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Rubò in chiesa e alla Ibsen, Salvatore Migliaccio patteggia 1 anno e 4 mesi

Si è svolta lo scorso 8 febbraio, dinanzi alla sezione 40 dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Aufieri, l’udienza preliminare relativa al procedimento che vede coinvolti, tra gli altri, Ruben Barbato, Pasqualina Siconolfi e Pietro Pesce, che secondo l’accusa sarebbero stati protagonisti di un traffico di stupefacenti tra il quartiere Vomero e l’isola d’Ischia. Gli imputati sono comparsi tutti accompagnati dagli agenti della Polizia di Stato, stante la sottoposizione alle misure cautelari della custodia carceraria e degli arresti domiciliari. Siconolfi e Migliaccio – entrambi residenti nel Comune di Casamicciola Terme – sono attualmente a piede libero, e ciò in virtù della scarcerazione ottenuta dai loro difensori al Tribunale del Riesame di Napoli per un cavillo procedurale. La maggior parte degli imputati ha scelto il rito abbreviato, pertanto la discussione delle loro posizioni è stata rinviata al 19 marzo dianzi allo stesso gip Aufieri. Hanno invece ottenuto il rinvio a giudizio Siconolfi, Pesce e pochi altri imputati di Napoli, dinanzi alla prima sezione del Tribunale di Napoli, collegio C. Il processo nei loro confronti avrà inizio il primavera, e per l’esattezza il prossimo 10 aprile. Salvatore Migliaccio, imputato esclusivamente per i furti commessi presso la chiesa di Sant’Antonio da Padova e l’istituto scolastico “Ibsen” di Casamicciola Terme, ha patteggiato la pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione, ottenendo la sospensione condizionale.

 

I TRASPORTI DI STUPEFACENTI CHE SAREBBERO STATI EFFETTUATI DA PASQUALINA SICONOLFI

 

Come è possibile apprendere dalla lettura dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari, «in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso […] Barbato Ruben e Raiano Vincenzo illecitamente detenevano al fine di spaccio, attraverso l’immissione di essa sulle piazze dell’isola d’Ischia, sostanza stupefacente di tipo e quantità non accertata, curando Siconolfi Pasqualina il trasporto dal porto di Pozzuoli a quello di Ischia». I fatti sono stati accertati a Napoli e a Ischia il 30 agosto 2014. Dalle intercettazioni effettuate, emerge che alla fine del mese di agosto del 2014 Ruben Barbato avrebbe ingaggiato Pasqualina Siconolfi, detta “Lina”, per effettuare dei trasporti di stupefacente (che sarebbe stato procurato da Vincenzo Raiano e da Giuseppe Formigli) da Napoli a Ischia.

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Nel documento che contiene le intercettazioni si legge: «La Siconolfi, cui il Barbato è legato da un rapporto di amicizia, anche per essere amico con i due figli della donna […] risiede proprio sull’isola ed effettuerà almeno due trasporti per conto del gruppo criminale. Il primo dei quali, il 30/08/2014, andrà verosimilmente a buon fine, mentre il secondo, l’01/09/2014, non otterrà i risultati sperati in quanto la donna molto probabilmente si è disfatta dello stupefacente per timore di un controllo di polizia».

 

Il 30 agosto 2014 Pasqualina Siconolfi si reca a Napoli accompagnata da un’altra persona (di sesso maschile) e raggiunge l’abitazione di Vincenzo Raiano grazie alle indicazioni fornitele da Ruben Barbato. Lì, secondo l’accusa, Raiano e Barbato avrebbero consegnato la droga alla donna, che poi avrebbe avuto cura di trasportarla sull’isola. In seguito anche Barbato sarebbe tornato a Ischia, in modo da farsi rendere lo stupefacente e venderlo. «In linea con il modus operandi solitamente realizzato dal gruppo – si legge ancora nell’atto contenente le intercettazioni – si comprende che Siconolfi Pasqualina sia stata quindi assoldata per effettuare un trasporto di stupefacente da Napoli a Ischia per conto proprio di Raiano-Formigli-Barbato. La stessa è stata quindi reclutata da Barbato Ruben, indirizzata da quest’ultimo presso l’abitazione del Raiano Vincenzo, dove con Raiano Vincenzo, le ha verosimilmente consegnato dello stupefacente che successivamente la donna ha trasportato sull’isola d’Ischia per renderlo al Barbato che dovrà occuparsi delle successive cessioni ai consumatori o ad eventuali pusher».

FRANCESCO CASTALDI

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