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Lello Pilato non se ne lava le mani e spara su Pd, Giosi ed Enzo

Voglio partire da alcune indiscrezioni che si rincorrono con forza da diversi giorni. E’ vero che la tua carica di segretario di sezione del Pd a Ischia potrebbe essere ai titoli di coda? Corre voce che tu stia facendo più di una riflessione…

«Non lo nego. Il fatto è che non c’è più quell’entusiasmo che avevo quando accettai l’incarico. Anche se è stato poco meno di due mesi fa, a quel tempo la situazione era diversa. Poi si sono susseguiti alcuni avvenimenti che per la verità non mi hanno assolutamente fatto fare i salti di gioia, per usare un eufemismo».

Spiegati meglio.

«Avrei voluto portare a casa, a seguito della mia prima riunione di circolo del partito un risultato importante, ossia la costituzione del gruppo politico del Partito Democratico in seno al consiglio comunale di Ischia.  Un’operazione questa che però, e ne prendo atto con estremo rammarico, purtroppo è miseramente fallita. Oggi addirittura qualcuno di comprovata fede Pd, e che è stato pure presente in assemblea nazionale (e mi riferisco a Carmen Criscuolo, a scanso di equivoci) è passato ad un altro gruppo consiliare. Ecco perché arrivati a questo punto mi sono chiesto se valga ancora la pena o meno di proseguire questo percorso. Sono in profondo dissidio, inutile girarci intorno. E sto facendo tutte le riflessioni che il caso impone».

Cosa potrebbe spingerti eventualmente a cambiare idea, sempre che questa sia ancora una strada percorribile?

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«Beh, sicuramente vorrei che non si avanzassero proposte soltanto perché siamo in vista delle elezioni politiche in programma il 4 Marzo. Tanto per intenderci: in questi mesi mi sarei aspettato dai maggiori rappresentanti ischitani del partito – e mi riferisco in  particolare a Giosi Ferrandino che ora evidentemente ha in testa soltanto il suo ingresso al Parlamento Europeo – che ci si adoperasse per trovare almeno una sede in cui poterci riunire. Una location, che ovviamente, non fosse il Bar Calise… Tutto questo però non è accaduto.  Voglia di fare non ne ho vista. A tal proposito vorrei raccontarti anche un singolare aneddoto che mi ha fatto sentire a dir poco imbarazzato. Recentemente ho ricevuto una telefonata da una rappresentante della sezione napoletana del Pd, la quale mi ha chiesto candidamente di mandarle l’elenco dei consiglieri comunali e degli assessori facenti parte del partito all’interno dell’amministrazione comunale di Ischia. Ovviamente, mi è toccato risponderle che sull’isola non c’è più ne un gruppo politico, ne una sede e oramai pure il segretario non ha più tanta voglia di andare avanti nello svolgimento del suo incarico. Insomma, tornando alla domanda che mi hai posto mi piacerebbe che qualora dovesse esserci un serio progetto di rilancio sul territorio, questo non sia tirato in ballo solo occasionalmente  e soprattutto non sia finalizzato esclusivamente al momento elettorale per finire poi nuovamente nel dimenticatoio. Il problema vero, purtroppo, a mio avviso è principalmente: sull’isola manca la cultura politica».

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Sono sincero e schietto, a me sembra dalle tue parole sembra che abbia già preso una decisione.

«Diciamo che se le cose continueranno in questo modo, credo che per quanto mi riguarda sia il caso di alzare bandiera bianca e passare la mano, stiamo solcando una strada tutt’altro che produttiva. E dire che bisognerebbe soltanto fare quadrato intorno ad un progetto concreto, sempre che ci sia mai stata l’intenzione o le persone  davvero interessate a portarlo avanti».

Pd a parte, nel frattempo ad Ischia stiamo vivendo una situazione di immobilismo. Da una parte c’è un sindaco che sembra non essere stato ancora in grado di fare quel salto di qualità necessario, e dall’altra il valzer ancora in corso dei vari ricorsi e la conseguente battaglia giudiziaria tra Valeria De Siano e Maurizio DeLuise, che sembra aver ostacolato la creazione  di un assetto politico ben delineato. E poi ogni tanto spunta qualche alibi di sorta, più o meno valido. Qual è la tua opinione in merito?

«Questi a mio parere sono solo, come dicevi tu, degli alibi che non hanno alcun fondamento. Ischia ha bisogno di una giunta politica anche perché c’è la necessità di valorizzare le risorse e le energie messe in campo in campagna elettorale. Se si continueranno ad accampare scuse su scuse, io credo che il paese non avrà un futuro e sarà destinato a rimanere in una fase di preoccupante stagnazione. Un futuro che, tra le altre cose, seguirebbe un presente che a mio avviso può già essere tranquillamente definito fallimentare. Mi auguro ovviamente che non sia così e che Enzo Ferrandino faccia le mosse giuste, perché adesso è davvero vietato sbagliare. Tuttavia, come si dice in certi casi, quando una speranza diventa un’abitudine, vuol dire che siamo davvero arrivati alla frutta».

Molti sostengono  che  rimandare la nomina della Giunta politica in attesa del responso del Consiglio di Stato sulla vicenda De Siano-De Luise sia un paradosso o semplicemente un modo per prendere tempo.

