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“Un santo non può essere motivo di litigi e polemiche”

Di Isabella Puca

Ischia – È davvero una vittoria quando vengono a mancare le tradizioni, quelle che rendono la nostra isola, le nostre feste, uniche al mondo? Il popolo del Santo Patrono ha preferito non discutere riguardo le parole pronunciate da Don Carlo Candido alla fine dell’ultima messa di sabato scorso celebrata in onore del nostro Santo Patrono che, quest’anno, non ha avuto né luminarie né fuochi d’artificio. La decisione, ferma, ma sofferta, è stata presa dal comitato dei festeggiamenti insieme al parroco che, nei giorni scorsi riunendosi più volte ha deciso di eliminare, almeno per quest’anno, botti e luminarie. Sono state troppe, negli eventi passati le polemiche e addirittura le denunce nei confronti di quello che per qualcuno era solo un inutile sperpero di denaro. Eppure, la festa del 5 marzo, in onore del Santo, era quella che suggellava il legame tra gli ischitani e San Giovan Giuseppe, nessuna incursione turistica, ma tanta devozione da chi, provenendo da tutta l’isola, partecipava alle varie celebrazioni e passeggiava in un clima di festa, accompagnato qualche anno anche dalla venuta dei Madonnari e della loro arte da strada. Tutto questo sabato scorso non c’è stato, e mentre qualcuno esulta sottolineando che si è trattata “finalmente” di una festa religiosa e non pagana, si dimentica di fare i conti con la tradizione, la stessa che resta nella memoria dei nostri nonni e che, di questo passo, rischia di scomparire con loro. Nonostante sia stato Don Carlo in persona a spiegare la decisione presa, dal pulpito della Chiesa dello Spirito Santo gremita di fedeli per quella che era l’ultima messa della giornata, in molti ancora stentano a crederci; c’è chi dice che la decisione di una festa sottotono sia stata presa perché è in corso il giubileo della misericordia e chi invece sostiene che i soldi destinati di solito a fuochi d’artificio e luminarie saranno utilizzati per costruire la casa parrocchiale. <<Un santo non può essere motivo di bestemmie, maledizioni e litigi. È quello che è successo a settembre e allora, ho detto: “San Giovan Giuseppe non è contento di questo”. Per il momento togliamo tutto di mezzo, quando gli ischiapontesi si mettono d’accordo, allora mi fanno sapere. Anche per le processioni, per tutti quelli che dicono che le facciamo per pulire le strade. Per me un Santo non può essere motivo di litigi>>.

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