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Ischia, ecco l’attesa intronizzazione di S. Giovan Giuseppe della Croce

 di Antonio Lubrano

La Festa di San Giovan Giuseppe della Croce parte questa mattina dal Santuario dello Spirito Santo, con la messa solenne delle 09.00 presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Francesco Montenegro Arcivescovo di Agrigento e  con la toccante e suggestiva cerimonia della “discesa”  del Santo Concittadino dalla sua abituale nicchia per la solenne intronizzazione. Sono chiamati al tradizionale rito i “portantini” devoti che ogni anno sono lì ad assolvere ad un compito di cui si sentono fieri e gratificati, per amore di San Giovan Giuseppe. Si suoneranno le campane  a festa con qualche botto di fuochi d’artificio di contorno e si registrerà la prima mattutina affluenza in massa degli ischitani devoti che canteranno lo storico inno a San Giovan Giuseppe “’O Gran Santo”. Saranno presenti anche gli ischitani emigrati, giunti sull’isola per la particolare  occasione di festa,  da San Pedro di California e da Mar del Plata in Argentina. Sono in tanti ad aver fatto ritorno nella loro isola, per la festa del loro Santo Protettore e concittadino a cui si sentono molto legati. Parteciperanno domani mattina alla processione della Madonna di Costantinopoli e sua intronizzazione nella Chiiesa dello Spirito santo accanto a San Giovan Giuseppe della Croce. A dominare la scena a difesa dei Festeggiamenti così come sono stati programmati, dentro e fuori della Chiesa,fino allo spettacolo finale della fantasia pirotecnica di fuochi d’artificio stabilito per lunedì sera 5 settembre, c’è Don Carlo con i suoi collaboratori del gruppo giovanile da egli stesso formato e sostenuto. La frenetica  attività parrocchiale di questo infaticabile scerdote  nella  vasta area di suo dominio pastorale che va da Ischia Ponte centro fino all’Addolorata, passando per la Cappella del Carmine e San Antonio fino alla Bambenella alla Mandra, tiene in stato di allerta costante i commentatori critici del suo largo e proficuo operato, quasi che il nostro fosse l’uomo in tonaca nera da guardare a vista e “sparare” contro di lui ad ogni sua “uscita” che i suoi irriducibili censori non gradiscono e malevolmente prendono di mira. Ma Don Carlo, che  noi abbiamo definito in tempi non sospetti,  il novello Don Bosco in quel di Ischia Ponte, fila diritto senza dar peso alle “carezze” che gli provengono dalla sua parte avversa. Nemmeno le bordate relative ai recenti fatti di pratiche d’esorcismo lo hanno toccato più di tanto. Segno è che Don Carlo si è rivelato un ottimo stratega anche in fatto di difesa personale oltre che di quella dei suoi parrochiani che si lasciano guidare dal loro parroco a livello spirituale  e laico-ricreativo  con straordinaria partecipazione ed incondizionata fiducia. Insomma Don Carlo fa il parroco in una fortezza, capace di resistere e quindi respingere ogni tipo di attacco con l’arma della non curanza e se è il caso, del…perdono. Siamo in clima di Giubileo della Misericordia dove ciascuno è chiamato a fare la sua parte secondo il messaggio di Papa Francesco dal Vaticano  e del Vescovo Pietro dall’Episcopio di via Seminario. In loco sta per passare una estate di feste gestite da gestire ancxora dove, diciamola tutta, Don Carlo ha la supervisione diretta sui programmi ed i programmatori, nel senso che si procede col comune sentire, fatta salva però l’ultima parola, le decisioni finali che sono di Don Carlo. E così sia. Del resto, se vogliamo, tutto parte dalla fertile fantasia e dal potere decisionale accettato ed accettabile del parroco cosiddetto da prima linea. Inventa, costruisce, invita alla preghiera, allo stare insieme, a vivere gli eventi di festa con gioia, con la vittoria dello spirito. Quest’anno Don Carlo si è inventato “E…state con Gesù” , ovvero, vivere l’estate 2016 nella sana ricreazione del corpo e dell’anima attraverso una carrellata di eventi partiti a luglio e proseguono  oggi dopo aver percorso l’intera buona stagione in compagnia di sole, mare, luna, cielo stellato e tanta, tanta condivisione. Poi le feste patronali sul terreno di sua giurisdizione, per le quali Don Carlo, dopo il malcontento e le polemiche del Marzo scorso, ha parlato chiaro e pressappoco si è espresso così: “ il popolo vuole le feste ? Allora dobbiamo essere tutti d’accordo !”. Così è stata fatta  la festa della Madonna del Carmine alla Cappella, il Palio dedicato all’Assunta a metà agosto,oggi la grande festa di San Giovan Giuseppe, poi assisteremo alla festa della Bambenella alla Mandra fra giorni, e per chiudere, Don Carlo si dedicherà alla festa dell’Addolorata a metà settembre. Tutto secondo gli atti di fede popolare ed il senso della tradizione a cui tutti sono legati. Insomma non mancherà niente.  Il popolo legato alla Chiesa e a Don Carlo, gradisce che le feste patronali si facciano, con i fuochi d’artificio, la processione, le campane, le luminarie stradali, magari commentandone anche con spirito critico la tenuta del disegno, le bancarelle, i giochi per ragazzi,  perchè le feste con la loro storia, sono  patrimonio storico e tradizionale della propria vita passata alla quale tutti si sentono legati più di quanto si pensi.  Che Don Carlo, dal suo pulpito, predichi, redigga editoriali, lanci giuste accuse ad un certo tipo di società deviata e corrotta per recuperare più possibili pecorelle smarrite, fa benissimo, perché tra l’altro assolve con fedeltà ai dettami del suo ruolo. Ci fa piacere che Don Carlo sia rimasto il battagliero sacerdote di sempre ammirato ed apprezzato nel suo straordinario lavoro di aggregazione e di sana rivoluzione in una parrocchia che fino a qualche anno fa, era anonimamente appiattita su se stessa, senza stimoli e con poca linfa vitale. Ora ci sono la vita, la fede, il piacere di stare insieme, la condivisione. E se tutto questo non è festa, allora cos’è ?

MESSAGGIO DI DON CARLO CON LE PAROLE DI FRA GIOVAN GIUSEPPE: “…Il nostro amato padre San Giovan Giuseppe, in questo anno Santo della Misericordia ha da dirci molto. La sua vita la spese con umiltà per correggere, riconciliare e testimoniare l’infinita misericordia di Dio”. Don Carlo nel suo messaggio aggiunge; Infatti, Frate Giovan Giuseppe della Croce, scrivendo al fratello Tommaso, riguardo alla litigiosità degli ischitani, affermava: “Mi è stato riferito da Fra Rufino che a Ischia vi sono delle tribolazioni. Non mi fa meraviglia. Quando cova il fuoco in un luogo non può star molto tempo senza divampare. E piacessi a Dio che il fuoco di Ischia fosse solo quello materiale e fosse causato soltanto dalle esalazioni sulfuree di cui abbonda! Poveri isolani, invece di pensare a sfruttare il fuoco del sottosuolo, vanno accendendo un fuoco d’altro genere che sprizza dall’infernale pietra focale dell’odio e viene alimentato dal vento della superbia…. Purtroppo, prosegue Don Carlo, sono passati circa 3 secoli, ma noi ischitani facciamo ancora fatica ad ascoltare queste parole di San Giovan Giuseppe”

                                                                    antoniolubrano1941@gmail.com

 

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