LE OPINIONI

Se autunno e piogge tornano a far paura

Pericolo frane e lavori di messa in sicurezza: Legnini programma gli interventi nelle zone collinari di Casamicciola. Abitazioni a rischio nel periodo delle piogge autunnali: si vive sempre con l’allarme del dissesto idrogeologico incombente. E allora…

Non si tratta di un messaggio del malaugurio, come qualche benpensante vorrebbe liquidare  l’allarme dei tecnici e dello stesso commissario Legnini lanciato con l’approssimarsi del periodo autunnale, quasi sempre apportatore di piogge torrenziali e paventati nubifragi. Il Programma molto articolato e mirato alla messa in sicurezza dell’intera area collinare di Casamicciola Terme è stato avviato, ma occorrono molti mesi per attuarlo e ingenti finanziamenti per il momento non disponibili per coprire l’intero comparto idrogeologico “disegnato” nella progettazione definitiva. Si tratta di un momento molto delicato per la messa in sicurezza di canaloni alluvionali, pareti friabili che minacciano di crollare, massi tufacei anche di grosse dimensioni che si trovano in bilico  nelle zone di alta montagna e perfino viottoli, tratturi e sentieri malsicuri che non offrono garanzia di viabilità e tagliano fuori dalla percorribilità gli accessi a terreni e abitazioni delle zone del Celario, del Campomanno,  del Caluto del Cognulo e del Rarone. 

Il nostro giornale  lanciò un grido di allarme inascoltato  il 22  settembre 2022 -due mesi prima della frana maledetta che spezzò la vita di dodici persone che abitavano sulla collina del Celario–con un articolo premonitore di fuoco  in cui venivano evidenziati i mancati interventi di pulizia degli alvei montani di Casamicciola ; alvei che avevano contribuito a provocare la frana del 26 novembre 2022, in cui perse la vita la giovane Anna De Felice. La stampa isolana ritornava sull’argomento in varie occasioni ricordando quel “famoso finanziamento regionale di circa tre miliardi di vecchie lire stanziato dalla Regione Campania in favore del Comune di Casamicciola – Ente attuatore del progetto – da destinare alla pulizia dei canaloni ma inspiegabilmente non utilizzato e con una procedura ferma nell’UTC del comune. La colpevole inerzia dell’allora sindaco aveva determinato il congelamento delle somme e i ripetuti solleciti della Regione, “allertata” da diversi esposti e denunce sullo stato precario delle cave intasate di detriti, di massi staccatisi dall’alta montagna e di terreno di riporto della massima pericolosità. Oggi  non è soltanto Il Golfo ad occuparsi dei lavori di messa in sicurezza idrogeologica di Casamicciola, ma è lo stesso Legnini e il suo staff tecnico a sottolineare una situazione delicata e da monitorare nel documento di programmazione dei lavori a farsi e ribadire che esiste uno stato di pericolo latente per molte abitazioni ubicate in zone ad alto rischio frane identificate con i nomi “italianizzati” di  Cognolo e Caduchi.

Leggere il Programma dei lavori e la relazione tecnica diffusa da Giovanni Legnini  fa riflettere e desta preoccupazione e sconforto per i notevoli ritardi accumulati in tutte le fasi progettuali, di finanziamento e di affidamento dei lavori di bonifica montana e idraulica da eseguirsi sull’intero comparto collinare. Tutto ciò non ci esime dal formulare severe critiche per le lungaggini burocratiche e per certi attendismi che possono rivelarsi fatali in un periodo che precorre la stagione autunnale, sempre perniciosa dopo quattro mesi di siccità che hanno riarso le pareti del maschione tufaceo, assai incoerente e ad alto rischio franoso. La Relazione di Legnini,  non va presa sottogamba ma costituisce un grave campanello d’allarme per la sicurezza della popolazione e in particolare di alcune abitazioni comprese nel perimetro “ad alto rischio idrogeologico” di Casamicciola. Alcuni passaggi della  “Relazione” Legnini sono assai significativi e non lasciano spazio a fraintendimenti, né a colpevoli ritardi nei lavori a farsi: “…lungo i versanti del monte Epomeo possono verificarsi imponenti frane tipo flusso, analoghe alla frana del 26 novembre 2022 particolarmente in vasti settori di versanti planari dai quali possono discendere a valle massi ANCHE CICLOPICI che potrebbero precipitare direttamente sulle zone urbanizzate”. Di seguito c’è un passaggio della Relazione di enorme importanza.”… Previa verifica dei profili di legittimità delle abitazioni soprastanti il pendio di frana, si prevede di attuare interventi di miglioramento della stabilità dei versanti. La fattibilità degli interventi e la tecnologia da utilizzare saranno valutati in basealle modellazioni geologiche e geotecniche. Allo stato delle conoscenze, non può essere esclusa l’ipotesi che l’intervento risulti non fattibile per motivi tecnici o economici e chequindi si debba procedere alla delocalizzazione”.

Più chiari di così!  Dal che si deduce che tutto è in mente deis: i soldi da ottenere per interventi strutturali di largo respiro e non limitati a piccole zone di facile accesso e di modesti lavori idraulici,  la tecnologia adatta da utilizzare nelle aree “difficili”,  i profili di legittimità delle abitazioni (vedi abusivismo edilizio non condonabile) e infine la possibilità che molti nuclei familiari vengano definitivamente allontanati da località stabilmente pericolose e non suscettibili di messa in sicurezza.  La Relazione è veramente eloquente, irta di se e di ma,  esposta a tutte le soluzioni possibili, ma soprattutto fatalmente proiettata nei prossimi venti anni a venire. Tornare sulle dolci colline di Casamicciola non sarà impresa facile, almeno per la vecchia generazione tristemente incamminata sul viale del tramonto. Analogo discorso va fatto per gli sfollati dal terremoto per danni pesanti compresi nella zona rossa. Le demolizioni di abitazioni disastrate in modo irreversibile allontaneranno nel tempo  un piano di ricostruzione per i delocalizzati  da attuare in tempi accettabili; considerato che siamo ancora in attesa del Piano Regionale di Assetto del Territorio e di urbanizzazione civile e di quel primo passo ricostruttivo costituito dall’utilizzazione dell’area del Pio Monte della Misericordia per realizzare un complesso polifunzionale con abitazioni, centro commerciale, villetta comunale, auditorium, parcheggi ,aree verdi e il Palazzo di Città. Se son rose fioriranno. Ma ci vorrà tempo prima che il giardiniere porti a compimento l’opera

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