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Matarese tra bastone e carota: «Pronti al Del Deo bis, abbiamo “apparato” un mare di guai»

Siamo vicini alla conclusione di cinque anni di amministrazione. E’ tempo di bilanci e di spiegare, a suo avviso, in che cosa il governo uscente si è distinto e in che cosa poteva fare meglio, cos’è insomma che manca all’appello. Ecco, ci riassuma il quinquennio e il ciclo che sta per chiudersi.

«Ci siamo trovati di fronte a una situazione molto difficile soprattutto dal punto di vista debitorio, il primo e più importante merito di questa amministrazione è stata la riduzione del deficit da 28 a 7 milioni di euro. Tutto fatto senza aumentare le tasse e gravare così sulla cittadinanza. Questo è stato un risultato davvero importante, perché riuscirci non era affatto scontato, anzi quando ci siamo insediati sembrava quasi una missione impossibile. Tutto coòcomporterà la possibilità di poter contrarre nuovamente dei mutui in modo da pensare a nuovi progetti che hanno attinenza con lo sviluppo del paese, avremo ossigeno finalmente.Abbiamo trovato una situazione debitoria terribile, lo ripeto. Sia quella della Pegaso che della Torre Saracena. Anche la situazione dell’area ecologica è stata particolarmente spinosa. Purtroppo ci si trova dinanzi ad una situazione davvero tosta, non è semplice trovare una soluzione per allocare i camion della N.U.». 

Quello dell’area ecologica resta un problema atavico, apparentemente irrisolvibile. Una sorta di maledizione…

«Noi ci siamo insediati a maggio 2013, la vecchia amministrazione aveva realizzato a Zaro l’area di stoccaggio e parcheggio, spendendo una cifra consistente in una zona di proprietà comunale. Il Comune era in possesso di un’autorizzazione paesistica che scadeva il 30 giugno 2013. Noi l’abbiamo impugnata, ma purtroppo i termini non c’erano più, andava fatto da chi ci aveva preceduto. Il sindaco Francesco Del Deo dopo la scadenza dell’estate fece un’ordinanza che prevedeva, nonostante la scadenza dei termini, l’ordine di spostare i camion in quel posto. Lo fece nell’esclusivo interesse di Forio e dei foriani e per questo si è pure beccato un rinvio a giudizio….». 

Lo stoccaggio dei rifiuti in una zona come il lungomare di Citara però a un certo punto è sembrato davvero un paradosso, non lo si può negare. 

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«Siamo consapevoli che si tratti di una situazione insostenibile, però vi è una difficoltà oggettiva. Provate a dare un’occhiata al territorio di Forio utilizzando un software che consente la visione dal satellite. È oggettivamente difficile trovare un’area destinabile, senza problemi, a questa finalità. In realtà credo che stiamo pagando un deficit da ascrivere non soltanto all’ultima amministrazione, ma anche a quelle precedenti che nell’arco di ben mezzo secolo anni non sono riuscite a trovare una zona da destinare, definitivamente, a tale scopo. Ma voglio rimanere ottimista, come è nella mia natura: attraverso il piano urbanistico comunale, con strategie mirate, come quella di realizzare piccole zone da destinare alla raccolta della carta, del vetro e individuando una zona che debba servire soltanto allo stoccaggio dell’umido, riusciremo a gestire adeguatamente il problema. E a risolverlo, ovviamente in maniera definitiva».

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Facciamo un salto indietro e ritorniamo a quello che manca all’appello di questi cinque anni al timone di Forio.

«Un difetto? Non ho dubbi, sicuramente siamo stati carenti sotto l’aspetto legato alla comunicazione. Non siamo riusciti a trasmettere adeguatamente ai cittadini i tanti piccoli e grandi successi realizzati da questa amministrazione. La riduzione del deficit senza aumentare le tasse, la realizzazione del molo Borbonico – un progetto ripensato completamente rispetto a quello elaborato dalla precedente amministrazione – sono due esempi di virtuosismo politico e amministrativoche non siamo riusciti a spiegare come avremmo dovuto alla popolazione foriana. Abbiamo peccato, questo è stato davvero il nostro tallone d’Achille. Un difetto a cui cercheremo di rimediare durante la campagna elettorale, spiegando l’impegno profuso per il paese e i risultati raggiunti».

