CRONACA

Riecco le ruspe, al via la demolizione di una casa di necessità alla Scannella

La Procura ordina l’abbattimento di un immobile di 54 mq a Forio d’Ischia. Il comune aveva rilasciato per l’immobile la concessione in sanitaria nel gennaio 2022. La magistratura non ha inteso riconoscerne la validità

È cominciata ieri a Forio la demolizione di una casa di prima necessità. L’immobile da abbattere in località Scannella, lungo via Belvedere, una nota località sulla costa. Presso l’abitazione sono già state distaccate le utenze elettriche ed idriche, sul posto a presiedere le operazioni sono giunte le forze dell’ordine con polizia, carabinieri e vigili urbani in un massiccio schieramento. Ad occuparsi della demolizione la ditta incaricata dalla procura della Repubblica di Napoli. Si tratta di una vicenda lunga e complicata, dolorosa per i due proprietari della struttura. Giudiziariamente si sono visti “negare” dal Giudice la concessione in sanatoria ottenuta dal Comune di Forio per una vecchia pratica di condono pendente da quasi 40 anni. Di fatto il magistrato non ha riconosciuto l’atto del comune turrita, che aveva finalizzato l’iter solo nel gennaio 2022, ordinando in ciò l’abbattimento a seguito della sentenza definitiva in Cassazione. Una sentenza che ha messo la parola fine al lunghissimo giudizio. La casa era disabitata. I sei occupanti dell’immobile avevano preferito, dopo la sentenza in cassazione e l’avvio delle procedure di demolizione, lasciare l’immobile, per consentire le operazioni di abbattimento, senza intralciare il corso della giustizia. Da tempo sono in cerca di sistemazione. Al dramma si aggiunge il dramma di nuovi sfollati. Il maglio della giustizia colpisce duro sulle case di prima necessità. Mentre di fatto in Italia il diritto primario alla casa è negato, anche nella totale assenza di piani sociali e di sostegno per garantire una edilizia sociale e residenziale pubblica.

L’abbattimento proseguirà anche oggi. Ingente lo schieramento di forze dell’ordine. Le operazioni si sono svolte nella massima collaborazione della proprietà che da tempo aveva lasciato l’immobile per non intralciare il corso della giustizia. In sei, ora, cercano alloggio e sistemazione dopo 40 anni di attese e lotta per vedersi riconoscere un diritto

C’è, ovviamente, rabbia per quanto accaduto. Esperite tutte le procedure in Italia, il legale della parte sta valutando di adire alla Corte di Giustizia Europea per violazione dei titoli della CEDU al fine di far emergere per eventuali responsabilità sulle probabili violazione alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Forti le perplessità sul metodo e su come, soprattutto, possa essere potuto accadere che l’immobile sia stato demolito pur in presenza di un titolo edilizio rilasciato dal comune di Forio dove l’immobile insiste.

La casa era abitata era stata lasciata negli ultimi giorni per sgomberare permettere Esecuzione e tranquilla. Agiremo, poi, nelle sedi opportune– ci ha spiegato il legale Sabrina Miragliuolo- abbiano preferito non ostacolare le procedure di cantiere e far operare le autorità”. Ha evidenziato il legale foriano. Erano sei gli occupanti fino a qualche settimana fa. 5 in cerca di alloggio. L’avvocato Sabrina Miragliuolo era riuscita grazie ad un incidente di esecuzione a ferma una prima volta la demolizione che era stata fissata per il 7 giugno del 2021 nelle more, la proprietà era riuscita ad avere il titolo edilizio in sanatoria per tutta l’abitazione. Sia la parte per la quale era stata fatta richiesta di condono ex legge 724/94. Si tratta di un titolo edilizio in sanatoria basato su tutti i provvedimenti favorevoli dell’autorità e quindi, nemmeno, basato sul silenzio assenso (il parere favorevole della commissione paesaggio, il parere favorevole del responsabile del settore paesaggio, il parere favorevole della soprintendenza) ed era stata anche demolita una parte del complesso abitativo, così come era stato indicato sia nell’ordinanza del giudice dell’esecuzione sia nel parere della sovrintendenza. Quindi la proprietà si è conformata alle richieste istituzionali. Sabrina Miragliuolo annuncia il ricorso alla corte europea: “bisogna leggere il provvedimento e poi se ci sono le possibilità si faranno le altre azioni necessarie adiremo, probabilmente, a Strasburgo per la violazione di alcune normative contenute nella Cedu e poi, ovviamente, si dovrà valutare un’eventuale esercizio nei confronti la pubblica amministrazione, se veramente ha rilasciato un titolo illegittimo dovrà comunque assumersene le responsabilità nei confronti del proprietario della casa”.

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