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L’ultima settimana, poi il timore dell’oblio

Abbiamo finito. Anzi, no. Abbiamo superato anche l’esame della visita dell’ex premier Silvio Berlusconi verso il quale, inutile negarselo, in tanti nutriamo un senso di profonda invidia. Perché se alla veneranda età di 81 anni si riesce ancora ad avere un carisma tale da far diventare un molo turistico una sorta di curva di uno stadio, vuol dire che evidentemente parliamo di virtù genetiche. Non abbiamo ancora finito, dicevamo. Perché dopo la Pinotti, Minniti, il presidente della Repubblica Mattarella, il cardinale di Napoli arcivescovo Crescenzio Sepe, politicozzi più o meno influenti, adesso ci tocca l’esame più importante, quello che davvero metterà alla prova il nostro sistema nervoso. Capirete, avere a che fare con il G7 dei Ministri degli Interni non è proprio il massimo della vita. Certo, visibilità su scala planetaria gratuita e garantita, almeno così dicono i più (a Taormina, in ogni caso e tanto per fare un esempio, non tutti la pensano in questa maniera), ma si tratterà comunque di mutare le nostre abitudini invernali. Per alcuni giorni ci toccherà non poter gironzolare con la macchina come, dove e quando ci pare, dilettandoci nel nostro hobby preferito, quello cioè di rimanere incastrati in code degne del raccordo anulare di Roma nell’ora di punta. E di dover convivere con centinaia e centinaia di uomini delle forze dell’ordine, non proprio il top per chi in bassa stagione è abituato ad andare a velocità moderata.

Scherzi a parte, c’è un problema di fondo, che fin qui non abbiamo preso in considerazione (giustamente) ma con il quale a breve presumibilmente dovremo fare i conti. A lungo, infatti, si è parlato del timore che sul caso Ischia e sul terremoto si potessero spegnere i riflettori, con tutte le conseguenze negative facilmente immaginabili. Un’eventualità, questa, rimasta fin qui ipotesi remota proprio grazie a queste continue “parate” che se in molti casi – peraltro come da prassi consolidata – si sono rivelate stucchevoli e magari fastidiose (non potrebbe essere altrimenti quando sei portato a pensare che qualcuno voglia fare pubblicità o campagna elettorale sulle nostre macerie) ma che se non altro hanno avuto l’effetto di mantenere alto il livello di attenzione. Ora, giovedì e venerdì sulla nostra isola si darà appuntamento tutto il mondo, ma poi la paura è quella di andare incontro ad un inverno di oblio. E francamente, non possiamo proprio permettercelo. E allora va bene aver curato fin qui la forma, perché ci ha aiutato a mantenere accesi i riflettori sulla nostra tragedia. Da sabato mattina, però, tocca alla sostanza. La domanda è: c’è qualcuno in grado di garantircela? A me vengono i brividi, e non credo si tratti di freddo…

gaetanoferrandino@gmail.com

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