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Baranopoli vista da Giampaolo Buono

DI MARCO GAUDINI

 

BARANO – Il terremoto giudiziario di questi giorni ha convogliato l’attenzione mediatica, verso Barano. Il piccolo Comune isolano e la sua frazione di Testaccio, sono ormai da tempo al centro delle cronache per le vicende legate all’inchiesta denominata “Baranopoli”.  Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione “Reati contro la Pubblica Amministrazione” –  e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Ischia hanno portato, infatti,  nei giorni scorsi all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di cinque persone: Nicola Antonio Stanziola (sottoposto a misura cautelare in carcere); Maria Grazia Di Scala e Raffaele Piro (sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza); Antonio Schiano e Giorgio Vuoso (sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). I cinque sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, truffa in danno del Comune. Circa i recentissimi avvenimenti, abbiamo rivolto alcune domande all’avvocato Gianpaolo Buono, già Presidente dell’Associazione Forense dell’Isola d’Ischia, attento conoscitore delle vicende baranesi, e nel sul passato anche un ruolo di amministratore, come Assessore.

 

Avvocato che idea si è fatto di tutta questa vicenda che ha scosso il territorio di Barano, ma anche l’isola intera?

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«Io sono garantista nel senso autentico del termine. Dico questo per esperienze pregresse che ho avuto nella qualità di amministratore, che ormai risale a oltre vent’anni fa. Ho ricoperto infatti negli anni novanta, in una fase molto particolare, la carica di Assessore al Comune di Barano. Io facevo parte di una Giunta che fu costretta a dimettersi come reazione ad una misura cautelare che interessò un autorevole esponente dell’Amministrazione dell’epoca, che poi si è definita con un’assoluzione piena e lo Stato ci ha rimesso anche in termini di spesa. Quindi, in effetti, garantista fino in fondo perché o crediamo nel principio delle presunzione di innocenza, o evidentemente lo eleviamo come baluardo a seconda delle convenienze. Indipendentemente dai colori politici e dalle persone che possono essere interessate adesso in questa vicenda, anche perché le conosco tutte, ritengo sia difficile imputare loro delle responsabilità di estrema gravità, come sembrerebbe che emerga dall’inchiesta. Io sono fiducioso, in quanto credo che la Magistratura come al solito, impiegherà un po’ di tempo, ma poi stabilirà se effettivamente ci sono o ci saranno responsabilità reali da parte delle persone coinvolte. Credo nella presunzione di innocenza e quindi devo necessariamente ritenere che queste persone abbiano la possibilità di dimostrare di essere estranei ai fatti loro contestati»

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Anche in relazione alla sua esperienza professionale, ritiene che la misura cautelare di custodia in carcere per lo Stanziola sia stata eccessiva?

«E’ una domanda alla quale non posso rispondere, perché dovrei conoscere gli atti processuali, mentre sono a conoscenza solo di alcuni stralci e sono quelli che ho letto sui giornali. In generale, posso dire che su questi argomenti bisogna avere molta cautela, ed è quindi giusto per una questione di rispetto nei confronti dell’operato della Magistratura, ma soprattutto per gli indagati, attendere lo sviluppo di questa inchiesta giudiziaria».

 

Lei ha appunto citato la sua pregressa esperienza come Assessore durante un periodo, che potremmo definire una “stagione particolare” era infatti l’epoca dove una classe politica ed amministrativa del paese fu spazzata via dalle inchieste dei Magistrati. Negli ultimi tempi, più volte l’isola, specchio di una situazione nazionale, è protagonista di grandi e diffuse inchieste giudiziarie. CPL e la metanizzazione prima, Baranopoli con i suoi risvolti dopo, secondo lei stiamo ritornando in un periodo dove è la Magistratura con le sue inchieste che decide o in qualche modo delinea la classe dirigente politica ed amministrativa di un territorio?

«E’ evidente che oggi il ruolo della Magistratura è preponderante nel contesto socio-politico. Nel senso che la Magistratura da sempre ma soprattutto negli ultimi vent’anni ha scritto la storia del nostro paese. Ci sono dei profili positivi in queste vicende, ma anche tanti altri che mettono me e qualsiasi altro cittadino, che crede nella separazione dei poteri ed ha dei propri convincimenti, in uno stato misto d’allarme e disorientamento».

