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Pensieri in libertà

di Gaetano Ferrandino

E’ pur sempre un’isola, è vero, ma non crediate che nonostante le sue ridotte dimensioni non ci siano modus agendi che rendono dissimili le comunità che animano (quando ci riescono) questo lembo di paradiso. Anche nella politica, soprattutto nella politica. Ognuno ha le sue usanze: a Casamicciola quando bisogna dire qualcosa si va a Piazza Marina, si sceglie l’orario giusto e la platea adatta e dopo quindici minuti la notizia, l’opinione, il commento o l’ingiuria ha fatto il giro del paese. A Lacco Ameno meno si parla e meglio è, sennò finisce che qualcuno si incazza, mentre a Forio alle chiacchiere tengono ben poco e – come si dice in gergo – scherzano a fare male. E poi c’è Ischia, dove Carmine Bernardo a parte (ancora un paio di denunce contro Giosi & Co. e si ritroverà a pieno titolo nella prossima edizione del celebre Guinness dei Primati), ultimamente l’abitudine è diventata quella di affidarsi ai social network. Bene, la virtualità come surrogato della realtà, spariamo di tutto su Facebook e vediamo che succede.

La malattia, invero, adesso sta diventando contagiosa al punto tale che sono sbarcati tra gli adepti del popolarissimo social anche personaggi che fino ad ieri ne avrebbero fatto volentieri a meno, in alcuni casi anche solo come spettatori, per non perdersi lo spettacolo che peraltro non è nemmeno a pagamento. E sono caduti alcuni miti, di quelli proprio che avevano giurato e spergiurato che non ne avrebbero mai voluto sapere. Mentre Ischia si avvicina alle prossime elezioni amministrative (appena finirà l’estate ci renderemo conto che non sono poi così lontane), ecco che la tendenza comincia a farsi preoccupante. Tutto fa brodo per guadagnarsi il quarto d’ora di gloria: c’è chi ne approfitta per esultare perchè una ringhiera è stata tinteggiata o una buca coperta da un pò di asfalto, c’è chi sta dall’altra parte della barricata e coglie ogni spunto per poter denigrare l’avversario politico, chi spara hashtag ogni dieci minuti, insomma di tutto di più. Quello che forse tutti i nostri lettori non sanno, è che la moda dilagante di fatto ha messo in condizione i protagonisti della vita politica ad organizzare le proprie truppe cammellate. Genitori, mogli, figli, parenti, amici, sono costretti a dover necessariamente premere il tasto “like” perchè la prima parola d’ordine è quella necessariamente di dover conquistare più “mi piace” del rivale o dei rivali di turno. E poi ci sono i poveri sfigati, “assoldati” (ovviamente in maniera metaforica) per dover postare commenti e recensioni positive sul proprio “capo” e negative invece sul nemico da combattere ed osteggiare a tutti i costi.

Qualcuno, mi rendo conto, stenterà a crederci, ma ormai lo strumento social è diventato un punto di riferimento. Non voglia mai il cielo che incontrate uno di questi signori per strada e – a precisa domanda – gli rispondete che non avete notato o letto cosa ha scritto su Facebook: probabilmente gli farete il torto peggiore della vostra vita. Ora, cercando di tornare seri in un contesto che di serio francamente non ha proprio più nulla, la questione è drammaticamente complicata: la politica ad Ischia, questa è la dura verità e la conclusione di questi pensieri in libertà, è davvero giunta alla frutta. Non ha più niente da dire, non si confronta con la gente e sceglie il virtuale, l’effimero, nella speranza di continuare ad accaparrarsi consensi. Ma pensare che con una foto, una frase a effetto o qualche altro colpo a sorpresa si possano risolvere i problemi del paese, appare francamente improbabile, se non addirittura impossibile. Quello è il mondo reale, il paese reale. Che magari mostra anche di apprezzare, ma obiettivamente lo fa per un fatto di pura cortesia. Ma il virus è dilagato e ha contagiato tutti, perchè questa è in fondo la strada più breve per ricavarsi un pò di spazio. In fondo c’è ancora chi ha il pizzico di pudore giusto per mandarti a quel paese in una piazza pubblica come quella del social. Il problema serio, piuttosto, è che all’orizzonte non si intravede nulla di diverso. Se le cose stanno così, povera Ischia…

gaetanoferrandino@gmail.com

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