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Abusivismo e isola devastata, protesta al Capricho: «Ora basta, la verità su Ischia»

Hanno perso la pazienza e non sono riusciti a trattenere la loro rabbia. E così hanno deciso di sfogarla contro chi, a loro avviso, sta minando seriamente all’immagine della nostra isola ma quel che è peggio all’economia turistica con una stagione che potrebbe essere finita dopo quella maledetta scossa sismica dello scorso lunedì, alle 20.57. Tra chi è letteralmente scappato dall’isola, chi ha disdetto le prenotazioni e gente che nonostante le belle giornate non sembra affatto essere orientata a scegliere Ischia come meta delle proprie vacanze, il danno è tale che ogni isolano inevitabilmente finirà col risentirne anche nelle proprie tasche. In tutto questo tra giornali che continuano a parlare di abusivismo e di un’isola completamente devastata dal sisma (dimenticando che su 40 chilometri quadrati di superficie appena mezzo risulta flagellato dai drammatici eventi che sono costati anche due vite umane), insomma nel mentre si sparano cazzate con la pala, l’economia soffre e rischiamo di piangere lacrime amare. Tutto questo perché obiettivamente qualche operatore dell’informazione – non ci piace generalizzare ma non possiamo negare che qualcuno dalla penna troppo “facile” ci sia stato – ha davvero esagerato dipingendo un quadro del nostro territorio nient’affatto rispondente alla realtà.

Il risultato è stato che a un certo punto la misura è diventata colma. Ieri pomeriggio, pochi minuti dopo le 14, è successo che all’esterno del Capricho sono iniziate a volare urla e subito si è formato un capannello di persone talmente rumoroso ed incazzato da non poter proprio passare inosservato. La delegazione era composta da circa una ventina di persone, tra cui Ciro Curci, Pierangelo Pesce, Aldo Marena e tanti altri, che hanno iniziando ad inveire contro i giornalisti richiamandoli ad un maggior senso del dovere ed a fare un’informazione corretta evitando di infangare il nome di Ischia. A un certo punto, affacciandosi alla terrazza del Capricho che dà sul lato porto, hanno deciso di interloquire con i contestatori dapprima il giornalista di Sky Tg 24, Paolo Chiariello, e successivamente la collega del TG3 Alessandra Barone. Il primo è stato decisamente elegante nei modi, anche perché la sua esperienza gli ha consentito di capire lo stato d’animo dei suoi interlocutori: la Barone, invece, dapprima ha spiegato di non poter rispondere anche delle eventuali manchevolezze di altri operatori dell’informazione e poi ha alzato i toni finendo comunque con il rendere la situazione ancor più incandescente. Alla fine un responsabile della Questura di Napoli ha raggiunto i contestatori accompagnato dallo scrivente,  per garantire la massima disponibilità a fare in modo che nei prossimi giorni attraverso operazioni di comunicazione con strumenti tradizionali e social si possa ristabilire la verità storica. Poi giovani e meno giovani si sono allontanati decidendo di fare un salto laddove esiste ancora lo scempio della Caserma Forestale alla fine mai edificata ma che portò allo sradicamento di almeno un centinaio di pini: ecco, quello rappresenta un vero abuso edilizio e un abuso di Stato, tanto per essere precisi. A quanto si apprende, la delegazione voleva portarsi anche presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno per far sentire la voce della propria protesta all’indirizzo del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, ma è stata fortunatamente convinta a non agire in questa direzione: alla fine, non sarebbe stato da escludere che qualche mass media avrebbe potuto approfittarne per gettare ulteriormente fango sull’isola o meglio sulla sua gente.

Alla fine il gruppo di manifestanti ha abbandonato la zona di Piazza Marina, va subito detto che anche se i toni sono stati alti e duri non si è mai arrivati a intemperanze o gesti di violenza e questo è giusto sottolinearlo a scanso di equivoci e soprattutto nel dubbio che qualche media nazionale voglia ancora una volta distorcere la verità dei fatti. Insomma, la voglia di fare chiarezza, la pretesa di rispetto per la propria terra d’origine. Insomma, questo maledetto terremoto, magari, ci ha fatto riscoprire il senso di appartenenza, l’orgoglio di sentirci ischitani. Conserviamolo anche per le giornate comuni, quelle di sole, in cui splende il sereno. Impariamo a volerci più bene tra noi, non potrà che funzionare tutto per il meglio.

Gaetano Ferrandino

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