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Siena e accesso agli atti, nuovo “no” della AD Progetti

L’architetto Pino Mattera scrive a Franco Fermo raccomandando di non consegnare gli atti progettuali che sarebbero coperti dalla proprietà intellettuali. Ma i cittadini richiedenti e il loro legale la pensano diversamente: e adesso?

Non è un caso se l’abbiamo ribattezzata storia infinita. L’accesso agli atti relativo a tutto l’iter legato alla costruzione del nuovo parcheggio della Siena a Ischia Ponte sembrava aver scritto la sua parola fine nella giornata di lunedì, quando il responsabile di settore comunale ing. Franco Fermo aveva concesso il suo nulla osta a prendere visiona ed anche copia di tutti gli atti, rispondendo positivamente ad una richiesta in tal senso che per conto di dodici persone era stata inoltrata dall’avvocato Bruno Molinaro. Ma chi non arretra di un centimetro è l’architetto Pino Mattera della AD Progetti, che una volta di più ribadisce quanto più volte dichiarato anche al nostro giornale e cioè che la proprietà intellettuale contenuta negli elaborati redatto dallo stesso e dallo studio che rappresenta, non possono finire nelle mani dei richiedenti come il resto del materiale.

E lo stesso Mattera lo lascia intendere chiaramente in una nota trasmessa proprio ieri all’ingegnere nella quale esordisce così: “Egregio Ing. Fermo, Abbiamo ricevuto la sua comunicazione (prot. 30285 DEL 23.08.2021 pervenuta in pari data a mezzo PEC) inerente l’accesso agli atti del permesso a costruire n. 38/2010. Come già evidenziato in altra occasione, la invitiamo a limitare l’accesso alla sola documentazione ostensibile, e cioè, ai dati ed alle informazioni già oggetto di pubblicità ai sensi dell’art.20 comma 6 del dpr 380/2001 essendo la documentazione relativa ai permessi a costruire sottratta all’accesso civico. Le ricordiamo che gli atti progettuali sono coperti dalla proprietà intellettuale come ampiamente illustrato nella nota del Garante della Privacy, n. 9521857 del 17 dicembre 2020, di un caso analogo a quello di che trattasi, che alleghiamo per sua comodità. Ricordiamo che la documentazione in possesso del comune è composta da grafici architettonici, impianti, calcoli strutturali i quali sono protetti ai sensi di legge e non possono essere divulgati”. L’architetto Mattera poi continua e conclude: “Contiamo sul pedissequo rispetto della norma a protezione dei dati che senza il nostro consenso non possono essere resi pubblici. Chiediamo altresì la trasmissione dell’elenco dei documenti che verranno resi disponibili a seguito dell’ennesima richiesta di accesso agli atti, per la quale Lei già si era espresso in passato, la quale deve essere limitata al testo del permesso di costruire, dell’autorizzazione paesaggistica e della documentazione inerente lo scarico delle acque provenienti dallo scavo, cioè delle sole autorizzazioni di competenza comunale. Nel ribadire la nostra disponibilità ad illustrare l’intervento ai richiedenti, inviamo i nostri più Cordiali saluti”.

Insomma, ecco il nuovo capitolo di quella che sta diventando una vera e propria “saga”. Ma come l’hanno presa dall’altra parte della barricata. Nessun commento arriva dall’avvocato Bruno Molinaro ma i dodici cittadini che a lungo si sono battuti per l’accesso agli atti e lo stesso legale sembrano avere maturato la loro chiara idea a riguardo: si tratterebbe di un’ulteriore iniziativa di natura ostracistica, anche perché il legale avrebbe avuto modo di appurare che il provvedimento del garante cui fa riferimento Pino Mattera riguarderebbe un caso completamente diverso. Ma c’è dell’altro: i grafici progettuali, poiché sono richiamati espressamente nel permesso, sarebbero assolutamente accessibili ed avendo il Comune già concesso l’accesso, è chiaro che l’unico rimedio che avrebbe la AD Progetti è quello di ricorrere al Tar, iniziativa allo stato dell’arte non adottato. Insomma, per chi non l’avesse capito, il sospetto è che non è ancora finita.

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