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«A Camerino abbiamo lasciato un pezzo del nostro cuore»

 

di Sara Mattera

ISCHIA – Dopo una lunga settimana trascorsa a Camerino, nella tarda serata di ieri i volontari della Croce Rossa di Ischia hanno fatto ritorno a casa. La cittadina delle Marche, ubicata in provincia di Macerata, lo scorso mese di ottobre è stata colpita, insieme ad altri Comuni del Centro Italia, da un forte sisma che se non ha fortunatamente causato morti o feriti, ha lasciato dietro di sé il cumulo di macerie dei tanti edifici che sono crollati al suolo a causa delle violenti scosse. Ad un mese dal terribile evento, Camerino cerca ancora di raccogliere i propri cocci, ripartendo da zero, grazie anche all’aiuto di numerose associazioni di volontariato che, in queste settimane, stanno dando supporto alle quasi 4000 persone rimaste prive di abitazione.  Ed è nel centro sportivo di “Le Calvie”, dove la Croce Rossa ha allestito un centro di accoglienza per gli sfollati del sisma, che i volontari di Ischia hanno trascorso quest’ultima settimana, contribuendo alla grande macchina di solidarietà messa in campo dall’associazione italiana. Anna Iervolino, volontaria del gruppo isolano che è partito alla volta di Camerino, ci ha raccontato la sua esperienza sul campo.

 

La vostra attività di volontariato a Camerino è giunta al termine. Raccontaci di “Le Calvie”.

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«Il punto di accoglienza nel centro sportivo di Camerino è stato allestito per accogliere gli sfollati. Molte famiglie, anziani, ma anche universitari, non volendo allontanarsi dalla città colpita dal sisma, sono stati sistemati lì. La Croce Rossa ha allestito una cucina, con la quale noi volontari abbiamo aiutato a preparare i pasti per gli abitanti di Camerino e dintorni. Ognuno di noi aveva un compito specifico.  Alcuni miei colleghi, infatti, sono stati messi a fare il turno di notte sulle ambulanze  o nello stesso campo sportivo a dare  assistenza agli anziani. Molti di questi, infatti, erano allettati e non potevano alzarsi più di tanto. Nel campo è stata poi allestita anche una sorta di sala per le lezioni scolastiche, frequentata per lo più da bambini di seconda e terza media. Una mia collega, ad esempio, ha tenuto loro una lezione di storia».

 

Le Calvie si trova  a pochi chilometri dal centro abitato colpito dal sisma. Avete avuto modo di vederlo?

 

«Sì, siamo stati nel Centro di Camerino, però ovviamente non all’interno della zona rossa dove ci sono ancora molti edifici pericolanti. Diciamo che l’abbiamo vista solo dall’esterno. Abbiamo avuto anche l’opportunità di vedere l’università di Camerino. Lì c’erano moltissimi ragazzi, anche stranieri, che venivano poi nel centro di accoglienza a mangiare».

 

Com’è stato vedere con i propri occhi una città devastata dal sisma?

 

«Se devo essere sincera per me non è stata la prima volta. Sono stata già in Abruzzo ai tempi del sisma, e la sensazione che ho avuto già lì allora non è cambiata a Camerino. È sempre molto toccante vedere da vicino questo genere di situazioni. Si cerca sempre di portare alle persone colpite da un sisma un sorriso, un aiuto concreto. Lo stato d’animo di un terremotato non cambia mai, a prescindere dalla zona in cui si va. Dopo un terremoto, le persone sentono sempre la necessità di parlare di quanto accaduto, degli attimi di paura che hanno vissuto e quelli che vengono aiutati, ti ringraziano con un sorriso pieno di gratitudine. Purtroppo, la paura per gli abitanti di Camerino non è finita. Durante questa settimana che siamo stati lì, ci sono state altre scosse, che per fortuna, grazie alle tendopoli, non sono state avvertite più di tanto.  Non so, però, se gli abitanti del posto supereranno in fretta questa esperienza dal momento che purtroppo la continuano a vivere, proprio a causa delle continue scosse che avvertono quasi quotidianamente. Pensa che molti anziani, pur avendo casa ancora agibile, si sono rifiutati di tornare nella propria abitazione perché ancora molto terrorizzati. Proprio per questo, la Croce Rossa ha anche allestito uno sportello a supporto psicologico dei terremotati».

 

C’è la possibilità che ritornerete nella città marchigiana?

 

«Abbiamo dato la nostra disponibilità, però per ora non siamo certi se saremo chiamati nuovamente, anche perché ci sono molti altri colleghi provenienti da tutti Italia che saranno chiamati a fare il turno. Però, se occorrerà, torneremo a Camerino molto volentieri».

 

Questa esperienza diretta con una città colpita dal terremoto ti ha dato modo di pensare alla nostra isola e al rischio sismico ad essa connesso?

 

«Sì, ci ho pensato. Ovviamente auspico che a Ischia non possa mai accadere una cosa del genere, però sappiamo tutti che il nostro territorio può essere soggetto ad eventi sismici. Sono convinta però che, nel caso malauguratamente dovessero capitare una cosa del genere anche a Ischia, riceveremmo lo stesso aiuto che noi siamo dando ai Comuni colpiti del centro Italia. Si muoverebbe certamente un enorme macchina di solidarietà».

 

In conclusione, cosa ti ha lasciato questa esperienza?

 

«È stata un’esperienza bella e significativa anche perché c’erano tanti i volontari della Croce Rossa da nord a sud Italia. Abbiamo lasciato a Camerino un pezzo di cuore grazie alle persone del posto che abbiamo conosciuto e  ai tanti  altri volontari dell’associazione.  C’è stata una solidarietà enorme che ti fa capire cosa sia e cosa riesce a fare la Croce Rossa. Chi non vive questa associazione in prima persona non ha idea della grande catena umanitaria  che c’è dietro. È un dare e un ricevere continuo».

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