L’albergo è chiuso, ma lui lo “occupa”: denunciato per furto
L’incredibile vicenda che ha visto protagonista un 32enne venezuelano, deferito all’autorità giudiziaria dai carabinieri del Nucleo Operativo: è stato ritrovato in una camera al primo piano dopo che era scattato l’allarme a causa di alcuni rumori sospetti
Una di quelle storie da film surreale, che a raccontarle verrà certamente la voglia – a chi legge – di pensare che si tratti di uno scherzo. E invece no, è tutto vero, perché ormai nella sempre più caleidoscopica isola d’Ischia succede di tutto. Anche che un soggetto si introduca in una struttura ricettiva chiusa e decida di utilizzarla in tutto e per tutto come un albergo e godendosi un soggiorno fai da te. All inclusive, con l’unico handicap di dover utilizzare per ogni esigenza la formula del self service stante l’assenza del personale.
I militari dell’Arma hanno appurato che l’uomo aveva messo a soqquadro la reception e rubato non solo un tablet ma che gli abiti che indossava al proprietario della struttura ricettiva. E, addirittura, aveva anche fatto colazione nella sala bar
A porre fine all’inusuale ed improvvisata vacanza sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Ischia (guidati dal cap. Angelo Pio Mitrione e coordinati dal luogotenente Sergio De Luca), che hanno denunciato con l’accusa di furto un 32enne di origini venezuelane. Il quale, con una dose di sfacciataggine che rasenta l’incredibile, nottetempo e con una bici elettrica, si è introdotto in un centralissima hotel di Ischia: insomma, nemmeno in una struttura periferica o fuori mano, dunque con sprezzo del “pericolo” notevole, per quanto la struttura fosse chiusa da alcuni giorni dopo aver concluso questa tormentata (causa covid) stagione estiva.
I militari dell’Arma sono entrati in azione dopo che era stata segnalata la presenza all’interno dell’albergo di una persona sconosciuta. Era lo stesso direttore a confermare la circostanza ai carabinieri riferendo di aver trovato gli uffici della reception messi letteralmente a soqquadro e contestualmente si era accorto di rumori che provenivano dal primo piano dell’Hotel. Ed è proprio qui che si recavano gli uomini del luogotenente De Luca, che avvertivano distintamente dei rumori provenire dall’interno di una stanza. Nella penombra scorgevano la sagoma di un giovane chino su una borsa intento ad infilare alcuni oggetti al suo interno. Accese le luci, l’uomo veniva immediatamente fermato: lo stesso non dava alcuna spiegazione valida circa la sua presenza all’interno della struttura ricettiva, sebbene la stessa come detto fosse chiusa.
A questo punto il soggetto in questione veniva immediatamente posto a perquisizione personale che dava esito positivo, dal momento che all’interno della predetta borsa venivano rivenuti una serie di oggetti tra cui un tablet che il proprietario dell’albergo riconosceva come proprio. Ma la circostanza più assurda è che lo stesso albergatore riferiva ai carabinieri che anche gli indumenti indossati dal giovane (giubbotto di colore blu, pantalone di colore grigio e maglione a collo alto di colore grigio) erano di sua proprietà.
Il sistema di videosorveglianza interno, tra l’altro, consentiva di appurare che il venezuelano aveva in dotazione questa bicicletta elettrica di colore nero, rinvenuta nel piazzale dell’Hotel. E che, manco a dirlo, da successivi accertamenti emergeva che la stessa era stata rubata lo scorso 9 ottobre a San Ciro a un ischitano, che aveva regolarmente sporto denuncia. L’uomo veniva condotto in caserma, sottoposto agli adempimenti di rito e come detto deferito all’autorità giudiziaria per i due furti commessi. La merce recuperata ovviamente è stata restituita ai legittimi proprietari. Ulteriori accertamenti hanno consentito anche di appurare che il venezuelano aveva anche fatto colazione nella sala bar sgranocchiando alcuni snack prima di recarsi nell’unica camera aperta. Insomma, un trattamento di pensione completa. Peccato (per lui) che a interrompere il soggiorno relax ci abbiano pensato i carabinieri.
