Indagini e malumori dei privati, le due facce del porto

Anche se i riflettori sembrano essersi un po’ spenti, continuano a tenere banco le vicende legate alla società partecipata Marina di Casamicciola, che gestisce l’approdo diportistico nella cittadina termale. Sulla gestione dell’azienda a capitale interamente pubblico, tuttora in liquidazione, si sono concentrate da qualche tempo le attenzioni dell’autorità giudiziaria, soprattutto dopo che i carabinieri di Ischia hanno effettuato una minuziosa e dettagliata attività di indagine divisa in due tronconi. La prima fase è stata caratterizzata dalla serie di un’acquisizione di atti e documenti dagli uffici della società e dai locali ex Capricho, la seconda vede le dichiarazioni che sarebbero state rese da diversi soggetti che hanno avuto la barca ormeggiata negli specchi d’acqua nella disponibilità di Marina di Casamicciola. Diportisti che avrebbero dichiarato a verbale di aver pagato quanto loro richiesto per il canone pagando in contanti, pur senza però poter esibire alcun documento che attestasse l’avvenuto pagamento (fattura, ricevuta fiscale o qualsiasi “pezza”, come si dice in gergo). Una serie di testimonianze che hanno poi messo in condizione gli investigatori di svolgere controlli incrociati: ebbene questi pagamenti e dunque queste somme non risulterebbero assolutamente essere state contabilizzate e questo avrebbe fatto drizzare le orecchie agli inquirenti. E se da una parte è chiaro che non ci sono i presupposti per poter accusare nessuno senza riscontri precisi, è altrettanto evidente che per gli inquirenti è lecito pensare che difficilmente un gruppo cospicuo di persone possa essersi messo d’accordo raccontando (non si capisce poi allo scopo di trarne chissà quale beneficio) la stessa e identica bugia.

Intanto anche la levata di scudi della minoranza, che nell’ultima seduta di consiglio comunale ha caldeggiato una gestione del porto esclusivamente pubblica, non avrebbe fatto piacere al privato attualmente presente, che non ha l’atteggiamento “ostracistico”

Nel frattempo che ci si renda conto di se e come l’attività d’indagine in corso possa superare questa fase di “fluttuazione” conoscendo magari un’accelerazione (in questo momento non riusciamo a capire su cosa o chi si possa puntare per giungere all’individuazioni di responsabilità che – ci piace ricordarlo una volta di più – allo stato dell’arte possono essere soltanto ipotizzabili, è opportuno soffermarci anche su qualche altro malumore che si sta generando attorno a Marina di Casamicciola. Nell’ultimo consiglio comunale svoltosi lo scorso 30 dicembre, infatti, il sindaco Giosi Ferrandino spiegò che la linea dell’amministrazione era quella di far tornare il Comune in possesso della concessione sul porto nella sua interezza, dunque anche dell’area tuttora nella disponibilità della società Cala degli Aragonesi. Per poi mettere a bando il 49 per cento delle quote di Marina di Casamicciola, che estenderebbe la sua “giurisdizione” sull’intero specchio acqueo diportistico. Alcune dichiarazioni dei consiglieri di minoranza presenti in sala consiliare, che invece ribadivano la volontà che la gestione del porto restasse esclusivamente appannaggio del pubblico escludendo qualsiasi socio privato, non avrebbero fatto piacere proprio all’attuale gestione privata che è tra l’altro anche abbastanza vicina per motivi anche di parentela ad una costola dell’attuale compagine di minoranza. Un atteggiamento, questo, che avrebbe portato ad alimentare ulteriori tensioni e ad inasprire, secondo quanto raccontano le immancabili voci di corridoio, tutta una serie di rapporti. Insomma, davvero per Marina e tutto quanto le ruota attorno sembra non esserci mai pace.