«Lo ripeto, per me non ha senso fare riferimento a questi argomenti. Quando tu ti presenti al cospetto dell’elettorato e il popolo sceglie dieci consiglieri comunali,è  ovvio che anche la Giunta debba essere espressione diretta e conseguenziale delle liste che hanno sostenuto la maggioranza.  I dissidi interni che potrebbero crearsi, vanno gestiti. A tal proposito voglio portare all’attenzione dei lettori un episodio di qualche anno fa, che rispecchia in parte la situazione che sta oggi vivendo l’ente comunale di Ischia. Nel 2007, quando all’epoca facevo anche io parte dell’amministrazione, Giosi Ferrandino presentò le sue dimissioni  da sindaco al termine di una infuocata riunione di maggioranza. Dopo meno di dodici giorni dall’accaduto, non solo si riuscì finalmente a nominare una giunta politica, ma l’amministrazione divenne più forte e coesa, riuscendo a portare a termine, poi in seguito, diversi progetti per il territorio. E chiudendo il mandato senza più alcun problema interno».

Secondo te cos’è che ha spinto Enzo Ferrandino a prendere la decisione di varare di punto in bianco una giunta tecnica?  Stando a quanto si dice, pare che ci fossero soggetti già pronti alle otto del mattino ad andare in Comune per firmare l’accettazione dell’incarico da assessore e che invece si sono poi ritrovati dinanzi tutt’altro scenario. Rimanendo con un pugno di mosche tra le mani.

«Guarda, devo essere sincero: proprio a seguito di alcuni avvenimenti che accaddero – e legati a questa vicenda – è sorta in me una certa repulsione ad interessarmi di come si sono realmente succeduti gli eventi. Posso semplicemente dirti che io sono a conoscenza di quello che sanno anche gli altri addetti ai lavori. L’unica certezza è che il primo cittadino ha fornito le sue motivazioni, ma al di là di quello che può averlo spinto a fare determinate scelte,  penso che sia giunto il momento di voltare pagina se c’è davvero voglia di fare qualcosa per il nostro territorio».

Sei anche un esperto di turismo e allora non possiamo evitare una divagazione al tema. Lo stato di salute dell’isola come è cambiato secondo te dal 2007 ad oggi?

«Lo stato dell’arte è davanti agli occhi di tutti. Non bisogna dimenticare che l’evento  sismico del 21 agosto scorso ha sicuramente alterato un ordine di mercato ed una stagione turistica che stava procedendo alla meraviglia. Quello che io purtroppo vedo è che sull’isola si fanno solo tante chiacchiere. Sabato mattina, per esempio,c’è stato un convengo sul turismo al Gran Hotel Re Ferdinando di Ischia  dove non si è fatto altro che analizzare. Proposte concrete però finora non ne ho sentite.  All’inizio ero rimasto anche io favorevolmente colpito dalla costituzione di questa nuova associazione, il Poti, e avevo proposto uno strumento utilizzabile fin da dubito per un rilancio turistico di Ischia. Mi riferisco  al distretto turistico istituito di Benedetto Valentino. Non so però che fine abbia fatto questa proposta».

Torniamo alla politica. L’ombra di Giosi Ferrandino che aleggia sul palazzo municipale di via Iasolino, per Enzo costituisce secondo te più una risorsa o un motivo di sana preoccupazione?

«Sicuramente sana preoccupazione. D’altronde, come io ho sempre sostenuto, Giosi, nella posizione privilegiata in cui ora si trova e sempre più prossimo ad diventare europarlamentare, dovrebbe solo limitarsi a dare suggerimenti e consigli. Le cofecchie, per utilizzare un’espressione napoletana, facciamole fare a chi si trova in altri contesti».

Se fosse Lello pilato a dover nominare  una giunta politica, a quali nomi farebbe riferimento o  quanto meno  a quali profili si ispirerebbe per la composizione della stessa?

«Io farei una giunta tutta al femminile. Abbiamo nelle nostre liste  delle donne davvero capaci, in tutti i settori e che non aspettano altro di essere valorizzate. D’altronde queste sono anche le aspettative, visto quanto promesso a riguardo da Enzo Ferrnadino, durante la campagna elettorale».

Con questi scenari si resta dunque incartati?

«Sicuramente.  Credo che, arrivati a questo punto, ci voglia un po’ di coraggio».

Tra Giosi Ferrandino e Domenico De Siano , secondo  te l’idillio è finito o si riaccenderà?

«Questo non lo so, ma francamente prima di frequentare un senatore della Repubblica che sponsorizza Cesaro ci penserei bene su. Considerato quello che si legge dalle cronache dei giornali certe amicizie le eviterei».

Guardando alle politiche in programma il 4 marzo quali sono le prospettive per un partito come il Pd?

«Onestamente non vedo grandi prospettive. Anzi ti dirò: se riuscirò a liberarmi dell’incarico di segretario  della sezione isolana, potrei prendere in considerazione l’ipotesi di dare il mio voto a qualche altro partito. Il Partito Democratico, in tutta onestà, davvero non mi rappresenta più».

 

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