ARCHIVIOARCHIVIO 3ARCHIVIO 5POLITICA

Matera: «Reti territoriali e sinergia con il privato il futuro della Campania»

di Gaetano Ferrandino

e Stefano Arcamone

Le isole rappresentano un unicum nel contesto regionale. Quali sono gli impegni che oggi vuole prendere con i rappresentanti del mondo istituzionale ed imprenditoriale?

«Ci troviamo in un territorio meraviglioso, Ischia è tra le isole più belle del mondo. Bisogna partire dalle criticità e trasformarle in punti di forza. Stiamo ragionando su un grande progetto di integrazione territoriale, di un sistema Campania che possa funzionare e possa creare le occasioni per portare turismo tutto l’anno. Ischia è sicuramente un punto di grande forza della Campania. Dobbiamo confrontarci serenamente per superare le difficoltà che ci affliggono da trent’anni».

Si è mai chiesto da cittadino come mai la Campania non è mai riuscita a fare del turismo il suo vero punto di forza?

Ads

«La Campania è la regione più bella d’Italia ed è tra le aree più belle al mondo per le tante meraviglie che sono presenti su questo territorio. Abbiamo le potenzialità per fare turismo balneare e culturale, enogastronomico e religioso, scolastico e di ritorno. Ci sono le condizioni per fare turismo per l’intero anno e se questo non è ancora avvenuto è perché la materia non è stata disciplinata e non si è mai pensato, attraverso una seria regolamentazione, di mettere su il sistema Campania, che poi è il nostro vero obiettivo».

Ads

Passiamo alla velata polemica del sindaco di Ischia per il mancato finanziamento della festa di Sant’Anna.

«Dispiace per la festa di Sant’Anna che è un evento importante, ma esiste una commissione che ha fatto le sue valutazioni. Conosco poco il sindaco di Ischia, ma chi lo conosce mi dice che è una persona di grande valore politico e istituzionale, per cui l’assenza e la polemica non può essere legata solo alla festa di Sant’Anna. Questo era un incontro sereno per capire quali sono i problemi dell’isola, che come ho potuto constatare sono molto più seri di una festa. Probabilmente ci saranno altri problemi che non conosco, l’incontro e il confronto è importante per la crescita del territorio».

Dopo i 3 milioni di euro destinati al rifinanziamento degli eventi sono previste altre risorse nel breve periodo?

«Rispetto al passato, quando c’erano anche più misure che finanziavano il turismo, si è ridotta di molto l’attribuzione economica ai singoli comuni. C’è un altro dato che va inserito in un discorso di sistema: un comune poteva arrivare ad un massimo di 150mila se presentava una proposta complessa che rientrava in un’area più vasta. Il ragionamento è sempre lo stesso: non si premia il campanile. Comunque credo sia difficile destinare altre risorse su quel progetto».

Una polemica forte che attraversa anche il consiglio regionale è il salernocentrismo di De Luca. Mentre i comuni piangono per i mancati finanziamenti degli eventi, a Salerno vengono destinati 4 milioni di euro extra budget per Luci d’Artista.

«A me non risulta questa polemica. Sulle luci d’artista bisogna essere obiettivi e riconoscere che si tratta di una iniziativa di grandissimo valore anche se questo non significa che gli altri territori non debbano crescere. Se esistono iniziative che sono in grado di attrarre, in un periodo particolare come quello invernale, centinaia di migliaia di persone, a mio avviso vanno sostenuta, che siano realizzate a Salerno, a Ischia o a Caserta».

Destagionalizzazione è la parolina magica che si sente da 25 anni a questa parte con scarsi risultati: lei ci crede davvero oppure è un meccanismo troppo complesso per l’isola?

«Questa è la battaglia più difficile, addirittura più difficile del mettere insieme le amministrazioni su un progetto comune. Oggi c’è un dato importante: la Campania è attenzionata da flussi turistici internazionali che sono interessati al mare ma anche da prodotti tipici, attrattore culturale, natura e altro. Se riusciamo a condividere con chi organizza questi flussi dei percorsi che vanno al di là del periodo estivo, allora otteniamo il risultato al quale miriamo tutti».

Dopo Roma, la Campania è custode di uno dei patrimoni archeologici più vasti d’Europa ma non riesce a farlo fruttare e trasformarlo in una risorsa economica per il territorio. Spesso si è parlato anche di un affidamento dei siti ai privati. La ritiene una strada praticabile?

«Credo molto nella sinergia tra pubblico e privato e per questo sto cercando di dare attuazione alle legge 18 del 2014. All’interno dell’ambito vi è quell’accordo. Credo nell’impegno dei privati anche perché tanti risultati li abbiamo ottenuti grazie a loro. Il problema è che questa è una partita nazionale, molto complessa. Ma bisogna creare le condizioni che quello che non riesce a fare il pubblico lo faccia con serietà il privato».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex