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Sanità e isole disagiate, Ischia e Procida protagoniste del summit a Frattamaggiore

di Sara Mattera

Ischia.   È calato ormai da diversi giorni il sipario sulla manifestazione che ha visto, lo scorso Venerdì, la comunità isolana scendere in piazza per rivendicare il diritto all’implementazione dei servizi sanitari di Ischia.  Una manifestazione che ha visto – lo ricordiamo – la partecipazione di  una moltitudine di cittadini e studenti che hanno marciato per le strade del Comune di Ischia con l’auspicio di far arrivare il proprio grido di protesta ai vertici dell’Asl Napoli2 Nord  che continuano ad intraprendere scelte molto discutibili per l’isola. Venerdì 14 Ottobre, però, le criticità della sanità di Ischia non sono state  protagoniste solo sul nostro territorio. Come avevamo, infatti, anticipato nei giorni scorsi, in precedenti edizioni de “Il Golfo”,  le problematiche dei presidi sanitari di Ischia e Procida sono state anche al centro delle vertenze sindacali di UIL, CGIL, FSI, FiALS che, nella sede di Frattamaggiore dell’Asl Napoli2 Nord, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i vertici dell’azienda sanitaria napoletana su tematiche di primaria importanza per le due isole flegree.  Al centro del tavolo di discussione, infatti, la mancata applicazione, nei presidi sanitari dislocati sul territorio isolano, della direttiva Europea 107/2014 che stabilisce una turnistica predeterminata per gli operatori del settore e la questione riguardante la mobilità delle OSS di Ischia e Procida verso i presidi ospedalieri ubicati in terraferma.  All’incontro erano presenti il dirigente generale dell’Asl Napoli2 Nord, Antonio D’Amore, la direttrice sanitaria aziendale, la dottoressa Virgina Scafati, la  dottoressa Angela Paumgarden responsabile UOS, e i rappresentanti delle sigle sindacali della UIL, CGIL, FSI ,Fials.

In relazione alla mancata applicazione della normativa europea, entrata in vigore nel Novembre dello scorso anno,  sarebbe stato sottolineato, ancora una volta,  come il quadro orario e le rotte di navigazione, adottate dalle compagnie di trasporto marittimo che collegano le isole con la terraferma, non siano sufficientemente rispondenti alle esigenze dei lavoratori pendolari.  Accade, infatti, che gli operatori sanitari della terraferma debbano imbarcarsi alle sei e dieci del mattino con il traghetto per arrivare in orario sul posto di lavoro, ma sono impossibilitati a farlo, in quanto, quasi nessuno mezzo di trasporto  su gomma  sul territorio napoletano ha partenza prima delle sei del mattino. Per questo motivo, molti sono costretti a partire un’ora e mezza dopo, rischiando così di mettere a repentaglio l’intera turnistica di lavoro. La problematica trasporti, incentiva, inoltre, le richieste di trasferimento nei presidi sanitari sulla terraferma da parte di quanti lavorano presso il nosocomio di Lacco Ameno, congestionando così, ancora di più il presidio  ospedaliero isolano. Un problema questo, già sollevato fin dallo scorso anno dalla direttrice dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, Valentina Grossi e per la cui risoluzione si è ancora, a quanto pare, molto lontani, nonostante la Caremar recentemente abbia comunicato la volontà di istituire una corsa alle ore 7.00 da Napoli verso Ischia.

«A tal proposito – ha dichiarato Ciro Chietti,  sindacalista della UIL –  la Scafati ha informato che l’applicazione  della legge 107-2014  risulta complessa proprio a causa dei trasporti  e che per tale motivo, è stato richiesto un nuovo tavolo di confronto alla Regione Campania al fine di incentivare i collegamenti marittimi di Ischia e Procida con l’aggiunta di nuove rotte».

In merito alla questione mobilità per le Oss di Ischia e Procida verso la terraferma e viceversa, il sindacalista ha, invece, aggiunto: «D’Amore ha fatto sapere che chiederà alla GRU della Regione Campania una relazione problematica da inviare alle organizzazioni sindacali per poi organizzare un incontro. Per la mobilità degli stessi, il direttore amministrativo ha affermato che verrà usato lo stesso criterio d’ingresso usato dal personale infermieristico». La questione mobilità degli operatori, resta, quindi un tema piuttosto spinoso. Continuano, infatti, ad arrivare protesta da parte di quanti lavorano sul territorio isolano che si vedono ostacolate le proprie richieste di trasferimento a Napoli. L’ultima denuncia in ordine di tempo è arrivata,  infatti, qualche giorno fa, da parte di una operatrice sanitaria dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, che, pur essendo in stato interessante, continua ad essere costretta, quotidianamente a fare la spola tra Ischia e Napoli, nononostante abbia fatto richiesta di continuare a lavorare nei presidi ospedalieri ubicati in terraferma. «Nonostante io sia incinta – ha protestato la donna – acconsentono al mio viaggio da pendolare verso Ischia e mi obbligano a fare questo ogni mattina. Pur conoscendo le leggi che tutelano la donna in gravidanza, nel mio caso non vengono riconosciute». Insomma, dal tavolo di discussione, sembra essere scaturita ancora una volta più che mai la necessità del riconoscimento di Ischia e Procida ad isole disagiate. Un riconoscimento che purtroppo però tarda ad arrivare, e con esso anche le soluzioni a problematiche che impediscono perfino ai lavoratori del settore sanitario di svolgere la propria attività nel pieno rispetto della direttiva europea 107-2014. Una direttiva che – lo ricordiamo –  se fosse applicata nei presidi sanitari isolani, darebbe la possibilità agli operatori del settore  di lavorare con una turnistica meno stressante di quella attuale che, di conseguenza, apporterebbe, benefici  anche i pazienti ospedalieri.  Per la risoluzione di tale problematiche, c’è, quindi, ancora una volta da attendere.

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