 

Fermo restando la presunzione d’innocenza, ma nelle pagine dell’Ordinanza delle misure cautelari vengono fuori dei fatti, che possono avere o meno valenza penali, ma sono comunque degli avvenimenti, dei comportamenti, che lasciano pensare in alcuni casi a delle modalità quantomeno superficiali, messe in campo da alcuni degli indagati in questa brutta storia. Le chiedo quindi, secondo lei è possibile che in una comunità così piccola, come quella del Comune di Barano, dove diciamocelo pure chiaramente, molte volte le voci corrono velocemente, nessuno sapesse niente? Insomma è possibile che una vicenda che sarebbe un ottimo argomento di discussione, non fosse nota anche nelle “stanze dei bottoni” del Comune di Barano?

«Lei parla di paese piccolo e di voci che possono correre, e questo è giusto. Ma le posso dire, che io sono baranese, vivo qui ed espleto la mia attività. Di tutta questa vicenda, non avevo alcuna conoscenza ma neanche sentore che ci potessero essere determinate situazioni come quelle che sembrerebbe siano emerse da questa inchiesta. Io sono rimasto disorientato quando ho letto dai giornali questa storia, proprio perché conosco le persone coinvolte. Avendo una conoscenza diretta degli indagati, non avrei mai immaginato una cosa del genere, dicendo questo sono quindi convinto del fatto che ciascuno di loro riuscirà a dimostrare l’estraneità in relazione alle responsabilità sui fatti ascritti. Di questa notorietà, quindi, ne dubito, nel paese infatti non ho mai ascoltato nulla su questa storia».

 

Invece avvocato cosa pensa sulle tempistiche di questa inchiesta?

«Fermo restando il massimo rispetto per l’operato della Magistratura, modi e tempi di questa inchiesta sembrano tali da far sorgere quantomeno qualche dubbio. Perchè se non ho letto male, si tratterebbe di fatti commessi nel 2012, oggi siamo quasi al 2016, diciamo che a distanza di quattro anni, ritornando alla sua domanda di prima sull’opportunità delle misure cautelari, avrei più di un dubbio sulla tempestività e sulle esigenze cautelari. Mi chiedo quindi, se per fatti che si sono verificati nel 2012, vengono adottate delle misure cautelari a distanza di quattro anni, se siano rispettate le disposizioni codicistiche in materia, ma soprattutto mi chiedo quali possano essere le esigenze cautelari alla base di questi provvedimenti e quali interessi ci siano da dover tutelare con queste misure. Visto che molto probabilmente non vi sarebbe neanche la possibilità di una reiterazione del reato o che queste persone possano inquinare le prove. A distanza di quattro anni mi chiedo se l’adozione di queste misure possa ritenersi opportuna. Ovviamente tengo a precisare, che le mie valutazioni sono fatte sulla base di una conoscenza degli atti molto limitata, e del tutto parziale. C’è da dire che intorno a questa vicenda c’è stato un grande clamore mediatico. Prima parlavamo del periodo che ha caratterizzato negli anni scorsi la nostra nazione, con la stagione delle inchieste, ovviamente a livelli diversi, perché non c’è alcuna comparazione con i fatti di “manipulite”, ma qualora le vicende che hanno riguardato l’isola d’Ischia negli ultimi tempi, dovessero risolversi con un nulla di fatto, sarebbe la dimostrazione ulteriore che certi atteggiamenti da parte di alcuni poteri dello Stato non giovano alla serenità proprio dei rapporti sociali e politici. E soprattutto non dovrebbero determinate posizioni essere assunte da chi, per previsione Costituzionale, dovrebbe limitarsi semplicemente ad amministrare la giustizia, ed esercitare un potere ben preciso. Non vorrei che ancora una volta, come avvenuto in passato, vi siano azioni messe in campo, che alla fine finiscono per danneggiare anche l’immagine di un territorio, o di una parte politica, o un’amministrazione. Io auspico come cittadino che le istituzioni democratiche di questo paese, siano in grado di rispettare ed affermare i principi costituzionali. Come auspico che le persone coinvolte in questa inchiesta possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati, affermando la loro completa innocenza. Ovviamente, se la Magistratura, dovesse accertare delle responsabilità è bene che la giustizia faccia il suo corso, e se c’è qualcuno che ha sbagliato, pagherà per quello che ha commesso».

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