Abusi a Cartaromana, disposta la demolizione
Il responsabile di settore del Comune di Ischia, Francesco Iacono, ha firmato l’ordinanza che dispone il ripristino dello stato dei luoghi per una serie di opere eseguite in difformità ai titoli abilitativi

Sembra aver preso una piega decisamente improntata all’accelerazione la dinamica della demolizione di opere abusive realizzate sul territorio isolano. E ad essere particolarmente attivi ed attenti al fenomeno adesso sono anche gli enti locali isolani, in particolare il Comune di Ischia che negli ultimi tempi ha sfornato più di un’ordinanza a riguardo. L’ultima in ordine di tempo porta sempre la firma del responsabile di settore Francesco Iacono ed ha ad oggetto la demolizione per opere eseguite in assenza di titolo abilitativo in via Nuova Cartaromana. L’attività dell’ente di via Iasolino, come da prassi, nasce da un rapporto tecnico risalente all’agosto dello scorso anno dal quale si evinceva che erano state realizzate in difformità ad una SCIA precedentemente rilasciata una serie di opere.
In particolare nella relazione si leggeva: “Non risulta eseguito l’ampliamento verso nord del preesistente balcone posto al primo piano, cosi come previsto nel P.d.C.. Si rileva inoltre che la consistenza del balcone, che attualmente misura m. 4,60 x 1,60 circa (mq. 7,36), è difforme anche rispetto lo stato di rilievo riportato nel predetto P.d.C., dove lo stesso balcone misura m. 3,10 x 1,60 circa (mq. 4,96). Per quanto riguarda lo spazio sottostante il predetto balcone si rilevano ulteriori difformità in quanto, il primo ambiente presente di mq. 2,00 circa, alto internamente m. 2,20 circa, chiuso con perimetrali in muratura e comunicante con il deposito al piano terra, viene riportato sui grafici di rilievo del P.d.C. come manufatto preesistente, mentre lo stesso non è riscontabile sui grafici di progetto della precedente SCIA. Anche il restante spazio presente sotto il balcone ed adiacente al primo ambiente, chiuso anch’esso con perimetrali in muratura, con all’interno una caldaia e una lavatrice, risulta difforme in quanto sul grafico del P.d.C. misura m. 1,40 x 1,60 circa (mq. 2,24), mentre attualmente misura m. 2,30 x 1,60 circa (mq. 3,68). Tettoia sovrastante il balcone di cui alla lett. a), di m. 4,00 x 1,80 circa, posta ad un altezza variabile da m. 2,45 a m. 2,85 circa, costituita da elementi in ferro orizzontali e copertura in pannelli coibentati. Detta tettoia è addossata su di un lato al perimetrale est del fabbricato e dall’altro è sorretta da montanti in ferro verticali, a loro volta poggianti sulla ringhiera del balcone; c) Demolizione della scala in muratura di m. 4,50 x 1,40 circa, posta ad est esternamente al fabbricato, che collegava il piano terra al balcone ( lett. a) posto al primo piano”. L’ingegnere Iacono nell’ordinanza precisa altresì che “tali opere venivano realizzate in difformità ai titoli abilitativi in eccedenza alle soglie delle tolleranze costruttive, in assenza di Autorizzazione Paesaggistica ed in violazione delle norme per le costruzioni in zona sismica”.
Da qui il responsabile di settore ha ordinato al destinatario dell’ordinanza la “demolizione e la rimessione in pristino delle opere accertate con il Rapporto Tecnico del 27.08.2024, realizzate in difformità dai titoli abilitativi, il tutto a proprie cure e spese e nel rispetto delle leggi vigenti, nel termine inderogabile di giorni 90 (novanta), decorrente dalla data di notifica della presente ingiunzione di demolizione”. Ovviamente, come da prassi, avverso il provvedimento è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni o entro 120 al Presidente della Repubblica.