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Il turismo e i progetti coi tempi da accorciare

DI LUCA D’AMBRA

Ringrazio la senatrice Sabrina Ricciardi per le belle parole che ha dedicato alla nostra isola, nel suo articolo apparso su Il Golfo del 7 febbraio scorso. Condivido (e non credo di essere il solo) la sua visione sulla necessità di mettere a sistema le risorse ischitane in direzione di un turismo sostenibile. La sostenibilità è non solo un imperativo etico, ma anche una necessità economica per chi opera nel turismo e per il turismo, che, o diventerà sostenibile, o cesserà di essere: quindi, ben vengano i progetti di rispetto per l’ambiente, e di viabilità e mobilità orientati in questo senso. Ben vengano anche il turismo esperienziale, i percorsi integrati e digitalizzati. Mi permetto però di controbattere, per la mia modesta esperienza di partecipazioni a riunioni volte a sensibilizzare l’impresa locale a questi temi, che vent’anni sono troppi perché le nuove leve decidano di rimanere sull’isola e le vecchie generazioni possano giudicare efficace il loro impegno: la risposta, sarebbe, inevitabilmente, quella keynesiana: “Sul lungo periodo, saremo tutti morti!”. Suggerirei, perciò, di ridimensionare i futuri progetti a dieci anni, in modo che si possano vedere dei risultati, che incoraggeranno poi a riformulare altri piani di sviluppo.
Per procedere però a formulare e applicare un programma ricco e articolato, come quello che suggerisce la sen. Ricciardi, è necessario indagare scientificamente su potenzialità e criticità del nostro territorio, per esaltare le une ed emendare le altre, attraverso adeguati studi di settore. Studi di questo genere servirebbero innanzitutto a orientare gli investimenti, sia pubblici sia privati, nel settore turistico, e non solo. Ne sarebbero infatti coinvolti: l’ambito energetico e quello dei trasporti, lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti, la produzione agricola locale, i beni culturali e ambientali, e così via…. Inoltre, lo scopo immediato di un miglioramento dell’offerta turistica ischitana (che è buona parte dell’offerta turistica della regione Campania), avrebbe come ricaduta benefica anche il miglioramento delle condizioni di vita di tutta la cittadinanza isolana, non solo in virtù di una tenuta economica (o magari, addirittura, di un incremento), ma anche in virtù di un benessere ambientale e strutturale.

Questa vuol essere, più che una proposta di merito, una proposta di metodo. Finora il turismo ischitano è cresciuto in modo spontaneo, autarchico, basandosi sui dati empirici di un’ospitalità familiare tramandata da una generazione all’altra. Col passare del tempo, però, si è persa la genuinità originaria, senza che si sia acquistata, in materia di turismo, una competenza specifica e qualificata. Ischia si trova così a non poter competere né con le nazioni emergenti, che offrono un ambiente ancora incontaminato, dei servizi a basso costo e l’accoglienza ingenua della popolazione, né con l’organizzazione di quei Paesi che hanno saputo trasformare il turismo in un business fatto d’ingranaggi a incastro perfetto. Ischia dispone tuttavia di risorse non comuni e, soprattutto, non comunicate. E non comunicate perché in gran parte ignorate dagli Isolani stessi.

Per modificare questa situazione occorrono informazione e formazione. E ogni informazione parte dalla raccolta dei dati. Raccolta che per l’isola d’Ischia presenta una prima difficoltà: i dati disponibili, infatti, sono quelli aggregati della provincia di Napoli o quelli disaggregati dei sei Comuni isolani; ma non si ha un quadro statistico, demografico ed economico attendibile della realtà ischitana nel suo complesso, che, pure, si presenta come un territorio unico e ben circoscritto dalla sua stessa insularità. Gli studi di settore andrebbero a costituire il punto di partenza di un osservatorio permanente utile, nell’immediato, per orientare cittadini, viaggiatori e operatori turistici e, a medio e lungo termine, gli investimenti di capitali e di risorse umane. Il progetto si articolerebbe in quattro fasi: Raccolta dei dati statistici, demografici ed economici relativi all’isola d’Ischia già esistenti e integrazione dei dati mancanti, con il loro rilevamento diretto, al fine di ottenere un censimento di tutte le infrastrutture, istituzioni, enti pubblici e privati, istituti di ricerca, scuole di ogni ordine e grado, imprese,  parchi,  monumenti e opere d’arte,  musei,  gallerie espositive,  circoli culturali,  media locali, associazioni di categoria e di volontariato, cooperative di servizi,  aziende di trasporti, strutture ricettive, sedi di partito, sindacati e CAF, che insistono e operano sull’isola d’Ischia. Analisi, classificazione, lettura e interpretazione dell’insieme dei dati. Progetti esecutivi che tengano conto dei dati raccolti. Messa in opera del piano di sviluppo.

Per realizzare tutto questo, abbiamo bisogno del coinvolgimento attivo dei diversi settori produttivi isolani, della cooperazione delle sei amministrazioni comunali e di un referente istituzionale che possa dare riconoscimento ufficiale e forza al progetto. Vorrebbe essere Lei, Senatrice, il nostro interlocutore parlamentare?

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* PRESIDENTE FEDERALBERGHI ISCHIA

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