CRONACAPRIMO PIANO

«Abbiamo trovato una “Maionese impazzita”»

Il presidente del CdA dell’Evi a gamba tesa traccia un primo bilancio della sua esperienza e non si nasconde: «Ci è stata rappresentata una realtà diversa da quella che ci siamo trovati davanti, qualcuno ha vissuto su un altro pianeta». E sulla questione della condotta di Sant’Angelo è categorico: «Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e potevamo»

Qual è l’idea che ti sei fatto e hai maturato dopo il primo periodo da presidente del CdA di un organismo che ha il compito più difficile dalle nostre parti, quello cioè di mettere insieme teste diverse?

«Sicuramente quella dell’EVI è una realtà molto complessa e diciamo subito che la situazione che ho trovato io, insieme agli altri amici del consiglio di amministrazione, è stata molto diversa da quella che ci era stata rappresentata in particolare dal nostro predecessore (Alessandro Condurro, ndr) che probabilmente negli ultimi tempi ho motivo di pensare che abbia vissuto su un altro pianeta».

Ci spiega il perché?

«Beh, perché rappresentare l’EVI come una realtà florida così come era stato fatto nella fase… diciamo di passaggio di consegne – che poi tra l’altro formalmente nemmeno c’è mai srato – è stato un qualcosa senza senso. Si è detto che tutto funzionava, ma bisogna prendere atto della realtà e dire senza mezzi termini che la realtà è esattamente opposta a quanto asserito. Al momento dell’insediamento abbiamo trovato problematiche di ogni tipo: di carattere economico finanziario, relative al personale, attinenti all’immediatezza di lavori mai eseguiti soprattutto sulle condotte sottomarine, lavori che è opportuno precisare andavano ben al di là della semplice riparazione ma imponevano interventi di sostituzione vera e propria. Opere, queste, che richiedono tempistiche adeguate perché come intuirete non è che si tratta di cambiare una lampadina come qualcuno erroneamente pensa. Quindi abbiamo trovato un qualcosa di inimmaginabile, una sorta di “maionese impazzita”. Però…».

Però?

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«Per fortuna ci sono tante professionalità valide nella società e quindi stiamo cercando di porre rimedio alle tante problematiche e di concentrarci per quanto possibile anche sullo sviluppo e sul futuro dell’Evi che sotto molteplici aspetti è naturalmente la cosa più importante. Insomma, c’è davvero bisogno di fare tanto».

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In questi mesi ha provato a chiedersi perché qualcuno ha dipinto uno stato dell’arte diametralmente opposto rispetto a quello che poi avete trovato?

«Ho rappresentato come stanno le cose, ritengo che la fantasia possa esprimersi fino a un certo punto poi finisce col fare inevitabilmente i conti con la realtà. Non so spiegarmi perché fossero stati trasmessi determinati messaggi all’esterno, davvero non riesco a dare una risposta. Messaggi che tra l’altro inizialmente mi avevano anche indotto a essere ottimista e questo sentimento lo esternai proprio in un’intervista rilasciata al vostro quotidiano quando forse anche in maniera un po’ imprudente riportai quanto mi era stato riferito. Ma il fatto che l’EVI fosse una realtà virtuosa sono convinto che era il convincimento anche di qualche amministratore locale ma evidentemente abbiamo a che fare con qualcuno che negli ultimi anni non ha frequentato molto l’isola. Vabbè, adesso quello che conta è guardare avanti, ponendo rimedio ad una serie di situazioni e lavorando nell’ottica dello sviluppo. Poi, ripeto, ognuno può avere la sua percezione della realtà ma di fronte ai dati oggettivi c’è poco da fare. E soprattutto da dire».

A proposito, recentemente l’Evi è finita sul banco degli imputati per quanto riguarda la condotta di Sant’Angelo. Come rispondi alle accuse che arrivano su questa delicata e complessa vicenda?

«Chiariamo subito che sulla condotta di Sant’Angelo ci sono svariate problematiche di diversa natura, che insistono da diversi anni. Ci siamo ritrovati, appena insediati (e dovendo aspettare ulteriori 45 giorni per il perfezionamento del nostro incarico, per i motivi noti a tutti) a fronteggiare una richiesta non di riparazione, ma di sostituzione di un tratto della condotta, a stralcio di un intervento più ampio sulla stessa già progettato e programmato dal Comune di Serrara Fontana (non dunque da EVI). Trovandosi la società in una situazione di pre insolvenza, e trattandosi di un importo estremamente rilevante per le casse della società, abbiamo richiesto tramite i comuni l’intervento della Regione Campania per la copertura finanziaria, ed abbiamo altresì avuto richieste stringenti da parte del collegio sindacale di EVI (tra cui il cofinanziamento al 50% da parte dei comuni interessati, rispetto al quale Serrara ha aderito), ma siamo riusciti comunque a deliberare l’intervento programmandolo e demandando agli uffici di procedere già in data 4 marzo».

E poi?

«Le ulteriori difficoltà tecniche per l’approvvigionamento dei materiali, per appaltare e cantierare i lavori dipendono dalla miriade di normative e procedure da osservare per un intervento di tale complessità, peraltro in stretta collaborazione con il Comune e con le autorità competenti di vigilanza e controllo. Analoga situazione per quanto concerne la sostituzione, non la riparazione (che interessa un altro tratto e rispetto alla quale si sta procedendo) del tratto di condotta a Forio, che è stato deliberato e che necessiterà di un iter complesso per essere portato a compimento. In merito invece agli interventi di riparazione/manutenzione ordinaria e straordinaria (che sono ben altra cosa) EVI sta procedendo come da prassi consolidata, rispettando i tempi compatibilmente con una struttura tecnica interna ridotta all’osso e con svariati pensionamenti all’orizzonte, problematica in merito alla quale nulla è stato fatto negli anni scorsi. Ma anche in merito a ciò, stiamo provvedendo».

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