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Mare d’Ischia, il bilancio della Guardia Costiera

Gianluca Castagna | Ischia – Anche quest’anno la Guardia Costiera di Ischia e Procida è stata impegnata nel corso di tutta la stagione estiva nel pattugliamento del nostro mare e delle nostre coste, allo scopo di garantire un più sicuro svolgimento delle attività balneari e del turismo nautico. Dedizione, responsabilità, tempismo malgrado i tagli legati alla crisi economica. La posizione delle Capitanerie, d’altro canto, è complessa e delicata, perché si trovano al centro, da un lato, delle esigenze di sviluppo, crescita e programmazione di una comunità marittima, dall’altro, di quelle di tutela che la legge affida loro per la sicurezza della vita umana e la salvaguardia dell’ecosistema ambientale. Questioni spinose in un contesto, come quello dell’isola d’Ischia, preso praticamente d’assalto durante i mesi estivi, con specchi d’acqua che si trasformano in autostrade del mare, comportamenti non proprio irreprensibili e un sistema di depurazione inesistente. Al nuovo comandante dell’Ufficio Circondariale marittimo di Ischia Alessio De Angelis, a capo della Capitaneria di porto – Guardia Costiera dal mese di maggio, abbiamo chiesto un consuntivo di questa stagione.

GUARDIA COSTIERA-CAPITANERIA DI PORTO DI ROMA RIPRESE IN MARE APERTO DELLE MOTOVEDETTE DI STANZA A FIUMICINO A SUPPORTO DEL PATTUGLIATORE CP906 "CORSI" NAVE UTILIZZATA PER LA SORVEGLIANZA DELLE COSTE DEL TERRITORIO NAZIONALE. ALCUNI MOMENTI A BORDO E USCITA DAL COMANDO DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI ROMA FIUMICINO

Dal soccorso alla sicurezza della navigazione, dalla protezione dell’ambiente marino al controllo sulla pesca, dal diporto alle attività commerciali. Funzioni della Guardia Costiera che, nella stagione turistica, impegnano in maniera assai significativa tutti gli uomini della Capitaneria. Che bilancio possiamo trarre? Com’è andata l’estate?
«Per formazione, non mi esprimo facendo bilanci. Posso però dire che l’attività e l’intervento in tutti i settori che ci vedono coinvolti sono sempre migliorabili. Tutto sommato è stata una stagione dove criticità di rilievo non ce ne sono state. L’isola d’Ischia è una realtà molto particolare, sia nel periodo estivo che in quello invernale ha un traffico marittimo intenso. D’estate ha un traffico diportistico certamente fuori dalla norma, con pochi eguali in altre realtà d’Italia. Devo dire che i comportamenti dei bagnanti sono stati corretti, con margini di miglioramento se riusciamo a coinvolgere il mondo delle associazioni e altre forze di polizia nell’implementare le attività di prevenzione e controllo in aree che abbiamo individuato la scorsa estate e che meriterebbero certo più attenzione. Magari anche con l’aiuto delle amministrazioni isolane, che possono aiutarci a eliminare ogni rischio per la sicurezza dei bagnanti e della navigazione. Incidenti di particolare gravità non me ne vengono in mente, l‘unico forse degno di nota è capitato alla modella internazionale Yfke Sturm, mente solcava una tavola di jet surf. Episodio molto grave, lei è andata in coma, sono state aperte due inchieste, una di carattere giudiziario, l’altra amministrativa di cui ci siamo occupati personalmente per verificarne le dinamiche».

27ba4fe6-4af7-11e5-b483-556d3b0b5a89Anche la rottura della condotta sottomarina a Forio non è stato un bell’episodio, forse meritava un maggior tempismo?
«In realtà, nello stesso periodo, la condotta è stata sottoposta a più rotture. Inizialmente era stato segnalato un primo, residuale sversamento nella parte iniziale della condotta. Di piccola consistenza, va precisato. Quella diffusa ampiamente dagli organi di stampa, riguarda una seconda rottura che non aveva nulla a che fare con la prima e che invece abbiamo riscontrato nella parte centrale della condotta. In relazione a quella rottura, gli organi competenti si sono immediatamente attivati, tanto è vero che la rottura più sostanziale è stata riparata a tempi di record. Il nostro nucleo sommozzatori ha eseguito verifiche sul posto in merito all’intervento della ditta incaricata per risolvere il problema e lo stesso nucleo ha poi eseguito un’ispezione più generalizzata dal punto iniziale al punto di emissione terminale. La condotta di Forio necessiterà in futuro di ulteriori interventi perché, in forza delle correnti galvaniche e della portata delle sollecitazioni a cui è sottoposta, risulta fortemente usurata. Non ci sono state dilazioni ingiustificate, di tutto è stata debitamente informata l’autorità giudiziaria».

Qual è l’infrazione che viene commessa più spesso da chi va per mare?
«Sicuramente la navigazione e la sosta di unità da diporto in prossimità della costa. Purtroppo è un malcostume diffuso, soprattutto da chi si trova a navigare intorno all’isola d’Ischia per la prima volta. Sicuramente abbiamo delle aree più critiche di altre: lo specchio d’acqua di fronte al Regina Isabella a Lacco Ameno, ad esempio, la stessa baia di San Montano, i Maronti e certi tratti di costa a Sant’Angelo. Tutte aree che meriterebbero maggior attenzione. Un controllo assiduo, giornaliero, sistematico è di difficile attuazione, in certi periodi il traffico diportistico è talmente intenso che pensare di organizzare un’attività di controllo a mare 24 ore al giorno è impossibile».

