CRONACA

A febbraio docente riceve stipendio da 1 euro

Contratto scuola, D’Aprile (Uil): “Servono interventi concreti di tipo economico e normativo. Va recuperato il potere d’acquisto eroso dall’inflazione per ridare dignità al lavoro”

“Il rinnovo del contratto, deve innanzitutto puntare a valorizzare il personale dal punto di vista economico. Un negoziato che dovrà prevedere interventi economici e normativi, anche per modificare gli aspetti giuridici del contratto precedente, da noi non sottoscritto”. Così il Segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, al termine dell’incontro in Aran, tenutosi nei giorni scorsi, in occasione della presentazione dell’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale 2022-24 del comparto Istruzione e Ricerca.

“Secondo le tabelle dell’Istituto di Statistica – rimarca il Segretario – le retribuzioni reali sono scese sotto i livelli del 2009. In questi anni, il potere d’acquisto dei lavoratori del pubblico impiego è diminuito del 16%, mentre il rinnovo del contratto proposto recupererebbe circa il 6%. Gli stipendi non coprono l’aumento del costo della vita. Il trend degli ultimi anni (dati Istat) mostra che i lavoratori non hanno beneficiato, in termini di crescita delle retribuzioni, dei momenti di sviluppo, con un Paese a PIL crescente. Con il rallentamento del PIL – in assenza di rinnovi contrattuali cospicui – la situazione è diventata ancor più critica.Detassare gli aumenti contrattuali e utilizzare le risorse accantonate per il contratto successivo, quello del 2025-27 (2%). E’ questa la strada giusta – sottolinea D’Aprile – Auspichiamo un contratto che non preveda il principio della differenziazione e della competizione tra il personale, scegliendo di dare di più ma a pochi.

Diversamente rischiamo di costruire cattedrali nel deserto che piacciono tanto a Bruxelles ma che non risolvono i veri problemi del comparto Istruzione e Ricerca.

Stanziare risorse aggiuntive, rimarcare la specificità della comunità educante, consolidare le relazioni sindacali svincolandole da lacci burocratici incostituzionali, tutelare la libertà di insegnamento e rafforzare gli organi collegiali, devono rappresentare, per quanto ci riguarda, i punti caratterizzanti del prossimo rinnovo contrattuale”.

Nel mentre tutti si auspicano condizioni lavorative e stipendiali migliorative, arriva la storia di un docente precario, in servizio presso una scuola della Campania, che ha ricevuto una busta paga di appena un euro per il mese di febbraio. Caso limite, forse, ma che mette in luce un problema molto più ampio che, purtroppo, affligge da tanto tempo la scuola: la precarietà crescente (i supplenti devono aspettare mesi per ricevere il pagamento delle ore lavorate) e gli stipendi inadeguati del personale docente e Ata. “I lavoratori della scuola, soprattutto i precari – sottolinea Roberta Vannini, segretaria regione Campania Uil Scuola – subiscono, il più delle volte in silenzio, temendo ripercussioni o provando vergogna a denunciare, ritardi ricalcoli fiscali e conguagli che spesso portano a trattenute esorbitanti, azzerando o quasi lo stipendio mensile. In alcuni casi si tratta di compensazioni con il modello 730, in altri di trattenute per errori di calcolo negli stipendi precedenti. Resta comunque inaccettabile – conclude la Vannini – che chi fa funzionare ogni giorno la scuola pubblica statale debba convivere in una situazione di perenne precarietà con stipendi da fame, erosi ogni anno dall’inflazione”.

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