISI può influenzare le tariffe idriche, che seguono rigide regolamentazioni nazionali. Dunque, questo è il punto di vista dell’azienda, se non aumentano le bollette dell’acqua, certamente la gente non si troverà a sostenere costi maggiori.

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I tassi di interesse applicati prima e dopo sul debito del consorzioE poi c’è sempre l’altra storia, sulla quale prima o poi verrà fuori qualcosa di decisamente interessante: l’Assemblea del CISI, composta da tutti i sindaci dell’isola d’Ischia, ha chiesto al Liquidatore del Consorzio di procedere con un’azione legale volta al perseguimento delle responsabilità nell’intera vicenda della mancata restituzione dei finanziamenti. E anche sul fatto delle prescrizioni per alcuni dei responsabili, è opportuno andarci con i piedi di piombo… Il liquidatore Pierluca Ghirelli, professionista abitualmente “votato” a stare lontano dai riflettori, crede di aver imboccato la strada giusta e per farlo, piuttosto che le chiacchiere, preferisce affidarsi ai numeri. Che raccontano che si è eliminata una linea telefonica, con un risparmio annuo di 1.000 euro; sono state eliminate le consulenze legali, per un risparmio annuo di 30.481,92 euro; i compensi del segretario sono stati dimezzati, risparmiando all’anno 9.338,40 euro; i compensi dei revisori dei conti sono stati quasi dimezzati, portando ad un risparmio di 19.753,92 euro all’anno; le spese per il personale sono state ridotte di 120.000 euro circa all’anno. Ricapitolando, sotto la gestione Ghirelli il CISI risparmia ogni anno circa 180mila euro. E anche questi non sono certo bruscolini…

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