Lacco Ameno, arriva la gara-ponte per la nettezza urbana
LACCO AMENO
. Si avvia alla fine il biennio della gestione Balga nel servizio di nettezza urbana all’ombra del Fungo. La settimana prossima l’ufficio tecnico del Comune di Lacco Ameno dovrebbe emanare la determina a contrarre per far partire la procedura di gara per l’assegnazione del prossimo appalto.
Si tratta comunque di una gara di transizione, un appalto-ponte, la cui durata sarà probabilmente di sei mesi. Mettere in piedi una gara per il consueto appalto biennale avrebbe significato rispettare le norme “europee”, con l’annessa lunga tempistica. Tuttavia il Comune di Lacco Ameno, anche per ottemperare in tempi brevi alla recente decisione della giustizia amministrativa, ha optato appunto per la gara-ponte. La decisione di merito del Tar, confermata dal Consiglio di Stato, impone di provvedere entro breve alla corretta assegnazione del servizio: nel frattempo, come è noto, fu disposta la proroga a favore della Balga fino alla conclusione delle operazioni necessarie alla nuova aggiudicazione, visto il carattere di essenzialità che riveste la gestione di raccolta dei rifiuti.
Il capitolato dovrà tenere conto di alcune modifiche, dovute alla situazione creatasi con il terremoto del 21 agosto, che ha colpito la parte alta del paese, in zona Fango. I titolari delle case rimaste inagibili non pagheranno le imposte, quindi il minore gettito influirà sulle condizioni e l’importo di partenza dell’appalto.
Il sisma dell’estate scorsa ha inciso drammaticamente sulla realtà del territorio comunale, provocando la chiusura di numerose strutture ricettive, oltre alla delimitazione della zona rossa, dove al momento sono state evacuate diverse abitazioni private. Il terremoto ha ristretto in maniera rilevante l’area di raccolta dei rifiuti, e di conseguenza le utenze private e commerciali che usufruivano del servizio.
Un fenomeno che ovviamente si traduce in un mancato incasso quantificabile, pare, a circa duecentomila euro: una cifra rilevante per un Comune tuttora in fase di dissesto finanziario. Inoltre, il fallimento della società partecipata Lacco Servizi e le conseguenze riguardanti le sue risorse, rende impossibile al Comune garantire alla ditta che gestisce la nettezza urbana gli stessi mezzi e le stesse risorse (canone compreso) previsti inizialmente nel bando d’appalto. Di fatto, il capitolato originario non è considerato più adeguato alla realtà attuale.
Vista la riduzione delle superfici e dei fabbricati da servire, sarà dunque ridotta la base d’asta. Sono circa duecento i fabbricati che non dovranno essere raggiunti dal servizio, tuttavia l’area esterna andrà comunque pulita. Di qui le incertezze nelle condizioni da porre: anche se le abitazioni non producono rifiuti, la zona in cui sorgono dovrà comunque essere oggetto delle attenzioni dell’azienda che si aggiudicherà l’appalto.
La procedura, salvo cambiamenti dell’ultim’ora, sarà eseguita ai sensi dell’articolo 63 del Codice degli Appalti, riguardante i casi di urgenza, anziché quelli di “somma urgenza” previsti dall’ articolo 163 dello stesso Codice. Il citato articolo 63 prevede che la stazione appaltante scelga cinque ditte da candidare: a quanto si è appreso dovrebbe essere una procedura aperta con manifestazione d’interesse, e nel caso siano più di cinque ditte si procederà alla consueta estrazione.
Lo scorso autunno, come si ricorderà, il Comune del Fungo “prese atto” della sentenza con cui a fine novembre il Tar illustrò le possibili strade da percorrere per l’ente dopo l’annullamento dell’aggiudicazione del servizio di nettezza urbana alla società Balga. In precedenza il Comune aveva chiesto al Tribunale amministrativo se la sentenza imponesse di aggiudicare l’appalto alla seconda classificata, la Team3R, oppure di procedere a una nuova gara, o ancora ritornare in commissione e procedere a una nuova attribuzione dei punteggi. Nella sentenza chiarificatrice, il Tar stabilì che sarebbe toccato al Comune di Lacco Ameno portare a termine la fase rescissoria dell’esito della gara, annullato dallo stesso Tribunale. Quest’ultimo spiegò che l’ente, come si legge nel provvedimento, «potrà pertanto discostarsi dal deliberare il “normale” scorrimento a favore della seconda graduata, e procedere così alla riedizione integrale della gara, solo per motivate ragioni connesse ad un convincente giudizio di non convenienza dell’offerta (solo ex post) diventata di vertice, fatti salvi eventuali accertamenti di fattori soggettivi originari o sopravvenuti, di ostacolo alla stipula del contratto con tale ditta». In sostanza, il Comune avrebbe potuto evitare di assegnare l’appalto alla seconda (la T3R, autrice dei ricorsi amministrativi), ovviamente con le dovute e argomentate motivazioni, compresa la convenienza economica. Come poi ha fatto.