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La Capitaneria di porto lavora per la difesa del mare e dei naviganti. Come si trova un equilibrio di fronte alle spinte per lo sviluppo e la crescita di una comunità marittima come la nostra?
«Lo sviluppo dell’attività marittima non può non tenere conto dei problemi infrastrutturali portuali che riguardano tutto il territorio, anche nazionale. Mancano interventi strutturali di rilievo che riguardano sia la struttura del bacino portuale sia l’intermodalità con cui il trasporto marittimo si interfaccia con l’entroterra. Parlo del traffico, delle aree di sosta per i mezzi più pesanti. L’isola d’Ischia è una realtà piccola con un traffico marittimo che negli anni si è intensificato molto, per questo abbiamo aperto un tavolo tecnico con la Regione Campania per stabilire quali siano gli interventi tecnici più urgenti da realizzare negli approdi dell’isola. Penso a interventi sulla banchina del porto, per risolvere il problema dell’allagamento sulla riva destra, ma anche all’illuminazione,a linee antincendio, alla cartellonistica stradale e informativa, ai lavori sui pontili».

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A una stagione ricca di indagini e inchieste sugli scarichi delle attività termali (ma non solo), ne è seguita una più tranquilla. Sono diventati tutti virtuosi, nel frattempo?
«L’attività investigativa e d’inchiesta è servita per sensibilizzare le imprese che operano nel settore turistico-ricettivo. Molti hanno adeguato sia a livello documentale sia a livello tecnico i propri impianti per il trattamento dei reflui termali e domestici in fognatura. Abbiamo accertato che la maggior parte delle strutture si è attivata. Malgrado ciò, durante tutta l’estate, anche se in maniera silenziosa, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia ha proceduto a effettuare controlli mirati, lunghi, certosini sulle strutture che abbiamo individuato. Quando sono emerse delle criticità, è stata fatta comunicazione immediata all’autorità competente. Continueremo questi controlli anche nel periodo invernale, con riferimento a quelle aziende che resteranno aperte d’inverno. Di recente, grazie al Laboratorio Ambientale Mobile della Guardia Costiera, abbiamo rilevato campionamenti di reflui nei pozzetti d’ispezione delle condotte sottomarine. Dati utilissimi per le nostre indagini».

Foto Sommarietto 3Tra le vostre competenze, il controllo a tutela di un settore importante come la pesca. Come sono i rapporti con i pescatori isolani e del golfo?
«La marineria locale è stata sempre attenta a quelle che sono le esigenze e la tutela della risorsa ittica, episodi particolari non sono stati riscontrati. Nelle operazioni di controllo, qualche irregolarità nell’etichettatura nei punti di prima vendita del prodotto, debitamente sanzionata. Per quanto riguarda la pesca sportiva, siamo dispiaciuti di dover riscontrare un accanimento contro esemplari giovanili di tonno rosso, specie protetta, con limiti di pesca spesso violati. In questo periodo siamo incaricati, per conto del’Area Marina Protetta, di rilasciare le autorizzazione per la pesca sportiva. Bene, le richieste pervenute sono moltissime. Una realtà come l’isola d’Ischia ha tantissimi pescatori sportivi, molti lo fanno per hobby, ma è un hobby permanente che vogliamo e dobbiamo monitorare con grande scrupolo e attenzione».

Quanto incide la riduzione delle risorse sull’efficacia della vostra attività?
«E’ un problema annoso. Nonostante la riduzione delle risorse previste dalla spending review, garantiamo sempre il massimo sforzo per adempiere ai nostri compiti. E’ importante razionalizzare e saper impiegare bene le poche risorse a disposizione. I risultati non tardano ad arrivare».

Come sono i rapporti con gli Enti locali?
«Abbiamo rapporti diretti, trasparenti, proficui Tutti i comuni dell’isola sono attenti alle dinamiche che si verificano nel proprio territorio, questo non toglie che, nel momento in cui l’autorità marittima riscontra delle irregolarità o delle situazioni critiche, l’autorità agisce. Alcuni aspetti sono migliorabili, soprattutto se parliamo di demanio marittimo e di problematiche ambientali».

Foto Sommarietto 4Ecco, a proposito di demanio marittimo e di concessioni, le frazioni di spiaggia libera diventano sempre più esigue, in via d’estinzione. A Ischia, ormai, un miraggio.                                                                                                                       La nostra sensibilità al tema delle spiagge libere è alta, soprattutto in un periodo di crisi economica come questa che stiamo vivendo, con turisti che optano spesso per le parti libere di un litorale. Ai Comuni abbiamo chiesto di attivarsi per garantire servizi minimi a chi usufruisce di spiagge libere. Devono essere mantenute in maniera assolutamente decorosa, pulita, dotata dei servizi minimi come docce e servizi igienici pubblici. Riguardo alla quantità di spiaggia libera, l’unica soluzione è una seria pianificazione per individuare le destinazioni d’uso dei propri litorali. Le amministrazioni possono prefiggersi di scegliere quale percentuale di spiaggia deve essere libera e quale in concessione. Solo in virtù di una programmazione, si può avere una visione più certa, senza prestare il fianco a chi vuole mettere le mani sul demanio marittimo per fare speculazioni a danno della collettività».

 

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