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Storie e sapori di Procida, il libro di Maria e Giovanni Iovine

L’ampia bibliografia che riguarda l’isola di Procida si arricchisce di un nuovo, interessante, prezioso e “gustoso” libro scritto da Maria e Giovanni Iovine “Storie e sapori di Procida”, edito da Nutrimenti, e che vede Libera Esposito di Marcantonio, moglie di Giovanni, e stella Michelin nel ristorante “Il Melograno” di Ischia, ad accompagnare i racconti con i piatti e le ricette che l’hanno portata ad essere una nota ed apprezzata chef.

Giovanni e Maria sono figli di Ilario Iovine e Vincenza Ambrosino, gli antesignani della ristorazione procidana a cui si deve la nascita dell’oramai storico ristorante “Da Crescenzo” a Chiaiolella. Giovanni sposa Libera Esposito di Marcantonio ed insieme, negli anni ’80, aprono due pub: l’Old Rock e il Malibù e, dopo una breve esperienza milanese, “La Tavola del Re” oggi meglio conosciuto come “Da Girone”, gestito dal fratello Ciro e le sue figlie.

Maria anch’essa cresciuta nella famiglia dedita alla ristorazione insegna nella scuola primaria dell’isola e cerca di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la letteratura e la poesie. Appassionata di scrittura, ha pubblicato alcune sue poesie nel libro “Del Sale e la rosa”, ha raccolto proverbi, i modi di dire e i motti isolani nell’opera “Antica Sagacia procidana”, ha pubblicato il libro di ricette “Procidane in cucina”. Con i suoi racconti e le sue poesie ha partecipato a varie rassegne letterarie quali: il premio Udine, il Premio Elsa Morante, il Premio Caracalé. «Nascere in luoghi come la nostra “Polis Micaelica” e la vicina Phitecusa – commenta il nostro amico e filosofo Michele Romano – dove il mare e il cielo rappresentano le linee essenziali che alimentano l’esistenza, fa acquisire una peculiare sensibilità nell’approccio con il vivere quotidiano che ti porti dentro, anche se il destino conduce ad emigrare al di là dei nostri orizzonti (Nord Africa, Stati Uniti, Argentina, Australia). Soprattutto, ciò resta indelebile se si è creato, nell’infanzia e nell’adolescenza, un rapporto armonico con il borgo natio. In tal senso, attraverso una briosa e creativa narrazione culinaria, accompagnata da un intreccio di pregnante nostalgia e di speranzosa vivacità, Maria e Giovanni hanno trasmesso, in modo incomparabile, l’essenza dell’insularità fatta di convivialità, di buon gusto di vivere, il più possibile, bene con se stessi e gli altri. In fondo – sottolinea Romano – chi è artista se non colui o colei che sa costruire un formidabile fascino simbolico intorno agli elementi fondamentali e genuini della quotidianità, intrecci con il sé. In questo, i due autori, sono riusciti ad esserlo, regalandoci il loro ricordi ed emozioni. Così, questi sognatori narratori, con un volo pindarico, stimoleranno la curiosità di tanti viandanti ad approdare nelle nostre meravigliose marine attraverso la lettura delle loro storie per gustare le deliziose ricette di Libera Iovine, accompagnate da virtuosi vini nelle suggestive locande isolane, in una atmosfera di dolce abbandono lontano dalle urgenze, dalle odiosità, dalle virulenze della convulsa realtà contemporanea. Grazie – conclude Michele Romano – dell’inno alla gioia che si impregna dei profumi e odori culinari in sintonia con il respiro natalizio».

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