Beh, onestamente, ci sarà anche qualche altro cruccio.

«Tra le cose ancora non completamente definite c’è senza ombra di dubbio il passaggio o meglio il ritorno nella vecchia sede municipale.C’è da dire che nel momento in cui stavamo per lasciare l’attuale sede per ritornare al passato, ci siamo trovati di fronte a delle situazioni difficili, davvero problematiche che vanno necessariamente accennate ed evidenziate.Il contratto di locazione del Green Flash,peraltro sproporzionatorispetto alle tariffe di mercato, prevede che il Comune sia obbligato a ottemperare alle opere di straordinaria manutenzione sull’edificio, che già mi sembra una roba decisamente sorprendente. Eppure c’è dell’altro. Abbiamo infatti verificato che l’abolizione delle due piscine, quella interna e quella esterna, non erano state autorizzate dal proprietario. Nel momento in cui andremo a richiedere la risoluzione del contratto il titolare dell’immobile potràchiedere il ripristino dello stato dei luoghi con una serie di conseguenze e grattacapi, perché quelle piscine non soltanto erano oggetto di domanda di condono ma insistevano anche sul suolo demaniale. Ci siamo trovati in una situazione oggettiva di difficoltà che non si può non ascrivere a una gestione superficiale della passata amministrazione».

Un risultato, invece, di cui andare orgogliosi?

«Abbiamo rivitalizzato Forio. Con la collaborazione delle associazioni e degli imprenditori abbiamo organizzato eventi di successo. La sinergia tra le diverse anime foriane ha provveduto a ridare lustro e “sprint” al paese, un centro che è diventato un polo d’aggregazione anche e soprattutto per i giovani. Per il futuro puntiamo all’organizzazione di eventi sempre più importanti e qualificanti per rendere solidi e duraturi nel tempo i risultati raggiunti».

Forio è una piazza bollente, dove ormai da diversi decenni gli animi si surriscaldano con una certa facilità. Come mai non è stato possibile, fin qui, riportare l’asticella entro i livelli di norma? C’è un clima da guerra perenne che appare difficile se non addirittura impossibile da smantellare.

«Storicamente, ed è possibile notarlo anche nei racconti e nei resoconti di gestione amministrative risalenti a epoche antiche, questo atteggiamento rientra un po’ nell’animo del foriano. Un animo da “sang’ e turc’”, carattere e vitalità sempre molto viscerali. Può sembrare un lato negativo, ma da un altro punto di vista credo possa essere considerato un aspetto molto positivo, che rende anche stimolante la lotta politica che c’è nel nostro meraviglioso paese. Arrivare a una pace sociale credo sia impossibile, ci vorrebbe da parte di tutti la necessità di mettere da parte determinati personalismi e per quanto possibile tentare di partecipare alla risoluzione di problemi comuni. La vedo una cosa suggestiva ma purtroppo non praticabile, ma è chiaro che spero prima o poi di essere smentito».

Francesco Del Deo sarà ancora il cavallo su cui punta la maggioranza uscente, questa sembra invece una certezza assoluta.

«Francesco sarà il candidato dell’amministrazione, darà continuità al secondo mandato per portare a termine un percorso iniziato e fin qui comunque ricco di soddisfazioni, come ho avuto modo di spiegare poc’anzi».

Se oggi Gianni Matarese dovesse scommettere un euro sulla potenziale griglia di partenza di questo Gran Premio elettorale, su quale possibile scenario punterebbe?

«A dire la verità siamo in una fase che sembra essere di prove libere, dove ognuno prova il motore della propria autovettura, senza mostrare le vere potenzialità delle rispettive scuderie. Io credo che arriveremo sicuramente a due o al massimo tre formazioni con altrettante aggregazioni. Devo confessare che mi lasciano perplessi i contatti che ci sono tra figure decisamente eterogenee, che mi pare si stiano unendo per cercare di coagulare qualcosa che possa essere di contrasto all’amministrazione. Sono persone che però non credo possano andare molto d’accordo e non legate praticamente da nulla».

Esempi?

«Beh, non posso negare, ad esempio, che ritengo spuria l’aggregazione tra Stani Verde e Franco Monti. Ho un rapporto ottimo con entrambi, sia chiaro, ma la vedo una coppia male assortita. Stani Verde, che dovrebbe rappresentare il nuovo, andando con Franco Monti, che rappresenta il vecchio e che credo abbia più di una responsabilità nella creazione della massa debitoria del comune di Forio, sta a mio avviso perdendo di credibilità. Per me aggregarsi all’ex primo cittadino rappresenta un qualcosa di controproducente. Detto questo, mi piace sottolineare che guardo con estrema simpatia alle iniziative dei giovani che si stanno muovendo sul nostro territorio. Ho 58 anni e ho sempre piacere nel vedere le nuove generazioni interessarsi della cosa pubblica. Ciò mi provoca un senso di soddisfazione e lascia ben sperare. Ce ne sono alcuni che si stanno muovendo anche su posizioni diverse e contrastanti rispetto a quelle dell’amministrazione, ma credo che sia comunque un bene, un contributo prezioso per il paese».

L’amministrazione uscente è riuscita a svecchiare un po’ il civico consesso. Volti nuovi che hanno portato una boccata d’aria fresca. Quanto è soddisfatto dalla spinta che queste nuove forze hanno saputo dare all’attività amministrativa? Quanto crede siano stati incisivi?

«C’è da premettere che molti dei consiglieri e assessori erano alla prima esperienza politica. Non è facile entrare dentro gli ingranaggi della macchina amministrativa e comprenderne appieno le dinamiche in poco tempo. È un aspetto di cui bisogna tener conto. Tra i tanti volti nuovi che ho avuto il piacere di vedere all’opera posso dire che sicuramente Gianna Galasso ha mostrato un’intraprendenza sorprendente e superiore alla media, portando avanti iniziative interessanti, soprattutto per quella che è la promozione dell’immagine del Comune di Forio. Ma fare graduatorie e classifiche non è simpatico. C’è chi ha collaborato, chi meno e anche chi ha ritenuto di doversi allontanare».

Ecco, soffermiamoci su chi si è allontanato. Crede sia il caso di fare una riflessione in merito? Avete fatto autocritica o crede che il distacco talvolta anche traumatico dalla maggioranza di alcuni consiglieri rientri nella fisiologica dispersione che ogni amministrazione deve mettere in conto?

«All’inizio della nostra avventura amministrativa avevamo quattordici consiglieri su sedici. Una maggioranza enorme, una cosa mai vista a Forio ma credo anche sull’intera isola. Nella squadra c’erano personalità che probabilmente hanno accettato malvolentieri di dover rivestire un ruolo secondario e hanno ritenuto di non condividere più la linea dell’amministrazione. Ma ciò, credo, rientra nella normale dialettica di ogni consesso politico amministrativo».

La campagna elettorale è imminente e a Forio, di solito, in questo periodo così delicato, il bon ton va a farsi benedire finendo col mettere a repentaglio persino rapporti personali. Sarà così anche stavolta e quale tipo di appello si sente di rivolgere un po’ a tutti?

«Spero che la campagna elettorale si mantenga ben salda sugli argomenti e le proposte che riguardano il territorio e il suo sviluppo a breve, medio e lungo termine e non sfoci in attacchi personali. Se ciò dovesse avvenire comporterebbe soltanto un ulteriore allontanamento delle persone dalla politica. La gente è sfiduciata, sia nei confronti della politica nazionale che di quella locale. È necessario recuperare l’interesse e l’entusiasmo della cittadinanza, discutendo dei problemi del paese, senza che si scenda negli attacchi personali e negli insulti, solo in questo modo, io credo, possiamo puntare a una maggiore partecipazione al voto e scongiurare la disaffezione dilagante che le persone provano nei confronti della politica».

Gaetano Ferrandino

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